Nel cuore segreto delle colline fiorentine, una villa intrisa d’arte e memoria si apre a soggiorni indimenticabili. Tra uliveti antichi, affreschi rinascimentali e quiete senza tempo, il lusso della Dimora Ghirlandaio si declina in autenticità.
Alcuni luoghi sono predestinati a custodire bellezze senza tempo. Non per esibirle, ma per sussurrarle a chi ha la sensibilità di saperle ascoltare. Dimora Ghirlandaio, rifugio di charme sulle alture morbide di Impruneta, si trova in un piccolo borgo sospeso tra la città di Firenze e il silenzio della campagna, dove ogni pietra racconta storie di pittori, colline e vento.
Nel 2025 questa antica residenza — un tempo casa della celebre famiglia di artisti che segnò il Rinascimento — apre a una nuova forma di ospitalità. Offre infatti la possibilità di soggiornare all’interno delle sue ville e suite, distribuite tra oliveti secolari, giardini all’italiana e scorci che sembrano rubati a un affresco.
Dimora Ghirlandaio, dove l’arte incontra la storia
Ogni villa è un microcosmo. Una narrazione intima fatta di travi antiche, materiali nobili e dettagli che parlano la lingua del Rinascimento. Villa Ghirlandaio accoglie con le sue cinque camere immerse in 328 metri quadrati di eleganza, mentre la più raccolta Villa Bottega, con le due stanze da letto, profuma di legno e di quiete. Per chi cerca il romanticismo di una fuga a due, La Limonaia offre la carezza discreta di una suite immersa nel verde.
Tutte le residenze, restaurate con sensibilità e visione dallo Studio Zorzet, uniscono il fascino austero dell’architettura toscana a comfort contemporanei e servizio su misura. L’esperienza si completa con spazi esterni esclusivi, cucine accessoriatissime, e quella raffinata discrezione che trasforma un soggiorno in un ricordo inciso nella memoria.
Il paesaggio come complice
Fuori dalle mura, la natura si fa teatro. Ventidue ettari di parco privato si distendono come un tessuto prezioso: ulivi ondeggiano alla brezza, orti biologici profumano di basilico e salvia, mentre una piscina a sfioro si affaccia sulla città culla del Rinascimento. Tra i vialetti di ghiaia, una cappella affrescata da Ridolfo Ghirlandaio, figlio d’arte, attende chi cerca un momento di raccoglimento o ispirazione.
Qui, l’arte diventa identità e si fa respiro quotidiano. Le lezioni di pittura tenute da un artista fiorentino si fondono con la luce dorata del pomeriggio, mentre le cooking class con l’executive chef Tommaso Ricci si trasformano in riti di connessione profonda con la cultura gastronomica locale.
La semplicità ricercata di Dimora Ghirlandaio
Nel vecchio fienile, oggi trasformato in ristorante per i soli ospiti della struttura, lo chef Tommaso Ricci mette in scena una cucina che vibra di sapori toscani. Il menu segue il ritmo delle stagioni e dell’orto. Ogni piatto è un equilibrio tra memoria e gusti nuovi, e rappresenta un gesto d’amore per il territorio.
Simbolo vivente di questa unione tra eleganza e radici è l’olio extravergine di oliva prodotto nella tenuta, premiato a livello internazionale per la sua purezza e la ricchezza di polifenoli. Ogni bottiglia racchiude in sé il sole della Toscana, la pazienza del lavoro contadino e la visione sostenibile di una famiglia che ha saputo trasformare un luogo in un paradigma di accoglienza raffinata.
L’arte dell’ospitalità toscana
“Dimora Ghirlandaio è un luogo che celebra il bello, il buono e l’autentico”, racconta Marco Cecchi, proprietario della tenuta. E in effetti ogni angolo del borgo è pensato per chi cerca un’esperienza autentica e lontana dalle solite rotte turistiche. Un volo in mongolfiera all’alba, il profumo del caffè che si mescola al suono dei passi sui ciottoli e la luce che filtra tra le tende antiche, celebrano l’idea di soggiorni che vibrano al ritmo lento della natura toscana.
Immagini courtesy Dimora Ghirlandaio, credits Alessandro Moggi e Martino Dini
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti