Ad Argiano l’anima del rosso di Montalcino e la passione per l’arte convivono in un luogo dal fascino senza tempo. Per rilassarsi e vivere la Val D’Orcia con charme, all’insegna del buon cibo e del vino conosciuto in tutto il mondo.
Un tuffo nelle sfumature verdi della Toscana attende chi vuole lasciarsi conquistare dalle terre del Brunello. In particolare, nei giardini della Tenuta di Argiano, la vista si perde dalla torre del vicino castello fino a Sant’Angelo in Colle, all’Amiata e, sul finire, Grosseto e la Maremma. La proprietà si trova infatti sul versante più ventoso di Montalcino, posizionato verso il mare, che influenza direttamente il carattere dei vini qui prodotti.
Argiano, un’origine nobile
La storia di questi luoghi inizia da un piccolo borgo isolato sia da Montalcino che da Grosseto, dove si viveva di ciò che si produceva tra orto, stalle e aie. A partire dal Rinascimento, Argiano è stato valorizzato da diverse famiglie nobiliari, come i Pecci di Siena che nel 1580 costruirono la dimora padronale. Conosciuta con il nome di Bell’Aria, è ancora oggi posizionata sul colle più alto e guarda la Val d’Orcia da una posizione privilegiata.
Nell’800 la proprietà è passata nelle mani di Ersilia Caetani Lovatelli, discendente di una delle famiglie più in vista di Roma (ha dato i natali a ben due papi). È stata lei a far conoscere il vino di Argiano nei più importanti circoli culturali dell’epoca: la produzione enoica è infatti iniziata con la costruzione della villa e, in un manoscritto del 1616, già se ne decantava la bontà. Non a caso Argiano è stata una delle cantine fondatrici del Consorzio del Brunello nel 1967, insieme a Biondi-Santi e altri grandi nomi del vino italiano.
Il primo Supertuscan con Tachis
Nel 1992, la proprietà passa dai Caetani Lovatelli alla contessa Noemi Marone Cinzano e vive di una nuova spinta vinicola con il lancio de Il Suolo, vino distintivo della tenuta che oggi non si produce più, in favore del pregiato cru Vigna del Suolo. Nel 1995 è nato il primo Supertuscan in collaborazione con l’enologo Giacomo Tachis con un blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. Un progetto audace per quegli anni e per questo chiamato “Solengo” che in dialetto di Montalcino significa “cinghiale solitario”, a rappresentare la voglia di andare contro corrente della contessa.
Dopo un periodo di alti e bassi, nel 2012 il finanziere brasiliano André Esteves ha acquistato la tenuta e, a seguito del crollo del tetto della villa, ha avviato un’opera completa di ristrutturazione di dimora, appartamenti e cantina storica.
Il nuovo volto di Argiano
Oggi la Villa Bell’Aria vive di nuovo splendore e ospita un ristorante, la dimora di Esteves e una galleria con una collezione privata di opere d’arte. Dall’edificio principale si accede anche alla cantina storica, con il nuovo pavimento in cotto toscano ed elementi di arredo in corten.
All’esterno due giardini all’italiana speculari ospitano gli aperitivi all’aperto durante gli eventi privati e d’estate si riempiono di fiori bianchi. Un arco ricoperto di glicine porta agli altri spazi verdi adornati di piante aromatiche, mentre pochi passi più in là si trova l’orto da cui la chef Elena Montini si rifornisce per realizzare i piatti della tradizione toscana.
Le camere di charme
Quelle che un tempo erano le stalle ospitano Argiano Dimore, tre appartamenti chiamati con le denominazioni originarie del catasto leopoldino: Orto, Casale e Ovolaio. Qui le 11 camere di diverse categorie (standard, deluxe, superior e junior suite) possono ospitare al massimo 22 persone, in modo da preservare la tranquillità del retreat di charme. All’interno, lo stile toscano si fonde con un design minimale e abbraccia arredi e illuminazione di recupero realizzati con il legno proveniente dal crollo del tetto della villa.
