Emiliano Torkar fa un lavoro anomalo. Si potrebbe dire unico: infatti, ispeziona e segue i restauri delle Ferrari d’epoca, affinché, tolta la patina di polvere e i segni del tempo, siano riportate al loro antico splendore.
Per Torkar telai e carrozzerie non hanno segreti: non c’è bullone uscito da Maranello che lui non sappia riconoscere, e questa sua professione lo porta in giro per il mondo, a stretto contatto con gli appassionati del Cavallino Rampante e dei collezionisti d’auto. Non si può certo dire che Emiliano Torkar – 51 anni, modenese – svolga un lavoro comune o routinario: da un lato ispeziona le più desiderate Ferrari vintage, forte di una passata esperienza di oltre vent’anni alla corte dell’azienda di Maranello, e dall’altro ne segue il restauro con un’attenzione che definire maniacale è quasi superfluo.
Emiliano Torkar, dove nasce la passione
Una passione che però Emiliano Torkar ha trasformato in una professione a tempo pieno: “Tutto è iniziato negli Stati Uniti, partecipando a un concorso di eleganza, uno dei più vecchi al mondo di auto d’epoca. Era il 2012, e mi trovavo a Monterey, in California, dove si tiene uno degli eventi tra i più rinomati e sicuramente tra i più datati, visto che viene organizzato dal 1950. Da lì in poi la passione è esplosa e ho cominciato a seguire altri concorsi, in Italia, in Europa e soprattutto in America, e ad acquistare libri».
Nel giro di 12 anni sotto le mani di Torkar sono passate ben 8000 Ferrari sparse da un angolo all’altro del pianeta, spesso con proprietari importanti. Il suo obiettivo è semplice: scoprire se ogni pezzo dell’auto è perfettamente identico a quello uscito dalla fabbrica di Enzo Ferrari. E di un suo expertise c’è bisogno, nel settore, perché circa il 95% delle auto risulta non completamente originale. “È piuttosto difficile che una Ferrari d’epoca rimanga invariata nel tempo, specie quelle impiegate nel campo delle corse automobilistiche. Gli elementi che più spesso vengono sostituiti sono la carrozzeria, gli interni e alcuni accessori come i fanali, perché magari lo Stato in cui si trova l’auto adotta delle regole di circolazione diverse da quelle italiane, che hanno costretto i proprietari ad effettuare modifiche”.
Ferrari d’epoca, il caso di Steve McQueen
Tra le auto più celebri su cui Emiliano Torkar è stato chiamato a intervenire c’è la Ferrari 275 GTS di Steve McQueen, un bolide con una storia davvero unica. “Quella vettura fu costruita ad hoc per lui – spiega l’esperto modenese – perché il modello che voleva l’attore era finito, e per ricostruire la vicenda mi sono messo a fare ricerche fino a imbattermi nella documentazione che Steve McQueen si scambiava con Enzo Ferrari via telex.
Era il ’65, e l’attore aveva ordinato una Ferrari nera, ma quando l’auto arrivò negli Usa l’attore la volle riverniciare di un color rosso Chianti. Più che un restauro, quello per me è stato il recupero di un’opera d’arte: mi è toccato mettermi sulle tracce del verniciatore originale, che per fortuna aveva ancora il pantone scelto da McQueen, e alla fine sono riuscito a riportare l’auto al suo aspetto originale. Ora quella Ferrari vale circa 13,5 milioni di euro”.
I restauri di Emiliano Torkar
Già, i costi. Se ogni ispezione di Emiliano Torkar costa poche migliaia di euro, per un restauro si può tranquillamente oscillare dai 300mila euro al milione e mezzo. Le auto in sé, invece, possono costare fino a 58 milioni di euro. Ma come funziona, il lavoro di un ispettore di Ferrari d’epoca? “Occorre studiare, sempre: è fondamentale conoscere ogni minimo particolare delle auto, e delle varie epoche di produzione dei veicoli. Capire, per esempio, quali viti o bulloni fossero utilizzati per le Ferrari a seconda dell’anno di produzione. Ho frequentato anche esperti fotografi e storici del settore: ci scambiamo informazioni e abbiamo creato un network di esperti. L’ispezione non è solo visiva, ma anche strumentale”, racconta l’esperto.
“Per esempio, adopero un attrezzo che effettua un’analisi chimica e fisica del metallo per verificare se è davvero quello uscito dalla fabbrica. Il motivo di tanta attenzione? Quei proprietari che vogliono iscrivere l’auto a un concorso d’auto d’epoca devono garantire il rispetto di certi presupposti e parametri. In quel momento, il cliente è in tensione come il giorno di un esame, ed è entusiasmante leggere nei suoi occhi l’emozione quando ottiene un riconoscimento, come un adolescente che assiste alla vittoria della sua squadra del cuore”.
Un’impresa personale
Dopo 20 anni a Maranello, per Emiliano Torkar arriva il momento di mettersi in proprio, sostenuto in questa scelta dalla moglie, l’avvocato matrimonialista Elisabetta Aldrovandi, a sua volta in prima linea da anni sul fronte della lotta ai femminicidi e alle violenze di genere. “Nel 2017 ho deciso di fondare la mia società, il cui nome gioca su una ‘variante’ della parola inglese ‘car’ e il suo cognome. Da qui, la TorKar Srl”. Tra i clienti di Emiliano Torkar non mancano volti noti del jet set, come il proprietario di una famosa maison di moda (“è un vero collezionista, possiede 25 Ferrari”) o il produttore hollywoodiano di serie TV, o ancora il titolare della principale catena di supermercati americani, uno dei proprietari delle squadre di basket e alcuni piloti della Formula Uno.
Oltre a ispezionare e a seguire i restauri delle Ferrari d’epoca, Torkar è anche un apprezzato giudice in questo tipo di concorsi, che oltreoceano si tengono quasi ogni settimana. Ma chi sono i maggiori possessori di questo genere di auto? “Soprattutto nord europei e americani – conferma l’esperto – ma non i ricchissimi emiri arabi né i cinesi o i russi. In quei Paesi preferiscono vetture moderne dai motori rombanti, sempre e comunque di lusso”.
Immagini courtesy Emiliano Torkar
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