Insieme a Langhe e Roero, il Monferrato è una terra baciata dagli dei. Specialmente d’autunno, con lo spettacolo delle foglie che mutano colore e i contorni dei suoi borghi, tanto amati da artisti e buongustai. È il momento di scoprire il territorio, meglio se a piedi o in bicicletta.
Per Henri de Toulouse-Lautrec l’autunno era “la primavera dell’inverno”. Ma – tra una sbronza e un bordello – quell’esplosione di colori, su tela, non la catturò mai. Poco male. A offrire scorci come paesaggi impressionisti ci pensa il Monferrato, incantevole affresco collinare tra le province d’Asti e di Alessandria. Una terra di vini eccellenti, buona tavola e bellezze sottovoce, dove chilometri di filari lambiscono pievi romaniche, castelli medievali, borghi secolari.
Come l’aristocratica Casale, nota per il mercato antiquario (ogni seconda domenica del mese) e i ghiotti Krumiri, delizie in pastafrolla di cui va pazzo Bill Clinton, che la biscotteria Portinaro continua a sfornare secondo l’antica ricetta e confezionare nelle scatole di latta rossa che ne conservano il profumo anche oltreoceano. Di Casale è Roberto Bolle, e qui nacque anche lo scultore amato da Auguste Rodin, il simbolista Leonardo Bistolfi (nell’ex convento di Santa Croce, la gipsoteca), che si occupò delle statue in gesso nella Cappella XVI al Sacro Monte di Crea, patrimonio Unesco. Complesso monumentale in vetta a un colle, che trasforma la storia sacra in teatro ad altissimo tasso scenografico.
Le bellezze del Monferrato
È terra di dolcezza di vivere il Monferrato, dolce come il tappeto di colli srotolati in lontananze senza fine, che lambiscono luoghi da vedere e indirizzi dove vale la pena sostare. In agenda ci si segni qualche nome. La Certosa di Valmanera fuori Asti per la più grande collezione di arazzi moderni, realizzati dall’Arazzeria Scassa su disegno dei maggiori artisti del Novecento, da Giorgio de Chirico a Renato Guttuso. Poi Acqui Terme per un bagno termale e quel gioiello della pittura ispano-fiamminga che è il “Retablo della Madonna di Montserrat” in Santa Maria Assunta. Mombaruzzo per le Distillerie Berta, solenni come cattedrali, e Villa Prato, romantico relais con destination spa centrata sulla grappa terapia.
Volpedo – minuscola, trasognata, acquattata tra i poggi tortonesi – per l’atelier e i luoghi d’ispirazione di Giuseppe Pellizza, l’autore del celeberrimo “Quarto Stato”. E ancora Novi Ligure per le facciate affrescate, il formidabile gruppo del “Calvario” nell’Oratorio della Maddalena e una delle trattorie del cuore di Gualtiero Marchesi, Il Banco, dove ordinare quello che lo ingolosiva: panissa, farinata cotta in forno a legna e frittelle di baccalà.
Per un’esperienza del tutto diversa si vada a Cremolino, dove di recente ha aperto Nordelaia, antico cascinale trasformato in locanda di charme, molto amato soprattutto dagli americani: vista mozzafiato, suite dal touch contemporaneo e un intero edificio dedicato alle lusinghe del palato. Qui c’è Lorto, la tavola più d’avanguardia del territorio, guidata da Charles Pearce con la consulenza di un fuoriclasse quale Andrea Ribaldone.
I confini del Monferrato
Vario, imprevedibile, vastissimo, il Monferrato si estende dalla pianura Padana alle falde dell’Appennino ligure, in cui si incunea con le terre del Gavi, intime, appartate, splendidamente genuine, nuovo paradiso dell’enoturismo. Sono le terre del grande bianco piemontese, il Gavi docg, tutelato da un agguerrito Consorzio, che per i suoi primi 30 anni si regala, a Gavi, una nuova enoteca all’ombra dell’impressionante fortezza, capolavoro d’architettura militare del XVII secolo.
Articolo tratto da numero autunnale di Robb Report
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti