Ocean Race, la leggendaria regata intorno al mondo, quest’estate arriva nel porto della “Superba”. Un evento eccezionale per la città, un’occasione unica per riscoprire le sue bellezze. Storia, arte, letteratura, musica, cucina… e i migliori confetti d’Italia.
Gran finale sotto la Lanterna. Per la prima volta nella sua storia la leggendaria Ocean Race, massacrante regata velica intorno al mondo, fa capolinea in Italia. A Genova, città di migranti, naviganti, esploratori, che dal 24 giugno al 2 luglio torna, così, a essere regina dei mari. L’arrivo – dopo oltre sei mesi di navigazione – è al Waterfront di Levante, ultimo progetto di Renzo Piano, poco distante dal Galata, il più grande museo marittimo del Mediterraneo, e dal nuovo MEI – Museo dell’Emigrazione Italiana nel complesso della Commenda di Prè.
Gioiello medievale nel cuore misterioso di quei caruggi, a volte così stretti che “due persone affiancate non riescono a passarci!”, esclamò incredulo lo scrittore russo Nikolaj Gogol. Caruggi che fanno di Genova la kasbah più a nord del Mediterraneo, con un tocco di folklore quasi partenopeo e un gusto privato per la teatralità molto vicino a quello capitolino.
Palazzi dei rolli
Difficile da credere? Si entri nei Palazzi dei Rolli – le antiche dimore dell’aristocrazia mercantile, oggi patrimonio Unesco, letteralmente incastrate nelle maglie dei vicoli – dove Genova la grigia sfodera i colori, le esuberanze, l’opulenza del suo Secolo d’oro (1528-1639). Cicli di affreschi, decorazioni a trompe-l’oeil, gallerie degli specchi, superbe quadrerie, giardini terrazzati arrampicati sui fianchi di intere colline. Uno show off che colpì anche Pieter Paul Rubens, estasiato dall’arte di abitare entro le mura della “Superba”.
L’inafferrabile città di Fabrizio De André, del pesto e della focaccia è un dedalo ad altissima densità di chiese romaniche dalle caratteristiche fasce bianche e nere (San Donato, scrigno di un capolavoro del fiammingo Joos van Cleve). Musei dai tesori insospettabili (il Diocesano con il grandioso corpus cinquecentesco della Passione dipinta su tela jeans). Botteghe storiche (Romanengo, confetteria più antica d’Italia, famosa per i frutti canditi e la conserva di petali di rose).
Per le vie della città
E le tipiche “sciamadde”, santuari dello street food genovese. Si riconoscono per il forno a legna sempre vivo e una manciata di tavoli, dove si servono senza sosta farinata, panissa, torte di verdure e gli irresistibili “friscioeu” (frittelle) di baccalà, ghiotti come le ciliegie: uno tira l’altro. Per smaltirli niente di meglio del giro dei forti, trekking ad alto tasso panoramico all’ombra del formidabile sistema di roccaforti. Dall’alto delle brulle colline, sorveglia la cinta muraria più lunga al mondo, seconda solo alla Grande Muraglia Cinese.
Inevitabili altre due gite fuori porta. A Pegli per il parco romantico-esoterico di Villa Durazzo Pallavicini, opera senza eguali nell’arte del paesaggio concepita a metà Ottocento da Michele Canzio, scenografo, pittore, architetto, nonché consuocero di Giuseppe Garibaldi, e a Nervi per la passeggiata a mare più bella del mondo. Un tracciato di quasi due chilometri nella roccia viva, costellato di locali con tavolini sugli scogli, dove sorseggiare un Pigato contemplando il golfo di Genova, con il promontorio di Portofino da una parte e le Alpi Marittime dall’altra. Uno spettacolo a ogni ora del giorno e della notte.
Dormire a Genova
E per dormire? Si scende al Bristol in pieno centro (nel libro d’oro Luigi Pirandello, Gabriele d’Annunzio, l’imperatore Hirohito). Gioiello liberty, vanta l’audace, scenografico scalone ellittico che ispirò ad Alfred Hitchcock la scena cult di un capolavoro della suspense quale La donna che visse due volte.
Articolo tratto dal numero estivo di Robb Report
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