Dagli esordi nelle più grandi cucine del mondo fino all’olimpo stellato: la storia e lo stile dello chef Enrico Bartolini.
“L’amore per la vita è anche voglia di mangiarla.” Così Enrico Bartolini, chef italiano riconosciuto a livello mondiale, dà voce alla sua visione audace e creativa in cucina. Originario di Castelmartini in Toscana, ha plasmato la sua carriera attraverso una ricerca costante di innovazione e perfezione culinaria, guadagnandosi un posto di rilievo nella scena gastronomica.
Enrico Bartolini, dagli esordi alla scalata verso le stelle
Non eredita dalla famiglia la sua forte passione per il cibo e l’haute cuisine, ma sviluppa con determinazione il suo talento, spingendosi a osservare i grandi maestri di settore tra Parigi e Londra. È in Italia però che porta a termine il suo percorso formativo sotto la guida di Massimiliano Alajmo.
Nel 2005 prende in gestione un ristorante in Oltrepò Pavese, Le Robinie, dove attira la curiosità dei maggiori critici gastronomici che lo indicano come dei giovani chef più talentuosi e interessanti del panorama italiano: è qui infatti che nel 2008, a 29 anni, conquista la prima stella Michelin e comincia la sua brillante e inarrestabile escalation.
Ingredienti ed emozioni
“Per me, la cucina è un’esperienza emotiva”, riflette Bartolini. “È un modo per comunicare con i miei ospiti e trasmettere loro emozioni attraverso il cibo”. La sua cucina è una celebrazione della tradizione italiana, reinterpretata in chiave moderna per soddisfare i palati più esigenti. Uno degli aspetti distintivi del suo operato è infatti l’attenzione al territorio e alla stagionalità degli ingredienti. “Utilizzo solo materie prime fresche e di alta qualità,” spiega. “Cerco sempre di lavorare con produttori locali per garantire l’autenticità dei miei piatti.”
Ma la sua creatività non si ferma ai confini della tradizione. Bartolini è noto per la sua capacità di sorprendere e stupire i suoi ospiti con combinazioni di sapori dirompenti e presentazioni innovative. “Mi piace sperimentare con nuove tecniche e ingredienti”, ammette. “Tengo costantemente viva la mia curiosità e la mia passione”.
Fare sistema, la visione di Enrico Bartolini
Ben lontano dall’autoelogio, lo chef pluristellato si impegna a essere sostenitore della rappresentanza italiana nella gastronomia mondiale. “Come chef, mi sento responsabile di promuovere e difendere la nostra ricca tradizione”, afferma. “È importante che il mondo conosca e apprezzi la nostra cucina e i nostri prodotti di alta qualità, abbiamo un patrimonio inestimabile di biodiversità. A livello di sistema però, in Italia non siamo coesi. Dovremmo prendere esempio dall’impostazione francese in questo senso.”
Espressione della sua volontà di coltivare il talento dei giovani è la copiosa delegazione di chef e collaboratori a cui consegna i suoi ristoranti in tutta Italia e nel mondo, spronandoli a cercare l’identità di ogni singolo luogo. Il tempio della sua filosofia resta di certo il terzo piano del Mudec di Milano, il primo museo italiano dedicato alla pluralità di linguaggi e culture, un luogo in perfetta sintonia con la sua valorizzazione degli ingredienti e delle biodiversità, ma anche dell’imprescindibile e delicato lavoro di squadra. Ad affiancare Enrico in questo opificio di alta gastronomia, Davide Boglioli, chef de cuisine, e Sebastien Ferrara, direttore di sala ed esperto sommelier, che ha accuratamente selezionato la proposta di etichette italiane e straniere per la carta dei vini.
La soddisfazione del cliente
I numerosi riconoscimenti e premi per il suo contributo alla gastronomia, non eguagliano la soddisfazione per ciò che lui ritiene il vero successo: la soddisfazione dei suoi ospiti. “La cosa più gratificante per me è vedere le persone godersi il mio cibo e creare ricordi indimenticabili attraverso l’esperienza vissuta,” dice con umiltà.
Lo chef delle stelle sarà a lungo un punto cardinale del firmamento mondiale, ispirando giovani e appassionati di cucina con la sua creatività. “Ho ancora tanti sogni, seppur diversi da quelli degli esordi”, racconta. Il suo itinerario culinario è un’esplorazione delle possibilità della cucina, a cui tutti sono invitati a partecipare, purché equipaggiati di curiosità.
L’intento di trasformare ingredienti semplici in piatti straordinari è un tributo al saper fare italiano. Che sia una celebrazione della tradizione o una sperimentazione audace, Enrico Bartolini continua a stupire e incantare con la sua cucina senza tempo, alla scoperta di emozionanti architetture di sapori, senza mai dimenticare la culla delle colline toscane.
Immagini courtesy Enrico Bartolini
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