Gli orologi ultra-sottili e l’etica del design di Piaget hanno reso il marchio svizzero leggendario tra i collezionisti.
Nel 2024, pochi marchi dell’orologeria sono stati sulla bocca di tanti collezionisti, acquirenti occasionali e redattori come Piaget. Oggi con 150 anni di attività, la maison svizzera ha prodotto a lungo splendidi segnatempo, ma grazie al compleanno e alle linee Polo 79 e Altiplano, oggi è sulla bocca di tutti. È quasi impossibile sfuggire al fascino degli orologi di Piaget, sia moderni che vintage, con le celebrità che posano con loro sui tappeti rossi di tutto il mondo e i collezionisti che parlano in modo poetico dei meriti del Polo. E per una buona ragione.
Piaget, pur producendo sia bellissimi orologi che gioielli, è nota soprattutto per l’abile combinazione di entrambe le discipline, in cui movimenti ultra-sottili sono abbinati all’alta gioielleria in un modo che pochi altri produttori possono eguagliare. In occasione del suo anniversario, Robb Report ripercorre la storia di questa affascinante maison.
L’azienda agli albori
Come molti altri brand di vecchia data, Piaget è stata fondata come azienda familiare da un giovane svizzero intraprendente, in questo caso il diciannovenne George-Édouard Piaget. George-Édouard aprì un’attività a La Côte-aux-Fées, nel Giura svizzero, nel 1874 e iniziò a fabbricare movimenti per orologi e modelli da tasca con abilità e precisione.
Poco dopo che suo figlio Timothée rilevò la piccola azienda nel 1911, si espanse nella produzione di movimenti per orologi da polso, che iniziarono a conquistare quote di mercato rispetto agli orologi da tasca dopo la Prima Guerra Mondiale. I modelli da tasca rimasero comunque in voga fino agli anni Quaranta: il primo della maison fu proprio un orologio da tasca, prodotto nel 1926.
Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, il marchio venne registrato, una pietra miliare che precede la fondazione di una nuova manifattura a La Côte-aux-Fées nel 1945. Nel 1946, Piaget partecipò alla sua prima Fiera dell’orologeria svizzera, nota in seguito come Baselworld.
Orologi di Piaget, i primi movimenti ultrasottili (anni ’50)
Piaget non rimarrà a lungo solo un produttore di movimenti: I fratelli Gérald e Valentin, terza generazione della famiglia Piaget alla guida dell’azienda, curarono lo sviluppo e il lancio, nel 1957, dell’innovativo Calibro 9P, un movimento ultrasottile a carica manuale alto 2 mm. Sulla scia di questo entusiasmante sviluppo, nel 1960 il marchio rilasciò il Calibro 12P, alimentato da un micro rotore e alto 2,3 mm, il movimento automatico più sottile al mondo. Piuttosto che fornire questi movimenti ad altri orologiai, la maison capitalizzò la propria ingegnosità.
Nel Salon Piaget a Ginevra, l’azienda iniziò a realizzare alloggiamenti in metalli preziosi per i suoi movimenti ultrasottili che combinavano gioielleria e orologeria in una forma squisita. Piaget tenne per sé questi movimenti ultrasottili 9P e 12P, offrendo un’esclusività e un’eleganza che non aveva eguali per nessun altro marchio di orologi.
Verso l’alta società (anni ’60)
Nel 1963 Piaget forniva i suoi sottilissimi orologi d’oro ai ricchi e famosi del mondo: Elizabeth Taylor, Sophia Loren e Jackie Kennedy indossavano tutti splendidi Piaget con cassa in metallo prezioso e quadranti in pietre semipreziose. Anche Andy Warhol, da sempre consumato collezionista di cose belle, possedeva diversi segnatempo della Maison.
Con il tempo, gli orologi a moneta e ad anello, le spille e altri gioielli sono entrati a far parte della collezione sfruttando la rara integrazione verticale del marchio, che gli permetteva di fondere il proprio oro. Interessante precursore della cultura collaborativa e di brand ambassador degli anni 2010 e 2020, Piaget ha collaborato con personaggi del calibro di Salvador Dalì già nel 1967, quando associò il nome dell’artista a una collezione di orologi.
Il quarzo e il Polo Piaget (anni ’70)
Negli anni ’70, quando la crisi del quarzo prese piede, Piaget fu abbastanza agile da muoversi insieme a un consorzio di marchi di orologi svizzeri per lo sviluppo del movimento elettronico Beta 21, inserito in eleganti esemplari da sera con cassa a gradini. Tuttavia, il Beta 21 non era conforme al modus operandi ultrasottile della maison, così nel 1976 Piaget lanciò il Calibro 7P, un movimento alimentato al quarzo di sua concezione. Nel frattempo, mentre Gérald Genta progettava il Royal Oak per Audemars Piguet e il Nautilus per Patek Philippe, Piaget intuì che aveva bisogno di un proprio orologio sportivo di lusso.
Sviluppando un segnatempo in metallo prezioso con bracciale integrato, equipaggiò il suo nuovo “gioiello” ultrasottile con il nuovo Calibro 7P, spesso 3,1 mm. Quando l’agente della maison per le Americhe insistette sul fatto che un orologio aveva bisogno di un nome per avere successo (in precedenza i modelli Piaget avevano solo dei numeri di riferimento), l’azienda decise per il Polo. Il lancio avvenne nel 1979.
