Città verticale dagli stretti passaggi e giardini pensili che fanno capolino tra i palazzi dei Rolli, Genova affascina con le sue botteghe storiche e le tracce di celebri pittori come Rubens. Qui la guida di Robb Report alle strade più affascinanti, alle mostre e alle tappe gastronomiche da godersi in un weekend a Genova.
Che cosa vedere per un weekend a Genova: i carruggi e le opere di Rubens
I vicoli di Genova, detti carruggi, sono come un labirinto. Costruita su colline affacciate sul mare, la città ha sempre cercato più spazio sfruttando la verticalità, tanto da avere ancora oggi tetti che si toccano l’un l’altro e campanili che poggiano sopra gli archi degli stretti passaggi.
Durante il Medioevo, grazie ai ricchi commerci con l’Oriente, si costruiscono enormi chiese che, nel 1600, subiscono un processo di “barocchizzazione” mostrando una rinnovata opulenza. Il Barocco Genovese è infatti riconosciuto in tutto il mondo e oggi si osserva nei 22 edifici ecclesiastici rimasti nella cerchia del centro storico. Altro elemento legato al culto religioso, le Madonnette sono sculture che risalgono al 1700, tutte diverse, ancora visibili sulle facciate dei palazzi della città (se ne contano ben 400).
Rubens a Genova a Palazzo Ducale
Se gli spazi pubblici sono risicati, quelli religiosi e privati sono ampissimi e comprendono giardini pensili e verde che risale sui crinali, mentre la via Garibaldi, ariosa e simile a una strada di pianura, contrasta con le strette vie che portano fino al mare. Qui, il Lifestyle store Via Garibaldi 12, negozio di design all’interno di un palazzo storico di Genova, vale la visita per ammirare l’incantevole architettura e per scegliere gli oggetti per la casa più esclusivi, esposti nelle ampie sale illuminate dalla luce naturale.
Di queste dimore signorili si innamorò anche Peter Paul Rubens, giunto nel capoluogo ligure come pittore di corte al seguito del Duca di Mantova, che pubblicò nel 1622 il libro “Palazzi di Genova”. In occasione di questo importante anniversario, il Palazzo Ducale ospita fino al 23 gennaio 2023 la mostra “Rubens a Genova” con dipinti commissionati dalle ricche famiglie dell’epoca, recuperati da musei e collezioni private in tutta Europa.
Un modo per ripercorrere la prosperità di Genova attraverso le scene immortalate dal talentuoso pittore, come Il Ritratto di Violante Maria Spinola Serra, dama senza nome oppure il San Sebastiano, dipinto per il grande condottiero Ambrogio Spinola. Pezzo forte dell’esposizione l’Autoritratto di Rubens ventisettenne, portato per la prima volta in Italia direttamente da Anversa.
Dove dormire per un weekend a Genova: i palazzi dei Rolli
A lungo dimenticata e relegata al di fuori dalla cerchia delle mete turistiche più blasonate, la rinascita di Genova è arrivata all’inizio degli anni ‘90, con il cinquecentenario dalla scoperta dell’America e la riapertura del Porto Antico. L’elezione a capitale della cultura nel 2004, con ingenti finanziamenti per ristrutturare il centro storico ha portato, due anni più tardi, al riconoscimento di 42 palazzi dei Rolli come patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’Unesco.
Questi spazi urbani di epoca tardo-rinascimentale e barocca ospitano dimore incantevoli, ricche di trompe l’oeil, ampi atri, cortili e rigogliosi giardini. I più maestosi, di proprietà di potenti famiglie di banchieri, erano addirittura sorteggiati in liste pubbliche per accogliere re, imperatori e papi in visita in città, con cui si intrecciavano importanti relazioni finanziarie e alleanze matrimoniali. Nel 1600 se ne contavano 150, oggi ne sono rimasti un centinaio, sedi di uffici pubblici e di alberghi come Palazzo Grillo.
