Il regista ha acquistato nel 2005 Palazzo Margherita a Bernalda, vicino Matera. Una residenza divenuta oasi di bellezza e frequentata anche dalle star di Hollywood
articolo tratto dal numero di marzo di Robb Report Italia
Sei premi Oscar, sei Golden Globe, tre David di Donatello, due Palme d’oro a Cannes, un premio Bafta e il Leone d’oro alla carriera. Dire Francis Ford Coppola è dire storia del cinema planetario. Patton, generale d’acciaio, Apocalypse Now, la trilogia del Padrino sono pietre miliari del grande schermo, interpretati da mostri sacri di Hollywood, da Martin Sheen a Dennis Hopper, da Marlon Brando alla celebre coppia di amici e “rivali” (di pellicola) Robert De Niro e Al Pacino. E non va dimenticato che nelle vene del grande regista scorre sangue italiano, le origini della sua famiglia sono iscritte a Bernalda, incantevole borgo in provincia di Matera (patrimonio Unesco).
È da qui che nei primi del Novecento ll nonno Agostino partì per la lunga traversata verso il sogno americano, ed è qui che Francis Ford Coppola torna nel 2005 per acquistare e ristrutturare Palazzo Margherita, risalente alla metà del XIX secolo e oggi resort di lusso per ospiti provenienti da ogni angolo del mondo. Ed è sempre qui che la figlia Sofia, regista e attrice, si è sposata nel 2011, attratta da un piccolo giardino all’italiana (tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali) fiore all’occhiello della location.
Ma che cosa ha spinto Francis Ford Coppola a un ritorno in grande stile a “Bernalda bella”, come la chiamava nei tanti racconti il nonno Agostino? “Poco più che ventenne, il maestro ha iniziato a venire in Basilicata nel 1962”, spiega Rossella De Filippo, general manager dei Coppola in Italia. “Da sempre affascinato dall’elegante residenza, con ampie camere da letto, sale ricevimento decorate e un cortile interno che apre le porte al giardino storico e, oltre le vecchie mura, alla piscina, 18 anni fa il regista ha chiesto l’intervento all’architetto francese Jacques Grange e allo scenografo Dean Tavoularis (Oscar per Il Padrino parte II) per riportare Palazzo Margherita agli antichi splendori“.
Ne è uscita una piccola gemma di ospitalità, composta da sette suite e due camere che affacciano sul giardino, ognuna unica, nel rispetto delle volte e degli antichi volumi che si differenziano in dimensione e dettagli d’arredo, con una nota di continuità per quanto riguarda comfort e alti standard. Un’attenzione ai dettagli che dona a questa residenza speciale un tocco di calorosa accoglienza tipica del Sud Italia, in un territorio di straordinaria varietà paesaggistica, con colline, montagne, boschi, calanchi.
Ma che cosa pensa oggi della sua scelta il regista che ha appassionato generazioni di cinefili?
“Inizialmente non avevo intenzione di aprire un altro hotel, avevo visitato più di una volta il Palazzo che innegabilmente rivelava, aldilà della decadenza in cui in parte versava, un’eleganza e un fascino unico, grazie anche al giardino storico che lo completa. Mi rendevo conto che per farne qualcosa di speciale l’investimento era rilevante. Mi hanno convinto i contributi a fondo perduto a cui avrei avuto accesso e che, pur se in minima parte, avrebbero aiutato l’impresa. In realtà, quei soldi non sono mai arrivati e il progetto è stato completato comunque con tutti i dettagli e gli standard prefissati. Nonostante tutto sono contento di Palazzo Margherita, i miei figli amano tornare qui (Sofia ci si è sposata) e io sono entusiasta di questo nostro angolo di eccellenza italiana, ove ripercorro tutti i racconti che mio nonno Agostino mi narrava e ritrovo i sapori della cucina tradizionale lucana”.
Quindi pur vivendo da sempre negli States, dove è nato, non può negare una certa mancanza dell’Italia e di quella che suo nonno chiamava “Bernalda Bella”…
“Sì certo, sono americano, ma i miei genitori dicevano ‘ricordati, sei anche italiano’. E ciò vuol dire il senso di famiglia, l’importanza del cibo e delle tradizioni, la passione per la musica… Mio nonno diceva sempre che, pur nella povertà della sua infanzia, portava nel cuore il senso di calore umano tipico della famiglia allargata del vicinato dove era cresciuto nel centro storico di Bernalda, oltre ai sapori del cibo lucano“.
Cosa si sente di dire ai suoi connazionali? La rivedremo presto nelle zone di Matera?
“Torno almeno una volta all’anno in Basilicata, ma vorrei farlo più spesso, pandemia permettendo. Ho un grande desiderio, da anni: potere atterrare all’aeroporto di Pisticci (Matera). Perché la Basilicata, che già ha carenza di linea ferroviaria, credo debba avere un aeroporto ben attrezzato. Tra l’altro, parte dei lavori sono già stati fatti. Io sarei felice di promuoverlo. Sarebbe una grandissima soddisfazione“.
Dimore storiche italiane – Palazzo Margherita
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