Mezzo secolo di successi a livello mondiale. Stefano Ricci, imprenditore-designer, dedica alla case history un prezioso volume a tiratura limitata. E va in difesa delle tartarughe giganti…
Poche cose, fatte bene. Ma quando si deve esagerare non tiriamoci indietro”. Parola del designer Stefano Ricci, che stavolta l’ha fatta grossa: 500 pagine da collezione per la monografia consacrata ai 50 anni del brand che porta il suo nome.
La storia di Stefano Ricci
Marchio nato nel 1972 a Firenze grazie alla passione di Stefano per le cravatte e diventato leader globale nel luxury lifestyle di segno maschile (oltre 150 milioni di fatturato nel 2022 e un piano di crescita per il 2023 con tre nuove aperture: Madrid, Singapore e una terza boutique a Pechino).
Un successo imprenditoriale agguantato con visioni, tenacia e “la capacità di osare anche quando le tendenze indicavano percorsi differenti”, confida l’imprenditore stilista. Che ha firmato anche la suite presidenziale del grand hotel Principe di Piemonte a Viareggio – “140 metri quadri, tributo al mondo del Grande Gatsby, capolavoro di Francis Scott Fitzgerald” – e con la nuova campagna alle Galápagos sostiene la Charles Darwin Foundation per la salvaguardia delle tartarughe giganti.
Un libro racconta Stefano Ricci
Presentato in anteprima alla Biblioteca Medicea Laurenziana, Stefano Ricci – The Book, disponibile da settembre in doppio formato: 300 copie limited edition e 2.000 copie a tiratura numerata, affianca le parole di 31 autori alle immagini di 52 fotografi. E, pagina dopo pagina, dipana un lungo racconto condensato per temi chiave. Le origini. La famiglia (la moglie Claudia, da sempre al suo fianco, e i figli Filippo e Niccolò). I viaggi verso orizzonti estremi. La passione per la velocità. Gli amici che ha frequentato e vestito; due per tutti? Nelson Mandela e Andrea Bocelli.
E poi l’ispirazione legata alle rigorose armonie della culla del Rinascimento, i segreti di sartoria, il profumo di storia dell’Antico Setificio Fiorentino (fondato nel 1786 e rilevato dal gruppo nel 2010), le sfilate celebrative nei luoghi simbolo del pianeta. Dalla Sala Bianca di Palazzo Pitti, sede della prima passerella di moda italiana nel 1952, alla Galleria degli Uffizi, fino al tempio di Hatshepsut nella faraonica cornice di Luxor, nell’ottobre 2022, per il 50° anniversario della maison.
Ode al lavoro
Un’autocelebrazione? Sembrerebbe (“forse ci siamo lasciati prendere un po’ la mano”), ma Stefano Ricci sostiene deciso di no. Il volume è un monumento alla filosofia del lavoro. “In un mondo di fenomeni abbiamo la presunzione di considerarci persone normali. Che ogni mattina entrano in ufficio con la voglia di fare, crescere, affermare i nostri prodotti”.
Un impegno che si concretizza grazie a una grande squadra di collaboratori e al “dialogo e confronto con i sarti, i pellettieri, le maestranze, gli artigiani”. Centinaia di persone. E il libro è dedicato un po’ anche a loro.
Immagini courtesy Stefano Ricci s.p.a.
Articolo tratto da numero autunnale di Robb Report
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