L’ex di Annabel’s e ZZ’s, James Julius, porta un tocco di sofisticatezza britannica in quello che si preannuncia come una delle nuove mete gastronomiche più ambite della città.
Discreto non è un aggettivo che si usa spesso per descrivere Miami, una città il cui skyline è firmato da Archistar come Zaha Hadid e Herzog & De Meuron. In una metropoli dove i concetti di ospitalità sono progettati per vedere ed essere visti, Harbour Club, situato nel quartiere di Sunset Harbour a Miami Beach, rappresenta l’esatto opposto: potrebbe facilmente essere scambiato per un semplice caffè di quartiere. L’unico indizio che lascia intuire l’esistenza di un esclusivo club privato dietro la facciata in terracotta è un disco di Damien Hirst alto oltre due metri, macchiato di colore e posizionato sopra la scala al secondo piano, strategicamente collocato accanto alle ampie finestre affinché sia ben visibile dalla strada sottostante.
Harbour Club, una seconda casa
Ispirato ai club privati per la ristorazione della tradizione inglese, il fondatore James Julius vuole che Harbour Club “sia un’estensione delle case dei soci—un luogo dove si può venire a mangiare un piatto di pasta e bere un martini al bancone quando non si ha voglia di cucinare un martedì sera”. Ha affermato l’imprenditore londinese, trasferitosi da New York a Miami nel 2021 per aprire ZZ’s Club, il club privato di Major Food Group nel Miami Design District. “Ho preso spunto dai club privati della mia città d’origine e ho voluto portare quello stile folle ma sofisticato all’interno degli spazi, senza esagerare con un’estetica da Las Vegas”.
Una piccola New York
Il piccolo quartiere di Sunset Harbour si estende per circa tre isolati lungo la Biscayne Bay, con il Venetian Causeway che collega questa parte di Miami Beach al centro città. “È come una piccola New York—tutti si stanno trasferendo qui e stanno costruendo case nelle vicine isole Sunset e Venetian”, spiega Julius, sottolineando che il quartiere è facilmente accessibile ma, a parte qualche juice bar e studi fitness di nicchia come Barry’s Bootcamp, manca di vere opzioni gastronomiche di alto livello. “Volevo creare uno spazio che fosse a portata di mano per tutti, dove potersi sedere all’aperto e vedere gli amici che passano”.
A’Riva, fusione tra cucina italiana, mediterranea e familiare
Il ristorante italiano-mediterraneo a’Riva, aperto al pubblico solo su prenotazione, si affaccia su una terrazza che si estende lungo il marciapiede, incorniciata da una lussureggiante vegetazione tropicale. L’executive chef Michele Esposito, originario di Napoli e con esperienze in ristoranti del calibro di Casa Tua a Miami, il tre stelle Michelin Villa Crespi in Piemonte e Caruso, A Belmond Hotel sulla Costiera Amalfitana, propone una cucina che fonde la tradizione costiera italiana, influenze mediterranee e ricette di famiglia. Tra i piatti spiccano le costolette d’agnello ricoperte di tamarindo con chimichurri e i celebri spaghetti alla Nerano, tipico della Campania, servito con fiori di zucchina e basilico.
Un’esperienza esclusiva nella Palm Room
Nella Palm Room, uno speakeasy dal fascino raffinato, si può gustare un menu di piccoli assaggi provenienti sia da a’Riva sia dal ristorante giapponese Nikai del Harbour Club, accompagnati da cocktail artigianali serviti tra morbide poltrone in velluto. Nei weekend, un DJ accompagna la serata fino a tarda notte, creando un’atmosfera esclusiva e ricercata.
Design sofisticato e il restyling
Le foglie di palma rappresentano un tema ricorrente negli ambienti distribuiti su due piani, frutto di un restyling durato due anni sotto la guida dello studio di architettura e design Yodezeen. La carta da parati Orlean, realizzata su misura, riveste i bagni dall’estetica altamente “Instagrammabile” (l’unico luogo dove le foto sono tecnicamente permesse), così come le pareti e il soffitto della Palm Room, la lounge riservata ai soci. Lampadari in ottone a forma di foglie di palma sovrastano i divanetti semicircolari in velluto della suggestiva Nikai Lounge, situata al secondo piano, dove il pesce fresco arriva ogni giorno direttamente dal Giappone e i roll vengono impreziositi con caviale.
L’omaggio a Londra
La scala che collega a’Riva agli spazi esclusivi del piano superiore è incorniciata da una carta da parati decorata con fiori di Strelitzia e sovrastata dalla scultura Sexy Robot di Hajime Sorayama, un imponente pezzo in metallo dal peso di oltre 130 kg. Questo elemento d’impatto rappresenta un omaggio alla celebre scalinata di Annabel’s a Londra, nota per il suo unicorno alato sospeso. “A Londra, le persone hanno più iscrizioni e cenano quasi esclusivamente nei club privati, evitando i ristoranti tradizionali”, spiega Julius. “Nell’ultimo anno circa, anche negli Stati Uniti si è iniziato a osservare questa tendenza, ma qui molte membership sono decisamente più costose rispetto a quelle londinesi. Per questo ho voluto portare a Miami lo stile dei club inglesi”.
Membership esclusiva del Harbour Club
I 40 soci fondatori del Harbour Club sono “alcune delle personalità più influenti di Miami” e Julius desidera che sentano di avere avuto un ruolo attivo nella selezione dei membri e nella creazione dell’esperienza del club. Il costo della membership esclusiva è di 2.400 euro l’anno, a cui si aggiunge una quota di iscrizione di 4800 euro; per chi sceglie la formula di socio fondatore a vita, la quota di ingresso una tantum è di 38.400 euro. “Ho detto loro: ‘Voglio che questo club sia come la vostra seconda casa, un posto dove conoscere chiunque varchi la soglia’”, afferma Julius, aggiungendo che tra le domande del modulo di candidatura viene chiesto quanto tempo si trascorre effettivamente a Miami, poiché la maggior parte dei soci vive stabilmente in città. “Ho voluto creare uno spazio pensato per la gente di Miami, per il quartiere di Sunset Harbour e per le isole vicine”.
Articolo di Robreport.com
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti