Grazie alla partnership con lo chef Carlo Cracco, Zacapa si posiziona nel settore luxury con un rum complesso, dal sapore ricco e armonico.
Quando due eccellenze del food & beverage si incontrano non può che nascere una fruttuosa collaborazione. È il caso di Zacapa, famosa distilleria centroamericana che collabora da circa un anno con lo chef Carlo Cracco. La partnership è culminata con la High-end partnerships co-branding as the ultimate luxury experience, evento che si è svolto presso il ristorante in Galleria dello chef il 6 luglio.
Il meeting ha dato spazio ai top manager, che hanno raccontato il valore di partnership a sfondo culturale, sportivo e artistico, in grado di generare l’ossatura dei contenuti con cui comunicare al pubblico il valore del proprio brand.
L’incontro segue il successo della Zacapa Galería by Cracco, che ha celebrato in Galleria l’incontro tra Cracco e Lorena Vasquez, maestra mezcladora del distillato premium parte del portfolio di Diageo. “Il ritorno che abbiamo avuto dai nostri clienti è stato molto positivo. Hanno avuto modo di conoscere tutto il lavoro che c’è dietro un rum”, ha dichiarato Cracco. “Lorena è riuscita a trasmettere tutta la sua passione, dando una nuova percezione del rum, visto non come un semplice superalcolico ma prodotto con una storia da raccontare. Attraverso l’utilizzo di piccoli elementi si può cambiare la percezione del distillato ed entrare nell’universo del Guatemala”.
Il rum simbolo del Guatemala
Il rum Zacapa è un’autentica espressione del Guatemala. L’azienda, fondata nel 1976 dalla famiglia Botran, ha avuto fin da subito l’obiettivo di creare un prodotto del tutto diverso e innovativo, concentrandosi sull’invecchiamento. Con l’arrivo nel 1980 di Vasquez, c’è stata una scossa al metodo di produzione aziendale, facendolo entrare nel gotha mondiale dei migliori rum.
Le distillerie Zacapa si trovano a 2333 metri d’altitudine sulle rive del fiume Motagua, dove il terreno è molto fertile, ideale per la coltivazione della canna da zucchero, prodotta direttamente dall’azienda. Dopo la distillazione, il rum invecchia in botti di rovere, ognuna con diversi gradi di tostatura. Quelle di rovere bianco, utilizzate per conservare il whisky americano, e quelle di rovere europeo, che hanno contenuto cognac, Sherry o Pedro Ximénez.
L’aria di montagna permette al rum di affinare delicatamente e di sviluppare profumi e aromi intensi. Per l’invecchiamento si segue il metodo Solera, ideato in Spagna oltre cinque secoli fa. Le botti vengono disposte a piramide, partendo dalla cima, con il distillato più giovane, e arrivando alla base, con rum invecchiati oltre 25 anni. La miscelazione di rum di diverse annate e l’altitudine permettono così la creazione di un rum straordinario e complesso, dal sapore ricco e armonico.
Le preziose collaborazioni tra i brand di lusso
High-end partnerships co-branding as the ultimate luxury experience, incontro moderato da Giovanni Audiffredi, giornalista esperto di cultura del lusso, ha visto la partecipazione di nomi importanti del settore. Come Valentina Colombo, cmo Acqua di Parma, Paride Toma, managing director Montblanc, e Simona Zito, ceo Chopard Italia, che si sono confrontati per capire le opportunità che i diversi settori possono offrire ai brand per raccontarsi.
La discussione si è aperta con l’intervento della marketing director Diageo Southern Europe Úrsula Mejía-Melgar che, in rappresentanza del brand promotore del luxury meeting, ha ringraziato i presenti sottolineando come sia cruciale per gli spirit ultra-premium creare collaborazioni di livello che portino il consumatore a vivere esperienze sempre più immersive e memorabili esaltando la qualità dei prodotti. Il primo ospite a intervenire è stato Zito, che ha voluto raccontare al pubblico la nascita della preziosa partnership tra Chopard e le Mille Miglia:
“La Mille Miglia sintetizza la passione delle auto d’epoca tramandata tra le varie generazioni. La partnership è nata nel 1988 quando il figlio del fondatore di Chopard ha chiesto al padre di sponsorizzare la competizione”, dice Zito. “Per la Mille Miglia abbiamo realizzato una collezione maschile tra le più apprezzate dal pubblico”.
