Il lusso del passato volano per il turismo del futuro.
Secondo Lccd (istituto centrale per il catalogo e la documentazione) in Italia il patrimonio culturale privato conta 37.708 dimore storiche diffuse su tutto il territorio. Case storiche, palazzi, ville, castelli e torri, che hanno fatto la storia della nazione e che potrebbero costituire il più grande museo diffuso italiano (e del mondo intero). Il 54% di questi beni si trova in piccoli comuni con meno di 20.000 abitanti, e il 29% in centri che non superano i 5.000 abitanti.
Il patrimonio immobiliare italiano tra dimore storiche e palazzi
Sono ancora troppo poche le dimore che brillano per “sostenibilità”, a causa della difficoltà dei proprietari nel mantenerle secondo gli “antichi fasti” e dell’aumento dei costi di manutenzione. Il fenomeno dell’abbandono e trascuratezza di questi scrigni ricchi di tesori è sempre più alto.
Vi sono però alcune eccellenze, spesso riconducibili a giovani proprietari, che prese le redini di queste “magioni” hanno deciso di creare qualcosa di unico e irripetibile a favore degli edifici e della comunità, con un segreto che gli inglesi insegnano già da mezzo secolo: aprirli alla pubblica fruibilità.
È certamente un atto di coraggio, che richiede capacità, dedizione, passione. Aprire un’impresa in questi edifici infatti, necessita di molto più sforzo e risorse che in qualsiasi altro luogo, a causa delle stringenti norme in materia di tutela del Patrimonio Artistico e Culturale, oltre al continuo (e giusto) controllo da parte delle Sovrintendenze locali, nonché le ristrutturazioni e manutenzioni che diventano obbligatoriamente dei veri e propri “restauri minuziosi”, di quelle che possono essere considerate delle enormi opere d’arte, segnate dallo scorrere dei secoli.
La giornata nazionale delle dimore storiche
Delle decine di migliaia di dimore storiche presenti sul territorio nazionale, solo 300 hanno aperto al pubblico per la giornata nazionale delle dimore storiche lo scorso anno. Numeri confermati dall’edizione prevista per il 2023 che inaugurerà il 21 maggio 2023.
Ma non è solo la mera “visita” ad attirare turisti e visitatori. Ne è un esempio una delle più note, che negli ultimi anni sta facendo molto parlare di sé per premi e riconoscimenti sul suo modello sostenibile di imprenditorialità. Si tratta di Palazzo Cozza Caposavi di Bolsena, soprannominato “Il VesConte”.
Aperto poco più di 10 anni fa al pubblico, come semplice “bed and breakfast”, grazie alla passione del giovane proprietario, ha raggiunto numeri e risultati in controtendenza rispetto all’andamento generale in tema di preservazione e sostenibilità di questo genere di edifici.
VesConte Palazzo Cozza Caposavi
Iniziando con sole due camere aperte all’ospitalità, oggi il VesConte Palazzo Cozza Caposavi è un albergo diffuso vero e proprio, con ristorante, enoteca e una particolarità più unica che rara, La Casa Museo. L’idea di esperienza autentica promosso da Francesco Cozza Caposavi, ha fatto sì che questo Palazzo rinascimentale divenisse non solo il “contenitore” della storia della propria famiglia, ma un vero e proprio contenitore culturale tout-court, con l’apertura un museo visitabile e palcoscenico di eventi quali festival letterari, musicali, di arte antica e contemporanea.
Gli ospiti hanno la possibilità di pernottare proprio all’interno del sito museale, ma non solo. Negli orari di chiusura possono fruirne liberamente di una dimora aristocratica aperta all’ospitalità. Le librerie visitabili, diventano vivibili, così come le sale da pranzo, le sale da gioco, i saloni affrescati e i salotti da tè. Degustazioni di vino nelle antiche cantine, prime colazioni da principi, un tè davanti a un camino rinascimentale. Il concetto di lusso esperenziale è tutto lì, poter rivivere quelle sensazioni e l’esperienza unica e impossibile da riproporre. Perché, come dice il genius loci di questo luogo magico “ci vogliono 5 mesi per costruire un albergo 5 stelle lusso, ma non basterebbero 5 secoli per replicare il VesConte-Palazzo Cozza Caposavi di Bolsena”.
Le dimore storiche aperte al pubblico
Il segreto del suo successo è stato aprire un luogo al pubblico, che pur nell’assenza dei comfort di un vero e proprio albergo di lusso, ha saputo ritagliarsi il suo segmento di mercato. Puntando sul lusso esperenziale autentico, investendo in restauri e nuove opere d’arte.
Oltre all’aspetto turistico-ricettivo, il VesConte-Palazzo Cozza Caposavi e la famiglia proprietaria, hanno sposato il mecenatismo, proprio attraverso gli introiti di queste attività che consentono oltre alla sostenibilità dell’immobile, un’attività di promozione del territorio attraverso festival musicali, letterari e di arte antica e contemporanea. Un esempio reale di come questi edifici, specialmente nei piccoli borghi, possono essere un volano per l’intera comunità.
Immagini courtesy VesConte-Palazzo Cozza Caposavi
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