Mentre a Vienna si chiude una grande retrospettiva dedicata agli ultimi anni di Egon Schiele, l’artista che ha impresso sulla carta il corpo femminile come oggetto di sguardo, si aprono in città tre importanti mostre tutte dedicate a protagoniste femminili.
Questa coincidenza si carica di senso e sembra un passaggio di testimone: dalle figure di donne modellate dallo sguardo maschile – muse, modelle, icone erotiche – alle donne che oggi quell’immagine se la costruiscono da sole, in quanto artiste, autrici, narratrici di sé stesse. A fare la differenza è il mezzo: la fotografia, la performance, il video, ma anche le pratiche tessili e l’arte documentaria. Tutti linguaggi che, nel tempo, si sono affermati come territori di libertà per chi stava fuori dal canone pittorico tradizionale. Vienna, in questa estate 2025, è il luogo dove questa transizione diventa visibile con tre mostre in luoghi differenti.
Francesca Woodman all’Albertina Museum
A inizio estate l’Albertina ospita una mostra dedicata a Francesca Woodman, figura ormai leggendaria della fotografia contemporanea. Nata a Denver nel 1958 e morta giovanissima a New York nel 1981, Woodman ha lasciato un corpus di opere sorprendente per maturità, rigore e intensità. Le sue immagini in bianco e nero, spesso di piccolo formato, mettono al centro il suo corpo come soggetto e oggetto al tempo stesso. Attraverso riflessi, sfocature, velature, autorappresentazioni mascherate o frammentate, Woodman mette in scena una grammatica visiva che rompe i confini tra visibilità e sparizione, tra presenza e inquietudine. In questa mostra, curata da Gabriele Schor e sostenuta dalla Verbund Collection, che detiene la raccolta più completa delle sue opere fuori dagli Stati Uniti, la sua poetica appare in tutta la sua radicalità. La fotografia, per Woodman, è lo strumento con cui ridefinire il confine tra corpo e rappresentazione. Uno sguardo che ancora oggi appare destabilizzante e sorprendentemente attuale.
Mostre femminili: Christine de Grancy al Foto Arsenal Wien

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Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, il nuovo spazio Foto Arsenal Wien dedica una retrospettiva alla fotografa austriaca Christine de Grancy, scomparsa nel 2023. Intitolata Above the World, Beyond the Ages, la mostra raccoglie oltre duecento opere, tra scatti aerei, reportage etnografici, fotografie teatrali e riflessioni personali sul concetto di identità. De Grancy ha attraversato territori geografici e culturali con una sensibilità fuori dal comune: dai deserti africani alle periferie dell’Europa, dalle scene teatrali del Burgtheater di Vienna ai volti delle donne Tuareg.
Il suo sguardo è sempre delicato, mai invasivo, profondamente rispettoso del soggetto ritratto. In ogni scatto si avverte un’etica dell’incontro e una capacità di vedere ciò che, pur sotto gli occhi di tutti, resta invisibile. Questa mostra – pensata anche come omaggio alla sua eredità culturale – restituisce una figura che ha saputo coniugare rigore fotografico, sensibilità sociale e tensione lirica. Il suo lavoro è un inno alla pluralità del reale, alla memoria come costruzione visiva, alla fotografia come archivio di umanità.
Radical! al Lower Belvedere

Milada Marešová_Braut mit Zigarette_1933_Nationalgalerie_Prag © Zlata Marešová
Con la mostra Radical! – WomenArtists and Modernism 1910–1950, il Lower Belvedere propone una rilettura coraggiosa e necessaria della storia dell’arte del primo Novecento. Curata in collaborazione con il Museum Arnhem e il Saarlandmuseum, l’esposizione raccoglie opere di oltre sessanta artiste provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo: ripensare il modernismo attraverso il contributo delle donne, spesso trascurate nei manuali e nei musei, nonostante abbiano partecipato pienamente ai fermenti d’avanguardia.
Da Hannah Höch a Claude Cahun, da Sophie Taeuber-Arp a Elizabeth Catlett, la mostra mette in dialogo opere pittoriche, sculture, filmati, installazioni, fotografie e tessuti. Il filo rosso è la ricerca di linguaggi nuovi per raccontare l’identità, la sessualità, la politica, il corpo, la maternità, la guerra, la marginalità. Le artiste presenti in Radical! sono testimoni del proprio tempo, attive nella trasformazione artistica e sociale del secolo. Alcune di loro hanno lottato per la sopravvivenza, altre per il riconoscimento, tutte per una visione dell’arte più inclusiva e libera.
Mostre femminili: una nuova genealogia visiva

Toyen_Krieg (Die Vogelscheuche)_1945_ 8smicka Foundation_ Humpolec
Queste tre mostre – diverse per taglio, periodo storico e linguaggio – raccontano un’unica storia: quella di una nuova genealogia visiva femminile. In un’epoca che ancora fatica a restituire piena parità nei musei e nelle narrazioni artistiche, Vienna si propone come luogo di riscrittura. In fondo, non è forse sempre l’arte a indicare dove sta andando la società? Oggi sono le artiste stesse a interrogare quel passato in cui erano soggetti narrati e non narratori, a mettersi davanti all’obiettivo, a ridefinire il rapporto tra immagine e potere.
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