Il 2025 segna un anniversario di grande rilievo: il centenario dell’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, evento tenutosi a Parigi con l’obiettivo di promuovere l’Art Déco.
Un secolo fa si fece strada per la prima volta una nuova estetica contrapposta all’Art Nouveau, celebre per le sue forme sinuose e floreali. Nacque così un nuovo stile, che assunse il nome emblematico di Art Déco, la cui cifra distintiva era il glamour: un fascino aristocratico ed elegante, animato da una vena elitaria, che celebrava la gioia di vivere e rifuggiva la banalità del quotidiano.
Art Déco, l’espressione di un’epoca
Tale ideale di bellezza si concretizzò in un linguaggio geometrico e simmetrico, nutrito di suggestioni eterogenee che spaziavano dall’antico Egitto alle culture esotiche, fino al dinamismo impresso dai nuovi mezzi di trasporto. L’Art Déco non si limitò tuttavia all’ambito artistico: divenne l’espressione di un’epoca in rapida trasformazione, investendo non solo l’arte, ma anche la moda, i costumi sociali, l’arredamento, il cinema e la vita quotidiana. Forse incarnò l’ultima grande stagione di illusioni prima della crisi della Grande Depressione e dell’avvento della Seconda guerra mondiale. Fu il periodo degli “anni folli”, caratterizzato da gioielli audaci in platino, diamanti e onice, che esprimevano netti contrasti. Anche gli oggetti di uso quotidiano riflettevano questa nuova libertà: portasigarette, poudriers e minaudières divennero simboli di una femminilità moderna e spregiudicata, che abbandonava corsetti e adottava gonne e capelli più corti, assumendo lo stile “à la garçonne“.
L’Art Déco nella mostra di GemGenève

Madeleine Vionnet Vestito da sera (1925) © Sylvie Delpech Courtesy Azzedine Alaïa Foundation
Sempre attenta alle tendenze culturali, GemGenève ha dedicato all’Art Déco una mostra monografica, evocativamente intitolata “A Legacy of Timeless Elegance”, che si inaugurerà con l’apertura del salone il 7 maggio 2025. Mathieu Dekeukelaire, direttore del salone e curatore dell’esposizione, racconta: “Desideravo creare un’esposizione trasversale, che unisse diversi mezzi espressivi e non si limitasse alla sola gioielleria, per sorprendere sia il visitatore neofita che il commerciante esperto. L’Art Déco è un movimento che continua a ispirare tutti, dai conoscitori agli appassionati, trasmettendo una forte carica espressiva attraverso il design”.




Fondamentali per la selezione sono stati i colloqui con i contributori dell’esposizione, quali Estelle Fallet (conservatrice del MAH), Violaine Bigot (direttrice del Patrimonio di Chaumet) e Jean Boghossian. “Considero questa mostra come un progetto collettivo: attraverso il dialogo con loro si è delineato il filo conduttore tra le opere”, continua il direttore. “I pezzi proposti in preselezione sono stati le prime pietre miliari, da cui ho potuto successivamente affinare la scelta finale e costruire il racconto del percorso espositivo”.
Ispirazioni per la gioielleria contemporanea
L’Art Déco ha influenzato tutte le arti applicate dell’epoca — e continua a farlo tuttora: è un linguaggio capace di coinvolgere una platea molto ampia. È stato un movimento sperimentale, che ha introdotto l’uso di materiali meno tradizionali come le pietre dure, il corallo e i gusci d’uovo. Ha innovato i tagli delle pietre preziose, semplificato le forme, aperto a nuove fonti d’ispirazione, dall’Oriente alle culture amerindie, dall’Asia all’architettura industriale e geometrica.
“L’Art Déco rappresenta quel momento cruciale in cui la gioielleria, come tutte le arti applicate, abbraccia la modernità, la libertà – in un mondo appena uscito dalla Prima Guerra Mondiale – e la praticità quotidiana, senza mai rinunciare all’eleganza”, prosegue Dekeukelaire. “Ancora oggi rimane una fonte inesauribile di ispirazione per i designer contemporanei, per i giovani collezionisti e per i connoisseur. Alcuni pezzi, pur risalendo a un secolo fa, conservano un’incredibile modernità e un’aura iconica”.
Attraverso circa 150 pezzi rari, la rassegna artistica propone un affascinante viaggio che attraversa un ampio arco temporale: dal nascere del movimento in Europa agli inizi degli anni Dieci del Novecento, fino a circa il 1930. La mostra offre una ricca panoramica di gioielli, oggetti da toletta, objets de vertu, orologi, abiti, mobili, arti applicate e materiali d’archivio, ricreando con cura l’atmosfera dell’epoca.
I sostenitori dell’iniziativa

Chaumet Astuccio porta sigarette rettangolare (1923), decorato con disegni giapponesi. @PaulineGuyon Courtesy Chaumet
Numerose istituzioni prestigiose e importanti collezionisti hanno sostenuto questa iniziativa. Tra i partner figurano il Musée d’Art et d’Histoire de Genève, il Musée International d’Horlogerie di La Chaux-de-Fonds, la Maison Chaumet, Ernst Färber, Faerber Collection, G. Torroni SA, Horovitz & Totah, Humphrey Butler, Morelle Davidson, Nicolas Torroni, Paul Fisher, la collezione heritage di Golay Fils & Stahl e molti altri.
La mostra dedica inoltre un ampio spazio all’orologeria, presentando modelli celebri come il Tank di Cartier (1919) e il Reverso di Jaeger-LeCoultre (1931), grazie al contributo del Musée International d’Horlogerie, del Musée d’Art et d’Histoire de Genève e della collezione Golay Fils & Stahl. In esposizione anche orologi da tavolo e pezzi di alta collezione.
Infine, a completare il percorso espositivo Art Déco vi è una selezione di gouache, pubblicità, fotografie, illustrazioni e riviste originali del periodo tra le due guerre. Di particolare valore educativo sono le opere provenienti dalla collezione privata del libraio Christophe Dubois, riconosciuto esperto internazionale nel campo dei libri sulla gioielleria. “A Legacy of Timeless Elegance” restituisce al pubblico l’autenticità di una stagione irripetibile, in cui arte, moda, modernità e lusso si fusero in un equilibrio perfetto, lasciando un’impronta destinata a non svanire.
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