Due anni dopo la sua riapertura, The Landmark continua a essere uno dei luoghi più sorprendenti di New York. Una boutique che è anche museo, galleria d’arte, laboratorio di stile e riflessione, dove ogni dettaglio racconta una visione precisa del lusso.
A Midtown, dove la Quinta Strada incrocia la 57esima, sorge un luogo che racchiude l’arte dell’alta gioielleria americana come nessun altro. Tiffany Landmark è uno spazio totalizzante, che fonde il patrimonio di una maison fondata nel 1837 con la visione di un lusso contemporaneo, fatto di luce, materia e arte. A due anni dalla sua riapertura nel 2023, Landmark si conferma tra le boutique più estese di Manhattan e una tappa imprescindibile per chi è alla ricerca di meraviglia.
Tiffany Landmark, un’architettura che riflette la storia e il presente
Lo scheletro del palazzo è lo stesso dal 1940, ma il suo volto si è trasformato. L’intervento ha coinvolto l’architetto Peter Marino, autore del nuovo impianto degli interni, e lo studio OMA di New York, guidato da Shohei Shigematsu, che ha ridisegnato il layout e aggiunto una struttura tridimensionale sul tetto. Il celebre orologio con la statua di Atlante sopra le porte girevoli è stato restaurato, mantenendo il suo valore simbolico intatto. Appena varcata la soglia, si entra in un mondo sospeso tra terra e cielo, con un grande lucernario astratto (una composizione di sfaccettature in vetro) che inonda di luce il piano terra, evocando la brillantezza di un diamante.
Un’esposizione immersiva
Tiffany Landmark si sviluppa su dieci livelli, ognuno pensato come un capitolo autonomo di una narrazione più ampia. Oltre quaranta opere d’arte scandiscono il percorso, molte delle quali realizzate su commissione per Tiffany: si passa da Damien Hirst a Daniel Arsham, da Julian Schnabel ad Anna Weyant. I pavimenti in parquet riprendono il disegno dell’allestimento originale degli anni Quaranta, mentre pareti specchianti si alternano a maxi-schermi che mostrano scorci di Central Park e skyline urbani.
Il cuore del palazzo è una scala a spirale che collega il terzo all’ottavo piano. È un’opera a sé: trasparente, ondulata, rivestita di cristallo di rocca. Un omaggio discreto alla sensualità dei design di Elsa Peretti. Accanto, ascensori in vetro portano a ogni piano, mantenendo l’apertura visiva dello spazio.
Le meraviglie della collezione
Tra le sale più ammirate c’è quella dedicata all’alta gioielleria. Qui, in teche dalle luci calibratissime, riposano pezzi unici: orologi tempestati di diamanti, creazioni realizzate in esclusiva per la riapertura, oggetti da collezione che spaziano dagli accessori per la casa a edizioni limitate ispirate al celebre solitario Tiffany Setting. La protagonista è la nuova montatura per il diamante giallo da 128,54 carati, tra i più celebri al mondo, presentato in una veste inedita che rilegge il passato con sguardo attuale.
Una pausa al Blue Box Café
Oltre alla celebre “colazione da Tiffany”, il Blue Box Café permette di fermarsi a pranzo, per un afternoon tea oppure un aperitivo. Il menu è firmato dallo chef Daniel Boulud e segue il ritmo delle stagioni. Piatti come l’Oeuf Doré, un uovo con foglia d’oro servito con asparagi, maionese e un nido di pasta kataifi è il perfetto inizio, prima di gustare il Vol au vent con aragosta e fricassea di funghi trombetta.
L’ambientazione è magica, con centinaia di scatolette color Tiffany sospese al soffitto, che indirizzano lo sguardo verso il bancone del bar. È presente anche una sala privata decorata con installazioni artistiche.
In modello di sostenibilità urbana di Tiffany Landmark
Il progetto di restauro è stato pensato per lasciare il segno grazie a materiali a basso impatto ambientale, efficienza energetica e attenzione alla salute. Una casa del lusso che guarda avanti, portando al centro della Quinta Strada un’idea ampia di bellezza che nasce dal tempo, dalla cura e dalla capacità di far convivere passato e futuro.
Immagini courtesy Tiffany & Co.
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