Nel 2004, lo storico David Wondrich scoprì un manuale che conteneva l’antica ricetta pubblicata da un barista di nome Hugo Ensslin
Ci sono due cose che un cocktail richiede per diventare un classico senza tempo: ha bisogno di grande gusto e soprattutto di un bel nome. Prendete il Sidecar come esempio: Cognac, succo di limone e liquore d’arancia. E’ uno dei classici, conosciuto in tutto il mondo. Ora, se si dovesse sostituire il cognac con il gin, si avrebbe un cocktail chiamato White Lady, una bevanda piuttosto gustosa, ma il nome non è così conosciuto, motivo per cui probabilmente non se ne è mai sentito parlare. Il Sidecar con il whiskey non ha un buon sapore ma unito alla tequila? Si chiama Margarita ed è tra i cocktail più popolari al mondo. Non solo è sorprendente, ma la parola è evocativa e facile da memorizzare. Il Margarita avrebbe conquistato il mondo se si fosse chiamato ‘Il segreto dell’amore’? Probabilmente no.
Tutto per dire questo che oggi l’Aviation è uno dei cocktail più classici, ma prima non lo era. Uscito per la prima volta nel 1930, all’origine era composto da tre ingredienti principali: gin, succo di limone con liquore maraschino, un semplice gin sour con il liquore al posto dello zucchero. Venne inserito nel famoso Savoy Cocktail, libro di Harry Craddock, considerato una specie di ‘testo sacro’ per i mixologist che conteneva circa 700 cocktail fuori tempo pronti per essere riproposti.
L’Aviation era uno di questi, ma aveva due problemi. Il primo era che aveva un buon sapore, ma non abbastanza per essere ricordato e quindi difficilmente veniva ordinato. Il secondo era che nessuno aveva la più pallida idea del perché si chiamasse in quel modo e questo destava non poca confusione. Questi problemi perdurarono fino al 2004, quando lo storico David Wondrich scoprì un manuale dei cocktail che conteneva l’antica ricetta pubblicata 14 anni prima del libro di Craddock da un barista di nome Hugo Ensslin.
La sua ricetta aveva il familiare liquore di gin, limone e maraschino, ma conteneva un quarto ingrediente: quello che il Savoy aveva omesso e che contemporaneamente risolveva i problemi sia del sapore che del nome misterioso. Ensslin aggiunse un po’ di creme de violette che non solo dava un tocco floreale, ma rendeva il cocktail di un colore azzurro pallido.
L’Aviation cocktail oggi
Il segreto principale sta nell’utilizzare al massimo circa un cucchiaino e mezzo della creme de Violette, anche se risulta spesso difficile sopravvalutare il suo effetto. Il gin fornisce la spina dorsale, il limone la necessaria acidità e tensione, e il maraschino dona un tocco ‘funky’. È la Violette che fornisce un sapore che è allo stesso tempo delicato e potente. Gli altri gli danno una buona base, ma la crema lo completa.
Per quanto riguarda il nome, riprende la denominazione esatta del 1916. Nel 1903 e nei decenni che seguirono i fratelli Wright a Kitty Hawk riuscirono a battere e fissare nuovi record cosi come l’umanità cominciava a vivere il miracolo del volo umano. La parola aviation conteneva una promessa per tutti coloro che guardavano il colore del cielo e sognavano le possibilità di arrivare fin lassù. Il fatto che ora il termine si riferisca a qualcuno con la divisa che twitta con l’account di una compagnia aerea sui ritardi del tempo è irrilevante. Questo cocktail ha il sapore di un tempo antico e, combinato con il suo nome, suscita quel lungo senso di stupore. Ecco perché è diventato un classico senza tempo.
Ingredienti dell’Aviation cocktail:
- 4,5 cl di gin
- 1,5 cl lemon juice
- 1,5 cl di liquore maraschino Luxardo
- 0,5 cl di creme de violette
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