Incastonato nella zona pedonale del centro storico, ha un ampio atrio con volte affrescate e un’elegante libreria, mentre al primo piano si trova un’area espositiva con mostre di fotografi e designer. Le venticinque camere sono tutte differenti, con junior suite e suite con vista sui tetti della città e sul campanile della chiesa di Santa Maria delle Vigne, datato 1170.
Weekend a Genova, dove mangiare: le botteghe storiche e la cucina ligure contemporanea
Per comprendere la tradizione enogastronomica genovese, è necessario intraprendere una passeggiata nelle vie ricche di botteghe storiche, nate nel medioevo e ancora oggi suddivise per mestieri. La prima tappa è via Macelli di Soziglia, dove si trova la Macelleria Nico, ancora oggi adornata con marmi di carrara e il cui bancone riporta le effigie di eroi del risorgimento come Garibaldi e Mazzini.
Proseguendo tra le strette strade genovesi si incontrano le botteghe dello stoccafisso, piatto tipico consumato “accomodato” con patate, pinoli e olive taggiasche, esposto accanto a torte di bietole e cipolle, oppure la cima, una tasca di carne ripiena di piselli, uova e prosciutto a cui De André ha dedicato una canzone. Dai panifici arriva l’odore di focaccia appena sfornata, dalla colazione fino a tarda sera e le vetrine degli alimentari mostrano in bella vista le stratificazioni del cappon magro, da assaggiare rigorosamente con il pesto.
Al Vico inferiore del Ferro ci si imbatte nell’Antica Polleria Aresu, bottega a conduzione familiare dove il tempo sembra essersi fermato al 1910. Qui è stato inventato lo specchiauovo, un caratteristico cilindro in marmo con una lampada e un foro per testare la freschezza delle uova. Simbolo di qualità, attrae i curiosi che lo scorgono dalla vetrina su strada.
La cucina di Marco Visciola a Il Marin
La cucina genovese non è solo una questione di tradizione. C’è chi, con un piglio contemporaneo, ha portato le ricette tipiche nel gotha della gastronomia contemporanea rispettando le materie prime, riducendo a zero gli scarti e lavorando sull’antica tecnica della frollatura del pesce. È il caso di Marco Visciola, executive chef de Il Marin, ristorante affacciato sul Porto Vecchio, che delizia i palati con tre percorsi degustazione dedicati al territorio.
Tra i piatti da assaggiare durante un weekend a Genova c’è il Cappon magro 2.0, colorata composizione di ortaggi e pesce crudo oppure, quando in stagione, la zucchina trombetta di Albenga, servita con il suo fiore e Prescinseua, cagliata di formaggio leggermente acidulo tipica dei ripieni delle torte di verdure liguri. Il tortello al tovagliolo con pesto alla genovese è un’ode al territorio, mentre la Finanziera dal Mare è il piatto emblematico dell’approccio zero waste de Il Marin, che viaggia insieme a “Quel che resta si frigge” che dona nuova vita a pinne di merluzzo, lattume di ricciola e altri prodotti di scarto.
Norcineria di Mare
La norcineria di mare è l’altro fiore all’occhiello di Marco Visciola, nata nel 2019 riprendendo la tradizione ligure del mosciame, pesce che i pescatori di Camogli erano soliti appendere sui davanzali, lasciandolo essiccare e poi gustandolo nell’insalata con la galletta del marinaio o nel cappon magro. Grazie al Pesciugatore, sistema per la maturazione ittica a temperatura e umidità controllata, Il Marin propone degustazioni di salumi di mare a base di pesce, sale e aromatizzazioni varie.
Una preparazione naturale con spada, pesce re e tonno alletterato, da cui nascono guanciale, prosciutto, nduja e bresaola. Per non parlare del lardo di seppia, mortadella di tonno e totani, salsiccia di capasanta e mocetta di nasello che completano i gustosi esperimenti di norcineria, da assaggiare con una vista privilegiata sul mare.
Immagini courtesy Il Marin
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