La società fiorentina cerca il connubio tra tecnologie d’avanguardia e top brand del design italiano in contesti architettonici dal fascino storico
articolo tratto dal numero di novembre di Robb Report Italia
Abitare la storia in chiave contemporanea, con un irrinunciabile italian touch. Questa l’ultima frontiera del lusso secondo Altus Lifestyle, case history del marketing immobiliare per avere portato nel real estate una ventata d’aria nuova.
Il gruppo, nato a Firenze nel 2016 dall’incontro tra il manager Pasquale Cataldi, erede di una famiglia di costruttori, l’imprenditore italo-messicano Fabio Massimo Covarrubias e l’architetto Michele Morandi, recupera edifici secolari di massimo appeal – palazzi, ville, castelli – per farne nuove residenze di pregio, in linea con gli standard del terzo millennio.
Dimore dove l’antico, con il suo sapore inconfondibile, sposa le più avanzate tecnologie e le migliori espressioni del design Made in Italy, da Kartell a Poltrona Frau, da Poliform a B&B Italia. Altus, questa la novità, fornisce infatti le proprietà chiavi in mano, complete di mobili e complementi, pronte da abitare. “Oggi nel segmento del lusso le case si preferiscono già arredate”, dice Cataldi. “Molti clienti (americani al 70%, ndr) non hanno tempo di cercare architetti o interior designer. E noi copriamo tutte le fasi del progetto: acquisizione, progettazione, realizzazione dei lavori e scelta degli arredi“.
A volte ci scappa pure il restauro. Come nel caso degli affreschi secenteschi di Palazzo Guicciardini Corsi Salviati nella centralissima via Ghibellina a Firenze. Un fiore all’occhiello nel portfolio di Altus, che vanta immobili anche al di là dell’oceano. I più esclusivi? Le 27 ville all’interno del Ritz-Carlton Reserve Residence di Los Cabos in Messico, che oltre al leggendario servizio Ritz-Carlton, dispongono di spiaggia da cartolina, porticciolo turistico e due campi da golf progettati da Greg Norman e Jack Nicklaus.
“Ogni creazione è diversa“, spiega Morandi, “ma la nostra filosofia è sempre la stessa: il rispetto della memoria e il dialogo tra passato e presente“. Gli ultimi progetti sono declinati su rinnovate esigenze. “La pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere la casa. Oggi c’è una maggiore richiesta di immobili ampi e comodi, in cui stiamo inserendo spazi dedicati allo smart working e all’apprendimento a distanza“. L’arte di abitare come specchio dello spirito dei tempi.
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