Cenare pieds dans l’eau, assicurarsi un tavolo con vista sull’orizzonte e assaporare il meglio degli ingredienti appena pescati, rinfrescati dalla brezza estiva. Robb Report ha selezionato tre ristoranti vista mare che custodiscono il gusto del Mediterraneo, nelle località costiere più affascinanti.
Brizza, Taormina
Qualche passo su un corridoio illuminato e un invito a togliersi le scarpe per godere del contatto con la fine ghiaia che bacia la baia di Mazzarò, accolgono gli ospiti di Brizza. Con i suoi quattro tavoli, il pop-up restaurant di Villa Sant’Andrea, Belmond Hotel di Taormina, permette di accomodarsi a un passo dall’acqua e, insieme al dolce rumore della marea, cenare in coppia con un menu dalle sfumature iodate pensato dallo chef Agostino D’Angelo.
Si parte con un cocktail dallo spirito marino come Sea Salt Oysters a base di Gin Hermit, acqua di ostriche e amaricante al limone. Oppure con Jonium, omaggio alla salinità dello Ionio che bagna Taormina, realizzato con gin marino, rosolio di bergamotto e champagne. Per chi preferisce un calice di vino, ci sono le etichette affinate nelle profondità del mare come l’Albana e il Sangiovese Riserva di Tenuta del Paguro e il Vermentino della Cantina Santa Maria La Palma, primo vino subacqueo sardo.
Il menu è un tuffo tra ricci e sardine, che negli antipasti si abbinano a ostriche selvatiche, patelle scottate, alghe al naturale e frittelle di anemoni. Imperdibili i tagliolini al caviale Calvisius Royal e le tipiche busiate con bottarga di tonno di Favignana. Chi ama sperimentare, amerà la grigliata mista di pesce frollato, mentre tra i dolci merita una menzione speciale il gelato alla salicornia con crumble al cioccolato bianco e soffice di pistacchio.
Ristoranti vista mare: Il Cappero, Vulcano
Varcare la soglia de Il Cappero, ristorante una stella Michelin del Therasia Resort Sea & Spa sull’isola di Vulcano, è come prendere un respiro profondo prima di tuffarsi nell’immenso blu. La brigata di cucina si affaccia sulla sala, facendosi regista di esperienze gastronomiche che raccontano il meglio della Sicilia, mentre la vista panoramica sulle Eolie regala i più bei tramonti di sempre.
Mentre il sole si colora di rosso incontrando il mare, l’aperitivo introduce alla cucina creativa dello chef Giuseppe Biuso. Parte di un puzzle gastronomico fatto di sapori intensi della tradizione che si fanno contemporanei, le ricette del giovane chef sono servite su ceramiche nate dal suo estro creativo e pensate per raccontare la storia del piatto. Come il cannolo con crema di melanzane, pomodoro confit, spuma di ricotta e crema di basilico, avvolto in un involucro di cioccolato di Modica. Interprete in chiave salata del tipico dolce siciliano, poggia su una ceramica con l’esatto perimetro dell’isola. Oppure lo gnocco di patata, seppia e patate al finocchietto selvatico servito su una crema di mandorla e racchiuso sotto a un cappello da chef.
Le suggestioni di mare continuano con un’ostrica servita con crema di cipolla di Giarratana, liquirizia, guanciale croccante e aria al limone e una spettacolare linguina al collagene di polpo con crema di finocchietto selvatico. Chiude la degustazione un incredibile carosello di dolci con pistacchio e cioccolato che si sposano a cappero e finocchietto selvatico.
AlMare, Fano
Tra i ristoranti vista mare della costa adriatica, impossibile non citare AlMare. Quest’anno festeggia i primi cinque di attività con un restyling della sala e nuovi menu firmati dal talentuoso chef Antonio Scarantino.
I percorsi gastronomici ricordano delle passeggiate in tre differenti scenari. Dalla riviera italiana si passa a Saint Tropez, per poi volare fino in Giappone. La passeggiata Almare è la più classica e porta da Rimini a Fano con tagliolini al ragù di pesce fresco e l’immancabile frittura. La camminata in Costa Azzurra è invece un omaggio a Saint Tropez, con portate cotte e crude. Come il rombo servito con tartufo nero estivo, un raviolo al nero di seppia ripieno di scorfano con brodetto marchigiano e l’ombrina, Meraviglia di Kelvadon, cocco e lime.
Infine, il degustazione più estremo è quello dedicato all’isola Miyakoshjima nell’arcipelago di Okinawa, con proposte solamente crude. Qui le capesante si accompagnano a lardo di colonnata, mela e caviale, mentre la ricciola è abbinata friggitelli, miso e daikon. Scarantino prosegue con tagliolini alle alghe, crostacei e pesci bianchi marinati in acqua di mare e chiude con un richiamo a Palermo (sua città natale). La battuta di gamberi rossi con acqua di pomodoro, capperi, origano e crema di bufala è il viaggio finale più intenso. Quello che riporta sempre a casa, con un indimenticabile sapore di sale.
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