articolo tratto dal numero di marzo di Robb Report Italia
Non dimentica le origini contadine Brunello Cucinelli, imprenditore-stilista nato a Castel Rigone, vicino Perugia, nel 1953. Un sentimento che lo accompagna nella vita, nel rispetto per la natura e per il paesaggio, nell’etica del lavoro. Cita spesso le parole sagge di suo padre Umberto, che gli ha trasmesso gli insegnamenti dei padri della filosofia greca e romana. Dopo un diploma da geometra e una facoltà di ingegneria abbandonata per mettere su un’attività di maglificio nel 1978, Cucinelli si fa subito notare per l’idea di colorare il cashmere color naturale.
Da qui il successo internazionale per le collezioni uomo, donna, bimbo, di un lusso sofisticato e prezioso. I risultati economici portano nel 2012 alla quotazione in Borsa. “Nella mia impresa ho messo l’uomo al centro del processo produttivo, sono convinto che la dignità ci sia restituita solo attraverso la riscoperta della coscienza”, dice nel suo studio- atelier a Solomeo, dove vive e lavora.
Qui nel 1985 ha comprato il Castello diroccato del 1300 e lo ha trasformato nella sede dell’azienda. Tutt’intorno negli anni ha costruito il Teatro, la Biblioteca, il Ginnasio, l’Anfiteatro, fino al Foro delle Arti e alla Scuola di Arti e Mestieri. Nel 1982 Cucinelli ha sposato Federica Benda dalla quale ha avuto le due figlie Carolina e Camilla. Tutta la famiglia lavora in azienda. Pluripremiato nel mondo, la sua azienda è esempio unico di “capitalismo umanista”.
Quale consiglio vorrebbe avere seguito?
“Ho sempre cercato di assecondare l’umanità”.
Quali app usa più spesso?
“In realtà, non sono troppo connesso. La tecnologia è un dono, ma credo ne vada fatto un buon uso”.
Qual è il capo del guardaroba che indossa più volentieri?
“Senz’altro la giacca. È un elemento centrale nel mio modo di vestire, anche con un pantalone più sportivo. La indosso spesso con un pantalone panama. Un po’ come se fosse la mia divisa”.
Dove e come si rilassa?
“Credo nell’ozio creativo”.
C’è qualcosa che ha fatto di recente per la prima volta?
“Mi è sempre piaciuta la poesia, di recente me ne sono innamorato, sperimentando la sensibilità e il fascino che ha sull’animo umano”.
C’è qualcosa che si pente di non aver acquistato?
“Direi di no; cerco sempre di immaginare che ciò che acquisto potrà essere lasciato in eredità”.
Qual è l’ultima aggiunta alla sua collezione di…?
“… capospalla: un outerwear di maglia”.
Il piatto più buono che sa cucinare?
“Non so cucinare, lo fa Federica, mia moglie, ed è bravissima. Io adoro pane e olio e la pasta con olio e parmigiano”.
Che routine segue per tenersi in forma?
“È sempre stata la mia passione. Raccomanda Platone nella Repubblica: ascoltare musica meravigliosa; fare dieta misurata; fare ginnastica ogni giorno”.
La prima cosa appena sveglio?
“Cerco di ricordare il sogno”.
Che cosa desidera a fine giornata?
“Contemplare il cielo e le stelle”.
Quanto si fida del suo istinto?
“Cerco di assecondare ciò che mi accade. In generale penso di volere collaborare con il fato”.
Che cosa farebbe la differenza nella sua vita?
“Trovo che il tempo sia l’unica cosa certa che abbiamo avuto in parti uguali nella vita”.
Quali sono i suoi ristoranti abituali a Milano, Londra, New York…
“Salumaio a Milano, Sant’Ambreus nel West Village, Cecconi a Londra”.
Che cosa non può mai mancare nel suo bagaglio a mano?
“Una moleskine e una matita”.
Indossa un orologio? Quanti ne possiede?
“Sempre, ne ho una decina molto classici ma per me meravigliosi, senza tempo”.
Qual è l’auto alla quale è più affezionato?
“Jaguar E-type del 1965, color english white con interni in pelle rosso”.
Per cosa vale la pena pagare?
“Per avere tempo, e avere anche piccoli, ma quasi immortali oggetti”.
Il suo vino preferito?
“Non uno, ma tantissimi! Su tutti sono innamorato dei vini toscani, ma credo sia normale per l’influenza che esercita su di me la mia amata Firenze e le sue terre”.
Il cocktail preferito?
“Da italiano preferisco il vino, ma con la bella stagione il classico spritz è quello che scelgo”.
Hotel preferito?
“Credo che ogni città ne abbia uno, se proprio dovessi dire, il Four Seasons di New York”.
Se potesse essere in qualsiasi parte del mondo in questo momento, dove vorrebbe essere?
“Decisamente a casa, sono innamorato della mia terra, Solomeo. Mi piacerebbe vivere sempre a casa, come il mio maestro Kant”.
Chi ammira di più e perché?
“Vi sono tantissime persone che stimo. Sentendomi fortemente italiano, sono entusiasta di essere governato dal presidente Mattarella e dal premier Draghi”.
La sua città preferita?
“Vi sono città meravigliose che mi hanno affascinato, se proprio dovessi scegliere direi Roma città immortale, come la definisce Adriano Imperatore”.
L’ultimo spettacolo al quale ha assistito?
“Sono ormai due anni che non usciamo, forse lo spettacolo più affascinante degli ultimi tempi è stato i Dieci comandamenti di Benigni; ho trovato il passaggio sul concetto di felicità straordinario”.
Dylan o Bowie?
“Due grandi geni. Se devo scegliere, Bob Dylan”.
Brunello Cucinelli: Boutique ufficiale per donna, uomo e bambino
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