Gli fa da sfondo il panorama inconfondibile della costa piemontese del Lago Maggiore con splendidi giardini e atmosfere lacustri, dove il tempo indugia perché possiate godere del paesaggio.
Arroccato su un pendio verdeggiante nello splendido panorama di Verbania, sorge Chateau de Tournesol, una magione immersa in 6500 mq di parco. I volumi e le altezze sono il pregio principale dell’eclettica abitazione che si sviluppa su 700 mq di ambienti pensati per accogliere, stupire e incuriosire gli ospiti.
La scala scultorea, che rimanda alla spirale aurea, è l’elemento architettonico centrale e funzionale più scenografico della casa, anche per la presenza manifesta di due moto della collezione privata del proprietario, una Harley Davidson e una BMW che accolgono il visitatore nella hall in marmo, cuore dell’abitazione attraverso la quale si accede alle due ali della casa, nonché alle camere private.
Chateau du Tournesol, materiali di pregio
Calata con un elicottero dall’alto nel momento della posa, il suo aspetto ultimo è un ensamble di materiali di altissimo pregio esaltati dai giochi di luce che filtrano naturalmente dalle lastre di vetro colorate della cupola che la sormonta a ricordare il forte impatto visivo di questa abitazione. La sua spiccata artisticità lascia spazio al vetro, che insieme al marmo e ai legni pregiati, assume il ruolo di protagonista assoluto. Bruno Taut – architetto e urbanista tedesco – co progettista del Glasspavillon di Colonia, avrebbe approvato la scelta inneggiando all’edilizia contemporanea.
Sezionata per essere vissuta in tutte le ore del giorno, Chateau du Tournesol è stata pensata come uno spazio scenografico funzionale, capace di accogliere un numero ingente di ospiti e raccontare attimi di vita quotidiana nel segno del bel vivere italiano. La sala degli aperitivi ne è la dimostrazione, bottiglie di design delle vetrerie di Murano colorano la stanza progettata ad effetto scatola con pareti ricoperte da preziose lastre di marmo calacatta nero.
Comfort, arte e architettura
Il fil rouge di questa dimora è stato chiaro fin da subito. I proprietari, appassionati di architettura e arte, hanno curato personalmente il progetto che si è dimostrato da subito denso di lusso e comfort, facendo il pari con la ricercatezza delle materie prime e le opere d’arte disseminate su tutti i piani. Il risultato è una poliedricità creativa e la fusione perfetta di materiali e colori naturali come nella zona living, dove troneggia un camino in pietra locale. L’idea del comfort assoluto ha fatto nascere l’esigenza di inserire nel contesto un notevole divano modulare in pelle capitonné formato da elementi componibili della collezione Natuzzi Home.
Una linea continua ed essenziale unisce la zona giorno con la zona notte di questa magione, il marmo. La cifra stilistica che caratterizza la master room dei proprietari è agio e relax. Da questa camera si accede alla palestra allestita per il benessere quotidiano e alla sala da bagno con arredi minimal di Armani casa. I coniugi Zoia hanno fortemente voluto che la parete retrostante il letto fosse in marmo Saint Laurent di estrazione francese, che ha donato raffinata austerità all’ambiente illuminato dal lampadario 2097 oggi prodotto da Flos dall’opera di Gino Sarfatti – considerato il primo grande progettista italiano nel settore dell’illuminazione, fondatore di Arteluce.
Le opere d’arte di Chateau du Tournesol
Seppur disseminate per l’intera abitazione, le opere d’arte, altra passione dei proprietari, hanno una sezione della casa destinata a “galleria d’arte” dove vengono raccolte opere e pezzi unici. Non si tratta di un percorso lineare, ma piuttosto di un personale flusso narrativo, come fenomeno di crescita personale dove il collectible ha canoni estetici audaci e arcaici, che va dai busti di religiosi dell’800 a opere contemporanee fra cui una esistente in due esemplari, uno appartenente al proprietario e l’altro a Vittorio Sgarbi – critico e storico d’arte italiano.
L’outdoor della proprietà, circondata da ettari di parco terrazzato e impreziosito da piante di limoni di Sorrento, un maestoso baobab, un ulivo secolare e piante tipiche della macchia mediterranea, si snoda tra i sentieri in sasso e si adatta prestandosi a svariate configurazioni, rafforzando l’idea di accoglienza e ospitalità del progetto. L’orto, la piscina riscaldata, il campo di padel, una club house e una kitchenette esterna ricavata da un unico masso di granito dotata di tutti i comfort, perché cucinare all’aperto è un atto senza tempo e senza confini che attraversa latitudini e culture.
Articolo di robbreport.com
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