Protagonista di tanti film di successo, Matera affascina con i suoi Sassi, recuperati in maniera esemplare e diventati alberghi diffusi unici al mondo
articolo tratto dal numero di marzo di Robb Report Italia
E’ stata la Gerusalemme biblica nella Passione di Mel Gibson, nel King David con Richard Gere e nel Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, che qui provò, “uno scossone estetico”. Ma è stata anche la cornice ad altissima tensione di un’elettrizzante sequenza dell’ultimo James Bond, No Time to Die. È la Matera dei Sassi, case-grotte nel cuore della roccia viva, affastellate sul ciglione di una gravina dal fascino arcaico.
Tra alberghi di lusso e botteghe artigiane
Paesaggio urbano unico al mondo, che nel 1993 l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’umanità. Se fino al 1952 nei Sassi vivevano in promiscuità uomini e bestie (un “Inferno dantesco”, nelle parole di Carlo Levi), oggi, recuperati in maniera esemplare, ospitano alberghi e locande di charme, ristoranti e cocktail bar, botteghe artigiane, gallerie e collezioni d’arte.
Il Musma, Museo della sculturacontemporanea, accoglie tra le sale dell’aristocratico Palazzo Pomarici e il reticolo dei suoi suggestivi spazi ipogei più di 270 opere di 200 maestri quali Henry Moore e Pablo Picasso, Francesco Messina e Giacomo Manzù, Emilio Greco e Arnaldo Pomodoro. Opere che, nelle penombre, sembrano caricarsi del valore di epifania. Arte e art de vivre sullo sfondo immutato di uno scenario ad alto tasso spirituale: le cento e più chiese rupestri, eredità di quell’intenso movimento monastico che, tra l’VIII e il XIII secolo, trovò nella scabra drammaticità di questa cornice il luogo perfetto alla meditazione, alla preghiera, al silenzio dell’anima.
Scavati nel tufo, questi santuari di pietra incantano ancora per un misticismo amplificato dalle decorazioni sacre bizantine, che conservano intatta tutta la magia del colore. Imperdibili il complesso della Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci e, a una quindicina di chilometri fuori città, la Cripta del Peccato Originale, Sistina della pittura rupestre. Tramandata nella memoria locale come “Grotta dei Cento Santi” per le figure dagli occhi sgranati, è tappezzata da una poetica distesa di corolle vermiglie.
Collezioni d’arte uniche a Matera
Ma Matera è anche città rinascimentale e barocca, che affaccia sul labirinto di vicoli e scalinate del nucleo antico con ammalianti terrazze panoramiche. È una Matera poco battuta, ai margini della ribalta, dove vedere almeno due cose: la chiesa del Purgatorio, consacrata al culto della morte e incrostata di fregi dalle forme di teschio, e soprattutto Palazzo Lanfranchi.
Motivo? Il corpus della quasi totalità di dipinti – circa 700 – realizzati da Carlo Levi negli anni del confino. Tra questi il pannello Lucania ’61, solenne epopea per immagini di ben 18 metri e mezzo di lunghezza, realizzato per l’Expo di Torino per il Centenario dell’Unità d’Italia. Tela che Renato Guttuso considerava il capolavoro assoluto del Novecento.
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