Costruita dal 1963 al 1977, l’Alpine è diventata un titano del motorsport che continua a far battere i cuori dei collezionisti.
Se si pronuncia l’aggettivo “francese”, la maggior parte delle persone pensa a vino, moda, pasticceria e profumi. Non tanto alle auto, ed è un peccato, visto che la storia dell’automobile francese è altrettanto avvincente di quella di un veicolo di qualsiasi altro Paese del continente.
A parte Bugatti, poche grandi auto francesi sono arrivate negli Stati Uniti, a parte forse la Citroën SM. Un piccolo gioiello francese di auto sportiva che non ha mai raggiunto il mercato statunitense è l’Alpine A110. Alpine è stata fondata nel 1955 a Dieppe, una città nel nord della Normandia, e il marchio, ora sotto la proprietà di Renault, produce ancora oggi automobili, tra cui la moderna Alpine A110, che non esisterebbe se non fosse per le vittorie negli sport motoristici e la perfezione estetica della sua antenata.
Prodotta dal 1963 al 1977, l’A110 è considerata l’Alpine più notevole di tutte. Il suo design è opera del prolifico Giovanni Michelotti, la cui penna ha toccato quasi tutti i grandi marchi italiani. La bellezza dell’Alpine sta nell’economia delle dimensioni, del peso e della catena cinematica.
Il successo di Alpine A110 nel rally
In origine, l’Alpine A110 è stata costruita per combattere ben al di sopra del suo peso. E quel peso era minimo, meno di 1.600 libbre, grazie a una carrozzeria in fibra di vetro su un telaio a longheroni d’acciaio. La struttura portante era Renault, compreso il motore quattro cilindri in linea montato posteriormente che, alla fine della produzione dell’auto, aumentò di cilindrata e di potenza, passando da 1,0 litri e solo 51 CV a 1,65 litri e fino a 180 CV.
Alla fine degli anni Sessanta l’Alpine, dal peso ridotto, raggiunse il successo come auto da rally e la fama internazionale, con la vittoria in molti eventi europei del Campionato Internazionale Costruttori e i piazzamenti sul podio al rally di Monte Carlo nel 1971 e nel 1973. Il suo più grande successo avvenne in quest’ultimo anno, quando Alpine divenne il primo Campione del Mondo di rally, sconfiggendo concorrenti come Lancia, Porsche e Ford. Solo la Stratos a motore centrale e V-6 della Lancia, lanciata nello stesso anno, pose fine al dominio della piccola Alpine A110. Tuttavia, le leggendarie prestazioni hanno permesso alla vettura di guadagnarsi un posto nella storia.
L’attenzione per i dettagli
Alta appena 44 pollici e lunga meno di 13 piedi, l’Alpine A110 si presenta al meglio nel colore French Racing Blue metallizzato. A catturare l’attenzione sono i suoi dettagli: strisce cromate sul cofano e sulle fiancate e cerniere cromate del cofano che ricordano quelle della 275 GTB/4 Ferrari. Tutto è più piccolo nel mondo Alpine A110, dove le ruote originali da 13 pollici utilizzano solo tre bulloni. Negli anni Settanta, il motore Renault R16 TS da 1,6 litri, dotato di doppi carburatori Weber e collocato nella parte posteriore del veicolo, erogava circa 125 CV e 106 ft lbs di coppia. Questa potenza era sufficiente a far raggiungere al modello un tempo da zero a 100km/h di 6,3 secondi e una velocità massima di 210km/h.
Fino a 150mila dollari per un’auto da concorso
L’Alpine A110 non fu costruita solo a Dieppe. Il successo nei rally aumentò la domanda al punto che il marchio esternalizzò la produzione in Spagna, Bulgaria, Messico e Brasile. Nonostante l’espansione, si calcolano meno di 7.500 esemplari prodotti dall’uscita del modello.
Possedere una Alpine A110 richiede la dedizione di un appassionato e una certa attitudine meccanica. Come per qualsiasi marca o modello esoterico, infatti, il proprietario deve saper comprendere i segnali della vettura. A seconda dell’annata e della messa a punto dell’esemplare, i prezzi variano da oltre 150mila dollari per un’auto da concorso a circa 130mila per un esemplare in condizioni eccellenti, indipendentemente dall’anno del modello.
Tuttavia, gli acquirenti dotati di abilità meccaniche possono entrare a far parte del club A110 per molto meno, a patto che riescano a entrare nell’universo Alpine per goderne le ricche e rare ricompense.
Articolo di robbreport.com
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