Nel Quadrilatero della Moda, tra storia e visioni, prende forma un nuovo capitolo del lusso contemporaneo. L’estetica inconfondibile di Louis Vuitton e l’arte culinaria della famiglia Cerea si incontrano in un sodalizio che parla milanese, ma ha il respiro del mondo.
Si entra da Via Montenapoleone, ma sembra di varcare la soglia di un luogo fuori dal tempo. Dove una volta pulsava il cortile centrale di Palazzo Taverna, oggi sorge Da Vittorio Café Louis Vuitton, un rifugio ovattato nel cuore di Milano. Il soffitto in vetro lascia filtrare la luce come in un jardin d’hiver parigino, mentre il pavimento, con il suo disegno ispirato a Martin Kline, si rivela opera d’arte sotto i piedi.
Il verde, orchestrato dal paesaggista Marco Bay, da décor si fa racconto e respiro. Palme reali, felci leggere, lauri a proteggere la quiete, vasi di terracotta verde dal design esclusivo. Ogni dettaglio è un invito a rallentare, a concedersi il lusso della pausa, dell’ascolto, della sorpresa.
Da Vittorio Café Louis Vuitton, la leggerezza come gesto di stile
Dietro i piatti, Chicco e Bobo Cerea, cuori e mani del ristorante Da Vittorio, tre stelle Michelin, oggi protagonisti di una nuova sfida. La loro cucina interpreta il concetto di luxury snacking con garbo e generosità: piatti semplici, raffinati e profondamente italiani. Il toast diventa simbolo con tre varietà di pomodori, mozzarella, pesto, pane dorato e chiuso come una conchiglia. Una sinfonia di gusto che sa di casa e di alta cucina.
Al Da Vittorio Café Louis Vuitton non manca l’audacia creativa con la gaufrette al granchio reale, il carpaccio con scaglie di grano, la varietà di uova servite con composta di mela e spuma di patate. E poi i dessert, che parlano il linguaggio di Louis Vuitton: una trilogia alla vaniglia, l’entremets alla nocciola, la charlotte alla frutta di stagione. Tutto profuma di tonka, di memoria e desiderio.
DaV: il ristorante dove Milano si riconosce
Poco distante, con ingresso da Via Bagutta 1, si apre un altro universo: DaV by Da Vittorio Louis Vuitton. Un ristorante che respira l’identità milanese con occhi nuovi. Il progetto, firmato nel rispetto dello stile architettonico di Portaluppi, si colora di toni audaci e ironia. Sulla parete, una Pantera Rosa di Katherine Bernhardt regge una pizza con ai piedi un paio di Nike e mostra l’arte del paradosso, insieme al lusso del sorriso.
Ogni dettaglio parla il verbo del lusso. Dal parquet in legno antico con disegno a stella, i pannelli in iroko traforati come pelle, le sedie di Carlo de Carli, i servizi da tavola della linea Louis Vuitton Constellation. Un equilibrio perfetto tra rigore e gioco, tra tradizione e slancio creativo.
L’Italia, secondo Da Vittorio
Con i suoi 44 coperti su due livelli, DaV propone un casual fine dining autentico e partecipativo. Gli antipasti si condividono al centro, come nei bacari veneziani, e ogni piatto parla italiano. L’ossobuco con risotto diventa omaggio al Monogram della Maison, con il riso sagomato a forma di fiore; le verdure e la frutta assumono forme nuove, sorprendenti, ma sempre riconoscibili.
La qualità delle materie prime è un manifesto: uova di galline selvatiche, pomodori del Vesuvio e della Puglia, burro di malga delle Alpi bergamasche. L’anima della cucina è affidata a Edoardo Tizzanini, con la supervisione attenta di Davide Galbiati e la regia sempre vigile di Chicco e Bobo. In sala, l’eleganza calorosa dello staff Da Vittorio guidato da Luigi Valentini completa l’esperienza.
DaV by Da Vittorio Louis Vuitton, una visione comune e un nuovo racconto italiano
“Il lusso è la genuinità di un’esperienza che resta nel cuore”, afferma la famiglia Cerea. Ed è proprio in questa frase che si racchiude il senso profondo della collaborazione tra Louis Vuitton e Da Vittorio. Due universi distinti, uniti dalla stessa tensione verso l’eccellenza, la cura maniacale del dettaglio, la capacità di emozionare senza ostentare.
Con questo nuovo indirizzo in via Montenapoleone, Milano si conferma capitale della moda e teatro privilegiato dell’evoluzione gastronomica. Un luogo dove le grandi firme si mettono al servizio del gusto, e la cucina diventa linguaggio universale del bello.
Immagini courtesy Louis Vuitton e Da Vittorio
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