Tra le sorprendenti bellezze nascoste di Charoen Krung, la strada più antica, una costellazione di stelle Michelin.
Articolo di Jenny Adams
Bangkok è nata grazie a un fiume. Tutto iniziò nel XV secolo, con un piccolo avamposto commerciale nella giungla situato in riva al fiume. Passarono i secoli, l’avamposto crebbe e agli inizi dell’Ottocento Bangkok assunse la forma odierna. Oggi, con oltre 20 milioni di turisti all’anno, è una delle città più visitate al mondo. Negli ultimi anni è esploso il quartiere sul lungomare, Bang Rak. E in particolare Charoen Krung, la più antica strada asfaltata di Bangkok, completata nel 1864, che ospita ora una fantastica serie di cocktail bar creativi e ristoranti, dove la Guida Michelin si è data da fare nell’assegnare le sue stelle. Ecco le migliori destinazioni da aggiungere agli itinerari nel Paese.
Yu Ting Yuan al Four Seasons di Bangkok
Non ci sono tavoli di serie B in questo regno della cucina cantonese contemporanea, aperto nel 2020 e premiato nel 2021 con l’unica stella Michelin presente in Thailandia per la cucina cantonese (stella poi mantenuta anche nel 2022). L’executive chef Qiu Xiaogui ha ideato una gamma delicata e variopinta di dim sum – a scelta tra menu fissi o alla carta – dalle foglie di tè giallo al crisantemo in infusione in vasi trasparenti all’anatra dorata e croccante preparata nella cucina a vista.
Il locale è splendido, grazie a un progetto di Jean-Michel Gathy che comprende finestre imponenti che si affacciano su un cortile con una vasca a specchio e composizioni floreali alte due metri che aggiungono colore ai pavimenti in marmo nero e alle luci scure a sospensione.
Capella Bangkok
Adiacente al Four Seasons, il Capella è stato sin da subito un grande successo quando ha inaugurato nel 2020. Ora attira viaggiatori benestanti per un drink nel suo bar eccentrico, Stella (i più previdenti prenotano i posti con largo anticipo). L’arredamento dorato qui è smaccatamente massimalista. La sala risplende di lampadari e marmi, un pavone bianco di grande effetto è appollaiato su una panchina e i cocktail vengono serviti in scintillanti bicchieri di cristallo.
Da provare il City of Khai, un mix speziato ed equilibrato di rum Issan, galangal e polvere di riso, lasciando che stuzzichi l’appetito per cenare al Côte, il ristorante stellato Michelin del Capella. I menu degustazione per la cena sono disponibili in opzioni da cinque, sette e nove portate. Ciascun piatto si ispira alla Costa Azzurra francese e alla riviera italiana con tocchi locali, che si tratti di coriandolo nel mascarpone o di succo di lime makrut sulle ostriche.
Bangkok da gourmet, Jua
Il nome significa “girare una carta”, un omaggio alla precedente storia dell’edificio come casinò. Con le sue pareti bianche e luminose, il bancone in terrazza e gli sgabelli minimalisti, il locale sembra un luogo nascosto in un vicolo tranquillo di Charoen Krung. Il sakè e il whisky sono serviti lisci o in cocktail come il Suntory Highball con soda e arancia. La lista di yakitori a rotazione dello chef Chet Atkins, dalla pancia di maiale con gochujang all’intestino di pollo salato, è eccezionale, ma sono i piatti da condividere che rivelano davvero il suo fascino, dalla guancia di manzo con un jus di vitello teriyaki al pollo fritto con insalata di uova speziata al togarashi.
Aksorn
David Thompson, australiano di nascita, è uno degli chef più famosi della Thailandia. Nel 2001 ha ottenuto una stella Michelin per il suo ristorante londinese, Nahm. In seguito lo ha portato a Bangkok e nel 2014 era in cima alla lista dei 50 migliori ristoranti asiatici. Dopo aver lasciato il ristorante nel 2018, ha aperto Aksorn in piena pandemia, all’interno di un piccolo centro creativo e di tendenza denominato Central: the Original Store.
Negli anni Cinquanta l’ultimo piano dell’edificio era occupato da una libreria. Thompson si è ispirato alle edizioni polverose dei libri di cucina del Sudest asiatico, selezionando ricette dagli anni Quaranta agli anni Settanta, i decenni in cui Bangkok era esplosa sia dal punto di vista commerciale sia creativo. Per gustare al meglio le sue vibranti combinazioni di sapori, dalle uova d’anatra brasate alle cinque spezie ai gamberi di fiume con anguria verde, si consiglia di prenotare un tavolo sulla terrazza panoramica. Da qui si può osservare il frenetico via vai di Charoen Krung.
80/20
Dopo aver mantenuto la stella Michelin negli ultimi quattro anni, l’80/20 annuncia il ritorno di Andrew Martin. Il cuoco che ha lavorato in precedenza presso questo ristorante thailandese all’avanguardia, nel 2021 ha assunto il ruolo di executive chef. Una delle sue prime mosse: eliminare il pranzo per concentrarsi esclusivamente sulla cena. L’offerta è un menu degustazione, pieno di energia tra cemento grezzo, musica hip-hop e una frenetica cucina a vista.
Martin mantiene un approccio personale, fermandosi a ogni tavolo per chiacchierare, di solito del suo apprezzamento gastronomico per gli insetti. I più avventurosi possono provare la pancia di maiale arrostita, con un insetto acquatico gigante chiamato maeng da. Una prelibatezza locale, grigliato nel suo guscio, la cui polpa viene estratta e mescolata alla pasta di peperoncino che ricopre la carne.
Articolo tratto dal numero estivo di Robb Report
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti