Ogni anno, migliaia di appassionati di musica classica si spostano da una città all’altra per assistere a opere liriche, concerti sinfonici, festival dedicati ai grandi compositori.
Il turismo legato alla musica classica non è certo una novità: da tempo Milano, con il Teatro alla Scala, o New York, con il Metropolitan Opera House, rappresentano esempi di un’esperienza culturale per cui le persone sono disposte a muoversi, o ad acquistare prodotti culturali anche a distanza. La Scala ha saputo evolvere senza snaturarsi, investendo in nuove modalità di fruizione del patrimonio musicale, come i tour virtuali, i podcast, la digitalizzazione degli archivi e la proposta di visite interattive tra backstage e costumi storici. Al Met, invece, da oltre dieci anni si punta con decisione sulla trasmissione in diretta HD delle opere nei cinema di tutto il mondo. Una strategia che ha ampliato il pubblico e reso globale l’esperienza dell’opera, pur mantenendo intatto il fascino del “live” nella sua sede originaria.
Turismo della musica classica al Royal Opera House
Ma accanto a queste istituzioni storiche, oggi è evidente la crescita di nuovi centri culturali che stanno investendo in modo deciso nel turismo musicale, con una visione che unisce tecnologia, architettura d’avanguardia e promozione della cultura nazionale. Tra i casi più emblematici c’è quello di Muscat, capitale dell’Oman, dove nel 2011 è stata inaugurata la Royal Opera House. L’edificio spicca per la magnificenza dell’architettura, realizzata con marmi italiani, legno intagliato omanita e lampadari in cristallo austriaco, in un equilibrio di gusto arabo e solennità neoclassica. Dietro l’apparenza decorativa, però, si cela una struttura tecnologica tra le più avanzate al mondo. Il teatro è dotato di un sistema scenico completamente modulare: un guscio orchestrale di oltre 500 tonnellate scorre su binari, permettendo di trasformare in pochi minuti l’intero assetto della sala.
Royal Opera House di Muscat, ponte tra Opera e cultura araba
Le prime file possono scomparire sotto il pavimento, il pozzo dell’orchestra si alza o si abbassa, l’arco scenico si riconfigura in funzione delle esigenze acustiche e visive. Il risultato è un teatro in grado di passare rapidamente da una configurazione lirica a una sinfonica o a una più intima da camera, offrendo il massimo comfort a interpreti e pubblico. Ogni poltrona è dotata del sistema Mode23, un piccolo schermo touch integrato nello schienale che fornisce il libretto in tempo reale in diverse lingue, tra cui inglese, arabo, francese e italiano.
Il sistema consente anche di accedere a note di regia, informazioni aggiuntive, contenuti multimediali, persino di interagire con la sala, partecipando a sondaggi o inviando feedback. È un dispositivo pensato per un pubblico internazionale, che valorizza la comprensione dell’opera e migliora l’accessibilità culturale senza alterare la solennità della fruizione. Questa combinazione di lusso architettonico e avanguardia tecnica fa della Royal Opera House di Muscat una meta che rilegge la grande tradizione europea in chiave locale, adattandola a un nuovo pubblico globale curioso e sensibile alla qualità.
Dall’URSS a oggi, i 100 anni dell’Armenian National Philharmonic Orchestra e della musica classica
Un altro esempio significativo è Yerevan, capitale dell’Armenia, dove nel 2025 si celebrano i cento anni della Armenian National Philharmonic Orchestra. Fondata nel 1925 come orchestra del Conservatorio statale, la Anpo è diventata in breve tempo l’epicentro della vita musicale armena, contribuendo alla nascita di nuove formazioni sinfoniche nel Paese e alla diffusione internazionale della musica di compositori come Khachaturian, Babadjanyan e Arutiunian.
Dal 2000 diretta da Eduard Topchjan, l’orchestra ha saputo rinnovarsi nel repertorio e nello stile, ampliando le collaborazioni internazionali e realizzando produzioni in alta definizione e registrazioni in 4K. La sede storica dell’orchestra, l’Aram Khachaturian Concert Hall, è una delle architetture più celebri di Yerevan, progettata da Alexander Tamanian, e ospita ogni anno lo Yerevan International Music Festival. Per celebrare il centenario, nel 2025 l’orchestra porterà la sua musica in tournée in Spagna, Francia, Svizzera, Stati Uniti e Repubblica Ceca, riaffermando il ruolo della musica armena come ponte tra Europa, Asia e Medio Oriente.
Le nuove proposte della Vienna contemporanea
Vienna, da sempre cuore pulsante della musica classica, dimostra invece come anche le grandi capitali possano rinnovarsi, puntando su divulgazione e accessibilità. Nel dicembre 2024 è stato inaugurato Nest – Neue Staatsoper, uno spazio teatrale satellite della Wiener Staatsoper, pensato appositamente per i giovani e le famiglie. Situato nell’edificio del Künstlerhaus su Karlsplatz, il teatro dispone di 252 posti, orchestra fissa e una struttura scenica completa. Nest si propone di accogliere ogni anno oltre cento spettacoli e numerosi laboratori, con un’attenzione particolare al pubblico under 27. Tra le produzioni più curiose del primo anno figura “Nesterval’s Götterdämmerung”, uno spettacolo immersivo che rilegge Wagner in chiave contemporanea e partecipativa.
Sempre a Vienna, nel 2025 si celebra il duecentesimo anniversario della nascita di Johann Strauss II con l’apertura del nuovo museo multimediale a lui dedicato. Situato in un edificio storico restaurato e completamente ripensato, il museo propone un percorso su due piani e oltre 900 metri quadrati, tra schermi a tutta parete, sistemi audio individuali con localizzazione GPS e installazioni interattive. I visitatori possono esplorare la Vienna del XIX secolo, remixare valzer in tempo reale, ascoltare versioni rare delle composizioni di Strauss o creare il proprio accompagnamento orchestrale. L’obiettivo non è solo celebrare un grande compositore, ma trasformare il museo in un’esperienza immersiva e sensoriale, accessibile anche a chi si avvicina per la prima volta alla musica classica.
Oggi il pubblico cerca esperienze totali, che uniscano il fascino del repertorio classico con la possibilità di esplorare nuovi luoghi, nuovi linguaggi, nuove forme di fruizione. Il risultato è una sinfonia globale dove la qualità musicale resta il cuore pulsante, ma tutto intorno si costruisce un mondo fatto di architettura, tecnologia, narrazione e ospitalità. Un mondo in cui la musica classica continua a parlare al presente.
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