Il velivolo vanta gli spazi migliori della categoria e dispone di funzioni a misura di pilota
articolo tratto dal numero di novembre di Robb Report Italia
Business jet a lungo raggio: una classe di aerei ultra-premium e ultra-esclusiva, fatta di soli due modelli: Bombardier Global 7500 e Gulfstream G700. Fino a ieri, perché oggi c’è un nuovo jet in città, Dassault Falcon 10X, pensato per offrire “più comfort, distanza e possibilità“, dice Paul Floreck, vice president senior vendite per il nord America di Dassault.
“Offriremo ai passeggeri un’esperienza senza rivali sul mercato“. Una dichiarazione audace considerando la concorrenza del 10X e considerando che i clienti tendono a restare fedeli ai brand scelti, al punto che a Dassault potrebbe non bastare offrire nuove funzioni per convincere chi ha dei Bombardier o Gulfstream a cambiare squadra.
“Nei sondaggi il 75% rimane fedele a un marchio“, dice Rolland Vincent, presidente di Rolland Vincent Associates, società di consulenza per l’aviazione corporate, e “più alta la categoria, più alta la fedeltà“. “È raro che un potenziale acquirente debba decidere che jet comprare”, spiega. E aggiunge che la maggior parte dei proprietari di jet “ha in mente dei requisiti di missione ben precisi che potrebbero orientarli verso un modello o un brand”.
Falcon 10X, un investimento in ingegneria e strumenti
I numeri del Falcon però parlano chiaro. Con 78 metri cubi di volume interno e una cabina larga circa 2,8 metri e alta 2 vanta gli spazi migliori della categoria. Alla luce ci pensano 38 finestre suddivise in quattro zone che possono diventare salotti, uffici o addirittura una camera da letto con doccia. La quota massima raggiungibile dal 10X è la stessa dei suoi concorrenti (15.500 m), così da volare sopra al brutto tempo, con una quota cabina (pressurizzazione) di 900 metri.
Il jet è perfettamente in grado di volare sia ad alta che a bassa velocità e dispone di diverse funzioni ‘a misura di pilota’ come FalconEye, un sistema di visione combinato per identificare gli ostacoli durante il decollo e l’atterraggio in caso di maltempo, console touch-screen e doppio display Hud per i dati di volo primari. Un unico acceleratore controlla entrambi i motori e per quanto riguarda la velocità il Dassault arriva a Mach 0,925, con una velocità di crociera Lrc (lungo raggio) di Mach 0,85 e velocità di crociera massima di Mach 0,90.
L’autonomia massima del 10X è di 15.900 km, identica a quella del G700 mentre il Global 7500 può contare su 370 km in più. Tutti e tre i jet possono andare da New York a Pechino, o da Roma a Tokyo, senza sosta. Ma il 10X ha un altro asso nella manica: ha bisogno di meno di 760 metri di pista per atterrare, grazie in parte al design delle ali.
“Abbiamo cambiato il materiale: non più metallo ma fibra di carbonio, come sul nostro caccia Rafale“, spiega Carlos Brana, vice president esecutivo aviazione civile di Dassault. Il 10X, per Vincent, “rappresenta un grande scommessa per Dassault: un enorme investimento in ingegneria e strumenti“. Più che concorrente dei business jet esistenti è considerato “il primo di una nuova famiglia di aerei in questo settore“.
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