Ma collaborare vuol dire anche mettersi in gioco, accettare le nuove sfide, trovare l’equilibrio, come testimonia la collaborazione tra Montblanc e Ferrari, inedito incrocio tra automotive, luxury e lifestyle: “La collaborazione con Ferrari è stata diversa dalle altre. Può essere definita come l’incontro tra due icone. All’inizio erano in tanti ad essere scettici ma poi abbiamo scoperto tanti punti in comune. A partire dalla passione per l’eccellenza e la manifattura”, dichiara Toma.
“Si tratta di una collaborazione pluriennale fatta a step. All’inizio era dedicata al fondatore della casa di Maranello Enzo Ferrari. Poi l’estro di Flavio Manzoni, cdo Ferrari, ha permesso di portare la partnership a un livello superiore con la costruzione del nostro stilema sp3 che si rifà alla celebre Daytona Ferrari. Tutto questo ci ha permesso di superare i classici canoni e raggiungere un grande successo”.
“Le icone sono tali perché le riconosci senza bisogno di leggere il nome” come ha pensato Acqua di Parma quando ha deciso di affidarsi al designer Samuel Ross per rinnovare i suoi flaconi senza perdere l’identità. “La maison è sempre stata preservata ed è cresciuta di anno in anno grazie ai suoi prodotti. Con l’ad abbiamo iniziato a fare ricerche di mercato per migliorare le nostre kpi. In quel momento abbiamo trovato in Samuel Ross, personaggio eclettico legato al settore design, la persona giusta per rinnovarci”, ricorda Colombo.
“Ci ha proposto di togliere l’etichetta al nostro flacone Colonia 1916 cambiando la tonalità. La presentazione del nuovo prodotto è arrivata a marzo di quest’anno ed è stata subito un successo”.
L’importanza di generare un racconto per far leva sul pubblico
Se da un lato le collaborazioni tra marchi di lusso possono accompagnare l’uscita di nuovi prodotti, dall’altra possono essere occasioni per rafforzare ancora di più la vision di un marchio. È il caso di Chopard, che nell’ultima Fiera mondiale dell’orologeria ha scelto l’attrice Julia Roberts come testimonial della sua campagna sostenibile: “Il nostro viaggio verso un lusso sostenibile è iniziato 10 anni fa. Siamo stati pionieri di questo settore. Nel 2018 abbiamo comunicato l’utilizzo al 100% di oro etico in tutte le nostre collezioni di orologi e gioielli”, dichiara Zito.
“Quest’anno, abbiamo scelto come ambassador l’attrice Julia Roberts, che ha appoggiato fin dall’inizio la scelta di utilizzare l’acciaio riciclato nei nostri prodotti. Oggi in tutte le collezioni degli orologi Chopard vengono usati scarti di questo materiale che provengono dalle diverse industrie. Un acciaio al 50% più resistente, lucido e sostenibile. Siamo sulla buona strada ma guardiamo avanti verso nuovi obiettivi”. Nel mondo del lusso saper generare un racconto è fondamentale allo scopo di creare delle collaborazioni e interagire con il pubblico. Montblanc è riuscita a mettere in risalto la propri identità attraverso la connessione di tutti i suoi asset.
“A un certo punto ci siamo chiesti cosa cosa avrebbe potuto portare una visione unica dei nostri asset. Abbiamo fatto leva sulla nostra cultura per creare questo brand culture. Siamo passati in poco tempo dal prodotto alla cultura”, aggiunge Toma. “Oggi più di prima chi guarda a un brand di lusso non guarda solo il prodotto. Parlare di cultura è fondamentale per potersi riconoscere nella marca. Il marchio ha lavorato molto su questo attraverso iniziative come Montblanc Hause, che racconta la storia del brand dalla sua fondazione a oggi, la storia degli artigiani che realizzano gli strumenti da scrittura e di coloro che li hanno utilizzati per lasciare un segno nel mondo”.
Immagini courtesy Zacapa
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