Il Big Piece di Audemars Piguet, dotato di circa 19 complicazioni, sarà messo all’asta da Sotheby’s New York questo dicembre.
I collezionisti che desiderano aggiungere ulteriori complicazioni alle proprie vite sono fortunati. L’orologio da tasca Audemars Piguet più complicato esistente in mani private sarà battuto all’asta da Sotheby’s New York questo dicembre.
Il Big Piece e la sua rilevanza per i collezionisti

Affettuosamente soprannominato Grosse Pièce, o “Big Piece” in inglese, il numero 16869 presenta una grande cassa in oro giallo da 80 mm che racchiude non meno di 19 straordinarie complicazioni. Si prevede una vendita compresa tra 433.000 e 867.000 euro nella prossima asta, consolidando ulteriormente il posto del Big Piece nella storia dell’orologeria.
Origine e produzione dell’orologio
Commissionato nel 1914 da Smith & Sons di Londra per conto di un cliente sudamericano, questo orologio astronomico a due quadranti e doppia apertura con ripetizione minuti richiese circa sei anni per essere completato. Presenta un tourbillon a un minuto, un cronografo, un calendario perpetuo, indicazione delle fasi lunari, funzioni di grande e piccola sonnerie giorno/notte, contatori da 60 minuti e 12 ore, indicazioni dell’equazione del tempo e del tempo siderale, oltre agli orari di alba e tramonto. Il punto culminante, tuttavia, è la rara indicazione astronomica: una carta celeste del cielo notturno di Londra con 315 stelle e 18 costellazioni identificate. La Big Piece è l’unico orologio da tasca conosciuto a presentare una tale complicazione, secondo le ricerche condotte dal Dipartimento Heritage della manifattura svizzera. È inoltre l’unico esemplare di questo periodo a includere un tourbillon.
L’importanza del Big Piece nella storia dell’alta orologeria

La straordinaria combinazione di carta celeste, tourbillon e tutte le altre complicazioni consacra il Big Piece come un vero punto di riferimento nella linea Audemars Piguet (e nell’alta orologeria in generale). È eguagliato solo da Universelle con 19 complicazioni, esposto nel museo della manifattura a Le Brassus, in Svizzera.
La collezione privata e la riscoperta dell’orologio
Ad aumentare l’attrattiva del Big Piece è anche il fatto che sia rimasto nascosto per decenni in una collezione privata. Fu acquistato da Robert M. Olmsted, uno dei più attenti e meticolosi collezionisti statunitensi, nel 1970. Rimase fuori dalla vista del pubblico fino a quando lo storico dell’orologeria Gisbert L. Brunner ne scrisse in un articolo sull’Horological Journal nel 1990. All’epoca, la posizione dell’orologio era sconosciuta. Fu successivamente documentato nel libro di Brunner del 1993 Audemars Piguet: Masterpieces of Classical Watchmaking, dove venne descritto come “il risultato più elevato dei fondatori della maison”.
Il ritorno sulla scena di Big Piece e la rara esposizione

L’asta di dicembre segna la prima e unica apparizione pubblica dell’orologio dalla sua presentazione all’Esposizione Orologiera di Ginevra nel 1920. “Portare alla luce un tale capolavoro, rimasto nascosto per decenni all’interno di una delle più raffinate collezioni private americane, è un privilegio raro”, ha dichiarato Daryn Schnipper, Chairman Emeritus della International Watch Division di Sotheby’s, in un comunicato. “Si colloca tra i più grandi orologi ultracomplicati mai realizzati, offrendo a collezionisti ed estimatori uno sguardo senza precedenti sul genio dell’orologeria tradizionale”.
Altri pezzi straordinari della collezione Olmsted, tra cui due orologi da tasca Patek Philippe con doppio movimento mai visti prima, saranno messi all’asta in due vendite da Sotheby’s (Important Watches l’8 dicembre e Fine Watches dal 26 novembre al 10 dicembre).
Articolo di Robbreport.com
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