Il motore simbolo della Casa di Sant’Agata Bolognese è stato pensionato alla fine dello scorso anno per raggiunti limiti di emissioni. Verrà sostituito da un’unità con lo stesso frazionamento ma elettrificata. E questo rende ancora più appetibili le “Lambo” delle passate generazioni. Robb Report ha selezionato quelle più ambite.
Il 12 cilindri a V della Lamborghini è uno dei motori più iconici della storia dell’automobile. Per la sua raffinatezza, le sue prestazioni e, non da ultimo, per il suo rombo roco e lancinante, ha fatto innamorare generazioni di sportivi. Ma adesso non è più tempo per questo propulsore formidabile. O, per lo meno, non è più tempo per la sua forma originale, puramente meccanica.
Tanto è vero che la Lamborghini l’ha pensionato e, tra poche settimane, ne presenterà l’erede. Che, per adeguarsi alle normative antinquinamento, sarà elettrificato. Cioè sarà “aiutato” da un motore elettrico che, all’occorrenza, permetterà anche di muoversi sfruttando solo l’energia delle batterie.
Ma se il V12 tradizionale, nella sua evoluzione più recente, era arrivato a quasi 800 Cv, il legittimo discendente, che sarà completamente nuovo pur mantenendo numero e disposizione dei cilindri, toccherà “quota 1000”. Cavallo più, cavallo meno. Che poi è il livello necessario confrontarsi a viso aperto con il concorrente di Maranello che muove – violentemente – la Ferrari SF90 Stradale.
V12, nostalgia canaglia
Ma i “puristi”, i nostalgici della “semplicità” meccanica più brutale, già rimpiangono la “old age”, tanto è vero che si sono precipitati a prenotare l’edizione finale della Lamborghini Aventador, denominata per l’appunto Ultimae che, alla fine dello scorso anno, ha condotto definitivamente alla pensione quel motore dei sogni.
I 350 esemplari prodotti sono andati letteralmente a ruba, nonostante i prezzi di partenza largamente superiori ai 400 mila euro. Già oggi, alcuni modelli hanno raggiunto quotazioni superiori al milione di euro perché sono considerati degli “instant classic”.
Di seguito, in breve, la storia del V12 originale, nato in contemporanea con la Lamborghini stessa nel 1963, attraverso alcuni dei modelli più rappresentativi che l’hanno utilizzato.
Disegnato da Giotto
La prima versione fu progettata da Giotto Bizzarrini – ex ingenere della Ferrari – su commissione dello stesso Ferruccio Lamborghini, che fino ad allora aveva costruito trattori ma voleva entrare nel mondo, per lui inesplorato, delle auto sportive.
E già all’origine fu sfida alla Ferrari, perché la leggenda vuole che a spingere Lamborghini al grande passo fu proprio una lite con Enzo riguardante la presunta debolezza delle frizioni utilizzate a Maranello. Il “Grande Vecchio” rimandò così sdegnosamente al mittente le critiche di Ferruccio che quest’ultimo, benché fosse possessore di molte Ferrari, decise di costruirsi in proprio la sua granturismo ideale.
V12, potenza sorprendente
Bizzarrini creò un primo prototipo del 12 cilindri di 3,5 litri con caratteristiche molto raffinate che, nella prima versione, sviluppava ben 370 CV. Un valore decisamente alto per l’inizio degli anni ’60. Però per la prima Lamborghini della storia prodotta in serie – la 350 GT del 1964 – si preferirono soluzioni meccaniche meno ambiziose, che fecero scendere la potenza a 320 CV.
Miura: un’auto, una leggenda
Nel 1966 nacque la Lamborghini più celebre di sempre: la Miura, per la quale il V12 fu spostato dal cofano anteriore a quello posteriore. Quell’auto fece immediatamente invecchiare di una generazione tutte le supersportive dell’epoca, sia per l’eccezionalità meccanica, sia per il design, e la sua potenza salì nel corso degli anni dai 350 CV iniziali ai 385 CV degli ultimi esemplari costruiti.
Pianeta Countach
Dopo la Miura, nel 1971, fu la Countach, che aveva un design ancora più sensazionale per quel periodo, a montare il V12 Lamborghini. In quasi 20 anni di produzione – un record di longevità – il motore passò dai 375 CV originali a ben 455 nell’ultima versione con cilindrata di 5,2 litri.
Escursione fuoristrada
Nel 1986, il propulsore Lamborghini ebbe anche una parentesi fuoristradistica, perché venne impiegato sulla LM002. Quell’auto può essere considerata a buon diritto l’antesignana delle suv ad altissime prestazioni e fece letteralmente impazzire attori, sceicchi e chiunque potesse permettersi di pagare un prezzo d’acquisto altissimo. In quel caso il V12, montato in posizione anteriore, dichiarava 444 CV.
Formula 1 con poca gloria
Tra il 1989 e il 1993, il V12 è stato protagonista anche in Formula 1, seppure senza troppa fortuna a causa delle poche risorse che la Lamborghini, in piena crisi economica in quel periodo, poteva stanziare per il progetto. Ayrton Senna, pilota brasiliano, ha testato privatamente il motore di 3,5 litri su una McLaren rimanendone ben impressionato.
Diablo di un V12
Per la Diablo del 1990 il motore salì a 5,7 litri e a 492 CV, grazie anche all’introduzione del sistema di iniezione elettronica al posto dei tradizionali carburatori. Nel corso della vita del modello, ha toccato anche i 6 litri di cilindrata e i 550 CV di potenza.
Oltre il tetto dei 600 CV
Tra il 2001 e il 2010, la Murciélago ha impiegato il V12 Lamborghini, erede della Diablo, passando dai 6,2 litri e 580 CV iniziali, a 6,5 litri e 670 CV. La Murciélago, tra l’altro, è l’ultima Lamborghini sulla quale questo motore è stato abbinato a un cambio meccanico manuale. Dopo di allora venne adottata una trasmissione elettronica robotizzata, con la selezione dei rapporti tramite palette poste dietro il volante.
Aventador “the end”
L’Aventador, prodotta tra il 2011 e il 2022 è l’ultimo capitolo. Per quest’auto il V12 Lamborghini di 6,5 litri ha toccato la massima potenza, passando dai 700 CV della configurazione di partenza, ai 780 CV delle Ultimae coupé e Roadster, con le quali ha salutato gli appassionati.
Immagini courtesy Lamborghini
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