Monterey, il modello del debutto orologiero della maison francese, torna sul mercato a 45.000 euro con importanti aggiornamenti.
Louis Vuitton è forse più conosciuta per l’alta moda che per l’alta orologeria, ma da oltre un decennio progetta e presenta con frequenza sorprendente segnatempo ambiziosi. Sin dall’acquisizione nel 2011 di La Fabrique du Temps – la manifattura fondata dai maestri orologiai Enrico Barbasini e Michel Navas – la maison ha mantenuto un ritmo vertiginoso di innovazione, creando capolavori complicati che spaziano dai ripetizione minuti agli automi. Alcuni di questi hanno conquistato prestigiosi riconoscimenti al Grand Prix d’Horlogerie de Genève.
Monterey e le origini dei segnatempo Louis Vuitton

Louis Vuitton non è affatto nuova all’orologeria, infatti, produce segnatempo dalla fine degli anni ’80. In collaborazione con la designer e architetta italiana Gae Aulenti, che trasformò la Gare d’Orsay di Parigi nel Musée d’Orsay, vennero lanciati nel 1988 i modelli LV I e LV II. Questi riferimenti si distinguevano per diversi aspetti: le casse arrotondate e prive di anse, con corona a ore 12, richiamavano gli antichi orologi da tasca, mentre i quadranti offrivano funzioni come world time, G.M.T. e datario (LV I) oppure data, ora e sveglia (LV II). In origine, entrambi gli orologi erano mossi dai movimenti al quarzo, allora di tendenza.
Il soprannome Monterey e il valore collezionistico

Prodotti in oro bianco o giallo oppure in ceramica nera o verde, questi orologi vennero soprannominati Monterey, un gioco di parole con la pronuncia inglese di “montre” (in francese “orologio”). Benché nel 2002 Louis Vuitton abbia lanciato la collezione Tambour, gli LV I e LV II restano i veri esemplari da collezione vintage o neo-vintage della maison – soprattutto oggi, mentre nuove generazioni di appassionati scoprono questi modelli per la prima volta al polso delle celebrità o attraverso importanti aste.
Il nuovo Monterey in oro giallo

Oggi la maison ha riproposto questa silhouette classica, aggiornandola per il collezionista contemporaneo grazie al savoir faire interno. E ha anche un nome ufficiale rinnovato: Louis Vuitton Monterey. Alloggiato in una cassa da 39 mm in oro giallo con una corona allargata e zigrinata a ore 12, presenta un quadrante bianco in smalto grand feu con una visualizzazione semplificata. Questa configurazione “solo tempo” è valorizzata da minuterie chemin de fer in rosso e blu, indici arabi neri e le celebri lancette scheletrate a siringa laccate di rosso con la lancetta dei secondi in acciaio azzurrato. Frutto di oltre 20 ore di lavorazione, il brillante quadrante viene realizzato applicando numerosi strati di smalto vetroso e con più cotture in forno a una temperatura compresa tra 800 e 900 gradi Celsius. Si tratta di un aggiornamento notevole rispetto ai più semplici quadranti laccati degli originali.
Il calibro automatico del nuovo segnatempo

Sotto l’elegante nuovo volto pulsa un meccanismo altrettanto degno di nota. Al posto del quarzo, il Monterey è ora equipaggiato con il calibro automatico Lftma01.02. Prodotto in-house da La Fabrique du Temps, presenta platina principale con perlage circolare, ponti sabbiati e bordi micro-sabbiati, a testimonianza dell’attenzione ai dettagli. La massa oscillante in oro rosa 18 carati garantisce una riserva di carica di 45 ore e una frequenza di 28.800 alternanze/ora, mentre un semplice cinturino in vitello nero con fibbia ad ardiglione in oro giallo 18 carati completa il pacchetto raffinato.
Portare un modello così importante dal punto di vista storico (oltre che un classico anni ’80) negli anni 2020 non è certo un compito facile. Ma se l’accoglienza riservata di recente alla produzione orologiera moderna di Louis Vuitton è un indicatore, questo Monterey essenziale è destinato a raccogliere ampi consensi.
Articolo di Robbreport.com
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