Introdotta nel 1975 e successivamente venduta negli Stati Uniti con il nome di Scorpion, la poco considerata Lancia rimane un piacere da guidare.
Lancia non è un marchio molto conosciuto tra gli appassionati di auto, specialmente all’estero. Infatti, i suoi modelli erano costosi e raramente sono stati visti negli Stati Uniti durante i cinque decenni precedenti all’acquisizione del costruttore da parte di Fiat nel 1969. Una fusione avvenuta dopo alcuni anni difficili che rischiavano di condurre all’estinzione il produttore italiano.
La Serie Beta e la nascita della Lancia Montecarlo
I primi anni Settanta segnarono l’arrivo della nuova Serie Beta di Lancia, lanciata nel 1972 come una gamma di modelli di fascia alta dall’aspetto inedito e con componentistica Fiat. Pensata per reinventare il marchio, si trattava di un coraggioso tentativo di rebranding. A metterlo in in risalto furono la splendida Beta Coupé e dalla Beta HPE shooting brake, entrambe basate sulla piattaforma a trazione anteriore. La stessa utilizzata anche dalla più popolare e accessibile berlina fastback Berlina.
L’ultima – e di gran lunga la più originale – vettura della gamma Beta fu la Montecarlo. Una sportiva a motore centrale che condivideva il motore Fiat da 2,0 litri e 120 CV con le altre Beta, ma ben poco oltre a quello. Introdotta nel 1975, la seducente biposto arrivò in Nord America come modello 1976 e 1977 con il nome di Scorpion (un omaggio al logo ispirato all’aracnide di Abarth). Questo è dovuto all’esistenza, nel listino Chevrolet, di un modello chiamato Monte Carlo, e della conseguente minaccia di azioni legali.
La progettazione di Pininfarina e ruolo nel rally gruppo B
Progettata e costruita da Pininfarina, la piccola Lancia ricordava una Ferrari 365 GT4/BB in miniatura. Il telaio monoscocca e l’abbondante spazio posteriore la rendevano la piattaforma ideale per la nuova auto da rally del Gruppo B di Lancia, che richiedeva che il veicolo da competizione fosse basato, seppur vagamente, su un modello di produzione. Il progetto rally di Lancia fu denominato Abarth SE037, dotato di un motore Fiat Abarth quattro cilindri in linea bialbero, sovralimentato con compressore Volumex, capace di erogare oltre 300 CV.
Il problema delle prestazioni della Scorpion Americana
Per chi possedeva una Lancia Scorpion del 1977 appena uscita dalla concessionaria, tale livello di potenza e prestazioni sarebbe sembrato sbalorditivo al confronto. Considerando che la versione di produzione destinata al mercato statunitense, dal rombo e dall’aspetto ben più aggressivi rispetto alle reali capacità, erogava appena 81 CV dal motore Fiat da 1.800 cc, quattro cilindri in linea bialbero depotenziato. Erano gli anni cupi dei sistemi anti-inquinamento che penalizzavano drasticamente le prestazioni di motori altrimenti brillanti. Ma l’anima della Scorpion non fu facilmente annientata. Dimostrava la veridicità dell’assioma secondo cui è meglio guidare un’auto lenta al massimo delle sue possibilità che un’auto veloce al minimo delle sue.
L’evoluzione della Lancia Montecarlo
Lancia Montecarlo venne lanciata come alternativa di fascia alta alla popolare Fiat X1/9, che montava un motore quattro cilindri in linea da 1,3 litri, monoalbero, ed era ancora più lenta, seppur divertente da guidare. Come nella più piccola Fiat, anche nella Lancia il motore era montato trasversalmente, accoppiato a un cambio a cinque marce con trasmissione e differenziale posteriore integrati.
Entrambe le vetture condividevano un telaio monoscocca simile, con sospensioni anteriori a montanti MacPherson e freni a disco su tutte e quattro le ruote. I freni della Lancia Scorpion rappresentavano un problema. Tendendo infatti a bloccarsi con facilità, portò a un’interruzione della produzione per due anni (non furono prodotte Montecarlo tra il 1979 e il 1980). La produzione riprese dall’introduzione della Seconda Serie migliorata (sebbene meno originale nell’aspetto), tra il 1980 e il 1981. Tuttavia, questa versione fu disponibile solo in Europa.
Differenze tra versioni europee e americane
Fin dall’inizio l’Europa ricevette varianti Coupé e Spider, con paraurti aerodinamici e fari integrati. In America invece arrivarono solo gli Spider, dotati di paraurti massicci e fari a scomparsa, con un originale tettuccio in tessuto con cinghie in plastica. Questi inevitabilmente si rompevano e continuano a rappresentare un punto debole dei modelli convertibili. I modelli statunitensi del 1976 avevano contrafforti posteriori pieni, dietro le porte. Nel 1977 furono sostituiti da contrafforti volanti con pannelli in vetro, che miglioravano la visibilità posteriore e affinavano persino il profilo, ricordando quello della Maserati Merak.
Rarità, quotazioni e prospettive della Lancia Montecarlo
Le Lancia Montecarlo non sono diffuse. Ne furono costruite solo 7.798 tra il 1975 e il 1981, e appena 1.801 furono esportate negli Stati Uniti, molte delle quali sono probabilmente ormai scomparse. Sebbene non raggiungeranno mai valutazioni elevate, queste vetture rappresentano un’espressione raffinata del talento stilistico di Pininfarina al suo meglio. Per un esemplare in buone condizioni si può prevedere una spesa di circa 9.000 euro (il prezzo originale della Scorpion al momento del lancio), fino a 17.500 per i migliori esemplari.
Importazione e restauro
Queste vetture europee possono essere esportate legalmente negli Stati Uniti. Le Montecarlo di Seconda Serie diventano un’opzione valida, seppur collocata nella fascia alta delle valutazioni. Sia la Montecarlo che la Scorpion (destinata al mercato americano) sono più adatte a proprietari con competenze meccaniche. Questo perché la maggior parte degli esemplari ha subito anni di incuria, ruggine e, in alcuni casi, modifiche discutibili, e trarrebbero beneficio da un restauro accurato e rispettoso.
La buona notizia è che la meccanica è robusta e i ricambi sono abbondanti. Quindi a parte la ruggine e la difficoltà nel reperire finiture e componenti specifici del modello, si tratta di auto davvero piacevoli. Gli appassionati più seri potrebbero considerare l’acquisto di una seconda vettura da usare come donatrice. I veri estimatori della Lancia Scorpion sono una razza rara, e a loro va il merito di tenere viva la passione.
Articolo di Robbreport.com
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