Prodotta dal 1984 al 1991, la vettura simbolo di Maranello in quell’epoca ha visto il proprio valore aumentare costantemente nell’ultimo decennio.
Quando una giacca doppiopetto con spalline imbottite eccessivamente indicava la presenza di un personaggio di spicco nella stanza, la Ferrari Testarossa si imponeva come la supercar più larga e audace immaginabile. Con il senno di poi, la vettura è stata un trionfo estetico in un decennio che ha visto emergere fenomeni di cultura pop. Ne sono un emepio i poster di Patrick Nagel, la musica dei Duran Duran e la prima stagione di Miami Vice, in cui i due detective protagonisti commettevano crimini stilistici tanto gravi quanto quelli che si proponevano di risolvere.
Ferrari Testarossa un’icona degli anni ‘80
La Testarossa fu concepita da Emanuele Nicosia e sviluppata sotto la direzione del capo del design Pininfarina, Leonardo Fioravanti, con il coinvolgimento di Nicosia, Guido Campoli, Diego Ottina e Ian Cameron nello sviluppo del progetto. Presentata al Salone dell’Automobile di Parigi nel 1984 come erede della 512 BB (Berlinetta Boxer), la Testarossa rimase in produzione fino al 1991, con un totale di 7.177 esemplari costruiti in otto anni, un successo indiscutibile per il modello di punta Ferrari dell’epoca.
Alla Testarossa seguì la più raffinata 512 TR, prodotta in meno di 2.300 unità. Infine, la 512 M, caratterizzata da fari a vista, fu realizzata in soli 501 esemplari tra il 1995 e il 1996. Fu l’ultima Ferrari a motore piatto 12 cilindri posteriore, prima che la serie fosse sostituita dalla più convenzionale 550 Maranello con motore V12 anteriore. Complessivamente, vennero costruiti 9.939 esemplari tra Testarossa e varianti 512, un numero superiore a qualsiasi altro modello Ferrari fino a quel momento.
Il design inconfondibile
Le caratteristiche prese d’aria laterali a griglia, simili a una grattugia per formaggio, rappresentano il tratto distintivo del design a superfici piane di Pininfarina per la Testarossa, il cui nome trae origine dalla Ferrari 250 Testa Rossa del 1957. Quel modello da corsa con motore V12 presentava coperchi delle valvole verniciati in rosso brillante, un dettaglio ripreso in seguito nella Testarossa a motore piatto 12 cilindri.
Sebbene più grande rispetto alla 512 BB che andava a sostituire, la Testarossa risultava più leggera. Con tetto e portiere in acciaio e altri pannelli della carrozzeria in alluminio, il design aerodinamico garantiva un basso coefficiente di resistenza con elevata deportanza. Mentre l’assenza di spoiler conferiva alla vettura una forma monolitica e scultorea, imponente da ogni angolazione. Con una larghezza prossima ai due metri, la vettura era più larga di circa quindici centimetri rispetto alla 512 BB per poter alloggiare cerchi dal diametro di 18 pollici con pneumatici di grande larghezza, migliorare il raffreddamento del motore e aumentare il comfort per i passeggeri.
Pur essendo indiscutibilmente un’auto sportiva, la definizione più accurata potrebbe essere quella di una GT biposto, in quanto non fu mai destinata a competizioni motoristiche di rilievo. Ciò non significa che la Testarossa non fosse performante.
Motore e prestazioni della Ferrari Testarossa
Il motore in posizione centrale-posteriore è un 4.9 litri a 12 cilindri contrapposti, con doppio albero a camme in testa, capace di erogare 385 CV a 6.300 giri/min e una coppia di 490 Nm a 4.500 giri/min. L’allora impressionante velocità massima di 290 km/h era accompagnata da un’accelerazione da 0 a 100 km/h in circa 5,2 secondi. I modelli successivi, la 512 TR e la 512 M, vantano prestazioni ancora più elevate.
Interni e i dettagli d’epoca
Nell’abitacolo dall’estetica essenziale e pulita, in stile Bauhaus, il cambio manuale a cinque marce è gestito da una leva con pomello nero a sfera montato su un’asta cromata, che si innesta con un caratteristico suono metallico nella griglia selettiva. Subito dietro, sulla console centrale, si trova un dettaglio che riporta indietro nel tempo: un set di cinque portacassette, per avere sempre a disposizione la colonna sonora giusta per il viaggio.
Un investimento in crescita
Fino a tempi recenti, la Testarossa e, in misura minore, la 512 TR, rappresentavano delle vere occasioni nel panorama delle Ferrari a 12 cilindri. Quei giorni sono finiti e la moda Ferrari di ieri è tornata in auge. Un intervento di manutenzione completo è un passaggio obbligato per ogni Testarossa. Infatti la sostituzione delle cinghie di distribuzione e di altri componenti critici richiede la rimozione dell’intero motore. È essenziale che la storia della vettura attesti una manutenzione regolare nel corso degli anni, poiché eventuali sorprese potrebbero trasformare un’esperienza di guida entusiasmante in una situazione imprevedibile.
La rivalutazione è stata costante nell’ultimo decennio e, attualmente, gli esemplari in condizioni eccellenti superano abbondantemente i 145.000 euro. Tuttavia, con una cifra compresa tra 126.000 e 145.000 euro, è ancora possibile acquistare un’auto in buone condizioni con potenziale di crescita del valore. Non resta che scegliere l’esemplare migliore possibile, trovare una strada libera e lasciare che il magnifico 12 cilindri Ferrari canti fino al tramonto.
Articolo di Robbreport.com
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