Sguardi intensi e domande esistenziali: le opere di Chetrit invitano a riflettere sulla complessità delle relazioni umane e sul potere delle immagini.
L’artista americana Talia Chetrit è protagonista a 10 Corso Como con Gut, la sua più grande mostra personale. Un viaggio attraverso trent’anni di creazione, dove l’artista, con uno sguardo tanto intimo quanto critico, indaga i meccanismi della rappresentazione di sé. Le sue fotografie, cariche di emozione e raffinatezza compositiva, sono un invito a interrogarsi sul potere dell’immagine e sulle dinamiche psicologiche che si nascondono dietro l’obiettivo.
Uno sguardo personale e intimo sul mondo
Il titolo Gut suggerisce la profonda connessione emotiva che lega l’artista alle sue opere, un’espressione autentica e senza filtri. Attraverso autoritratti, scene familiari e nature morte, Chetrit offre uno sguardo intimo e personale sul mondo, invitando lo spettatore a riflettere sulla natura delle relazioni umane e sui modi in cui i rapporti sono plasmati. La sua fotografia, caratterizzata da una delicata tensione tra fragilità e provocazione, esplora nel profondo l’animo umano.
In questa mostra, Chetrit presenta un percorso artistico di trent’anni (1994-2003), intrecciando scatti recenti con fotografie realizzate da adolescente. Ritratti di amiche, citazioni da icone come Cindy Sherman e sperimentazioni con la violenza: un viaggio attraverso la sua evoluzione artistica e la sua complessa relazione con l’immagine.
Intimità e distacco nelle opere di Chetrit
L’interesse di Chetrit per la rappresentazione femminile si manifesta in opere come Untitled (Body) e Self-portrait (Mesh Layer), in cui l’artista, attraverso autoritratti provocatori, sfida le convenzioni sulla rappresentazione del corpo femminile, invitando a una riflessione critica. Con le sue opere, Chetrit offre inoltre un ritratto intimo della sua famiglia, svelandone le dinamiche e le contraddizioni. Attraverso ritratti come Mom (Ball) e Dad/Mesh, l’artista utilizza il linguaggio della moda per decostruire gli stereotipi familiari, invitando a riflettere in maniera profonda sulle immagini.
L’opera di Chetrit oscilla tra vicinanza e distanza. Mentre infatti nei ritratti l’artista instaura un dialogo intimo con i soggetti, nelle vedute urbane, realizzate con l’obiettivo telescopico, adotta uno sguardo freddo e distaccato. Dall’intimità al distacco, l’artista esplora una vasta gamma di emozioni. Le sue nature morte, come Angels e Rubber Nipple, sono cariche di tensioni psicologiche e suggestioni, mentre l’atmosfera malinconica di Studio Chair evoca l’amore, la genitorialità e la seduzione.
La mostra, a cura di Alessandro Rabottini e Anna Castelli, sarà alla galleria 10 Corso Como fino al 17 novembre.
Immagini courtesy 10 Corso Como
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