All’esterno delle camere, un’area verde è ideale per gli ospiti che vogliono fare colazione all’aperto, mentre un barbecue è a disposizione di chi riserva la struttura in buyout. Infine, una piscina allieta nelle giornate più calde e permette di consumare un light lunch o un aperitivo con vista sulle lussureggianti colline costellate di vigneti. Chi cerca una fuga romantica, può approfittare della chiesetta consacrata, per suggellare l’amore o rinnovare le promesse in occasione di un anniversario.
A completare l’offerta di ospitalità, il ristorante guidato dalla chef Elena Montini propone classici della tradizione toscana, accompagnati dalle etichette di vino prodotte ad Argiano.
La discesa nella cantina storica
Ad accogliere i visitatori nel mondo enoico della tenuta ci pensa la cantina storica, con l’area dedicata alla produzione e un susseguirsi di diverse stanze. La prima conserva le vecchie annate dei vini più pregiati, come Vigna del Suolo, cru di Sangiovese che proviene dal vigneto più antico di Argiano, curato da Bernardino Sani, enologo e ceo.
Un passaggio costruito dalla famiglia Pecci per fuggire dai fiorentini in tempo di guerra funge da condotto di aria naturale, mentre un antico pozzo è diventato una cantina verticale che racconta la storia del Brunello di Montalcino. Una grande scala a chiocciola scende fino al basamento, dove troneggia una statua di Bacco e lascia osservare, lungo tutte le pareti, le bottiglie dei maggiori produttori del territorio, donate oppure scambiate con le etichette di Argiano per sancire la collaborazione tra le cantine della zona. La più datata è del 1966, mentre la più recente porta l’annata 2018.
La collezione di vini francesi di Esteves è una chicca per intenditori e mette in bella mostra pregiate bottiglie provenienti da Bordeaux e una collezione di Chateau D’Yquem con differenti annate dal 1927 al 2015 che mostrano come il colore del vino si modifica con l’invecchiamento. Chi volesse aprire una bottiglia speciale, potrà fare richiesta e goderne al tavolo del ristorante di Argiano.
Degustare i vini di Argiano
La tenuta si estende su 125 ettari complessivi, di cui 58 vitati. Nel 2013, l’enologo Bernardino Sani e l’agronomo Francesco Monari hanno iniziato un progetto di micro-parcellizzazione dei vigneti, dando vita al pregiato Brunello di Montalcino Vigna del Suolo. La produzione vinicola è incentrata sul mantenimento dell’equilibrio e della biodiversità, con un occhio particolare al suolo, elemento fondamentale per la crescita in salute della vigna. Lavorando in biologico (la certificazione è arrivata nel 2019) attualmente vengono prodotti Brunello di Montalcino D.O.C.G., Rosso di Montalcino D.O.C e le due I.G.T Non Confunditur e Solengo. Tutti possono essere degustati in cantina, oppure al ristorante, abbinati ai piatti della chef Montini.
La collezione privata di Argiano
All’ultimo piano della villa padronale si trova la collezione d’arte privata di Esteves. Non esistono biglietti per accedervi e solamente gli ospiti speciali vengono condotti tra le sue sale. Lo spazio conserva un numero considerevole di opere che rappresentano il rinascimento toscano, acquistate in giro per il mondo, con l’obiettivo di riportarle “a casa”. Virtù, spalliere, trittici, dipinti delle scuole di Firenze e di Siena, arazzi, tavoli commessi e stemmi incantano con i loro colori vividi e le sfumature dorate. Bernardo Daddi, Luca della Robbia, Gregorio di Lorenzo, Michele Tosini, Tommaso e Domenico Salviati sono solo alcuni degli artisti esposti ad Argiano, insieme a Giorgio Vasari. Un percorso affascinante che rende la tenuta il vero fiore all’occhiello di Montalcino.
Immagini courtesy Argiano
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