Con il nuovo Geopolis Opal, Louis Moinet sfrutta l’applicazione di un quadrante in pietra per ottenere un effetto arcobaleno.
Mentre le linee di genere si confondono e l’industria orologiera diventa sempre più colorata con i suoi design, le pietre preziose hanno iniziato a essere considerate dai collezionisti per il valore dei quadranti, e marchi come Piaget e Jaeger-LeCoultre, che hanno sempre fatto bene questa applicazione, sono saliti alla ribalta. In seguito è arrivata la tendenza arcobaleno, nata nel 2012 con il primo Rainbow Daytona, che ha preso piede negli ultimi cinque anni e che non ha subito rallentamenti, con tutti i principali marchi che hanno introdotto sul mercato la propria interpretazione.
Dalle pietre agli zaffiri
Al di là dell’estetica più brillante e audace, queste due tendenze condividono l’applicazione tecnica dell’integrazione delle pietre preziose nell’arte orologiera, che si tratti del quadrante, della lunetta, della cassa o del bracciale. Per quanto riguarda i quadranti in pietra, le opzioni variano dal lapis alla malachite, dall’occhio di tigre all’onice, dal corallo al turchese. In alternativa, la maggior parte degli orologi arcobaleno utilizza una serie di zaffiri accuratamente selezionati.
Ma c’è una gemma che sembra essere stata trascurata: l’opale. In parte, questa dimenticanza può essere dovuta a motivi pratici. Gli opali sono estremamente rari, molto più dei diamanti. Tuttavia, con una sola pietra si ottiene uno spettro di colori ipnotico.
L’effetto arcobaleno di Louis Moinet
Louis Moinet è un orologiaio che ha da tempo riconosciuto il fascino dell’opale. Il marchio indipendente ha dimostrato di essere un maestro nella realizzazione di quadranti in pietre preziose, fossili e meteoriti, e questa tradizione continua con la sua ultima creazione: il Geopolis Opal. Con il Geopolis Opal, Louis Moinet sfrutta l’applicazione di un quadrante in pietra per ottenere un effetto arcobaleno: un vantaggio per tutti. In questo caso, l’onice getta le basi per far risplendere dieci opali brillanti intorno alla periferia del quadrante.
Un disco di opale più grande occupa il centro della scena, irradiato dalle lancette delle ore e dei minuti al centro del quadrante. Infine, un dodicesimo e ultimo opale si trova dietro il tourbillon a ore sei. L’estetica che ne deriva è piuttosto accattivante, ma questa è solo la metà del puzzle. Dietro il design c’è un’importante realizzazione tecnica. Gli opali sono pietre estremamente fragili e il processo di taglio richiede estrema pazienza, precisione e abilità. Per realizzare questa disposizione del quadrante, ogni opale è stato tagliato e lucidato a mano, per poi essere ridotto a dischi di soli 0,5 mm di spessore. Il Geopolis Opal è già sul mercato, mentre il prezzo è disponibile su richiesta visitando il sito web di Louis Moinet.
Foto courtesy Louis Moinet
Articolo di robbreport.com
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