Con un peso di 132-136 grammi d’oro, questo modello ha dato vita al concetto di “lusso” negli orologi sportivi. In effetti, mentre la tecnologia al quarzo metteva fuori mercato intere aziende orologiere, Piaget si trovava a prosperare. Allo stesso tempo, Yves Piaget, membro della famiglia di quarta generazione e gemmologo di formazione, aveva assunto la guida dell’azienda. I suoi incontri della “Piaget Society” riunivano i clienti più famosi e gli altri ricchi per consolidare il nome della maison nella mente dei benestanti.
Piaget negli anni ’80 – 2000
Con l’inizio del consolidamento del settore, nel 1988 la famiglia Piaget vendette l’azienda al Gruppo Vendôme, che in seguito sarebbe diventato noto come Richemont. L’azienda continuò a produrre il Polo fino a circa il 1990, quando aveva già realizzato circa 4.000-6.000 esemplari di quello che, per l’epoca, era un orologio straordinariamente costoso. Gli stessi anni Novanta videro il lancio di diverse nuove collezioni, tra cui Possession, Limelight, Tangara e Miss Protocole. Nel 2001, Piaget aprì un nuovo atelier a Plan-les-Ouates, dove i professionisti dell’orologeria e della gioielleria si riuniscono per progettare nuovi modelli e collezioni. I movimenti sono ancora prodotti a La Côte-aux-Fées.
I record di Piaget
Nel 2010, Piaget celebrò il 50° anniversario del Calibro 12P automatico ultrasottile pubblicando una nuova collezione che riuscì a battere due record mondiali, quello del movimento automatico più sottile al mondo (2,35 mm) e quello dell’orologio automatico più sottile al mondo (5,25 mm), con il modello Altiplano, che prende il nome dalle pianure sudamericane che ispirarono la forma della cassa. Con una cassa di 43 mm, questo primo Altiplano si sarebbe rivelato un progetto epocale per la maison, aprendo la strada a una serie di pezzi sempre più sottili che fondevano l’orologeria d’avanguardia e il design in un modo ineguagliato forse da qualsiasi altra casa orologiera, tranne Bulgari.
Seguirà un continuo perfezionamento. L’Altiplano 900P, presentato nel 2014, si aggiudicò il titolo di orologio meccanico più sottile al mondo, con soli 3,65 mm di altezza. Nel frattempo, nel 2017 debuttò il Calibro 670P a carica manuale, un movimento con tourbillon alto 4,6 mm che Piaget inserì nella cassa dell’Altiplano. Un anno dopo, l’Altiplano Ultimate Concept sperimentale si è aggiudicato il titolo di orologio da polso più sottile al mondo, con un’altezza di soli 2 mm (record battuto da Bulgari, poi da Richard Mille, poi di nuovo da Bulgari).
Nel 2024, Piaget ha dotato l’“A.U.C.” di un tourbillon volante mantenendo lo spessore di 2 mm e aggiudicandosi il titolo di orologio da polso con tourbillon più sottile al mondo. Per realizzare questa straordinaria impresa orologiera, Piaget ha integrato cassa e movimento in un unico componente.
Orologi Piaget, lo stato dell’arte
Torniamo indietro di un momento. Nel 2016 Piaget ha rinvigorito il Polo con l’introduzione della collezione S, la prima iterazione in acciaio inossidabile. Dotato di calibro di manifattura, è stato venduto a un prezzo di gran lunga inferiore a quello dei concorrenti Audemars Piguet e Patek Philippe, aprendo la strada all’espansione di una collezione che avrebbe permesso a Piaget di competere nel moderno mercato degli orologi sportivi di lusso.
Ma la maison non ha rinnegato le sue origini. All’inizio di quest’anno, infatti, ha presentato il Polo 79, una riedizione in oro giallo da 38 mm dell’orologio che ha reso competitivo il marchio durante la crisi del quarzo. Con quasi 200 g di oro e alimentato dal sottilissimo Calibro Piaget 1200P1 – un movimento automatico con micro-rotore – è finto sul mercato a un prezzo di vendita di 73mila dollari.
Oltre agli ambasciatori del marchio come Michael B. Jordan, uomini di stile come Lil Nas X e Usher hanno indossato vecchi pezzi Piaget a serate di gala, cerimonie di premiazione e debutti. Rivenditori di vintage e di usato, come Analog:Shift e Wind Vintage, hanno in stock o vendono Piaget in metalli preziosi con quadranti in pietre semi-preziose e la cosa più sorprendente è che sono soprattutto gli uomini a scegliere questi pezzi delicati e colorati, molti dei quali sono stati realizzati per i polsi delle donne.
Con gli occhi puntati sul futuro dell’orologeria ultrasottile grazie ad Altiplano e con gli interessi dei collezionisti saldamente ancorati al passato grazie agli orologi Polo ed Emperador, non c’è dubbio che Piaget abbia conquistato lo scettro dell’orologeria. Quale sarà il prossimo passo?
Articolo di robbreport.com
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