Mentre molti inseguono Borgogna e Bordeaux, nella Valle del Rodano si possono trovare vini eccezionali.
Terza denominazione vinicola più grande di Francia (dopo Languedoc-Roussillon e Bordeaux), la Côtes du Rhône appare spesso come una sorta di figlio di mezzo dimenticato, mentre gli appassionati di vino discutono su quale preferiscano tra Borgogna e Bordeaux. Se la prima è la patria del Pinot Nero e dello Chardonnay e la seconda è rinomata per i blend rossi a base di Cabernet Sauvignon o Merlot e per i bianchi a base di Sauvignon Blanc e Sémillon, la Valle del Rodano ospita ben 37 varietà di uva, di cui solo poche sono note al grande pubblico.
La reputazione della Valle del Rodano
Sebbene alcune delle sue Aoc (appellazioni di origine controllata) producano vini da monovitigno al 100%, la vera reputazione del Rodano si è costruita sull’arte dell’assemblaggio, al punto che i rossi a base di Grenache, Syrah e Mourvèdre sono oggi riconosciuti in tutto il mondo come blend in stile Rodano, così come i bianchi a base di Marsanne e Roussanne, indipendentemente dal luogo in cui vengono coltivati.
Come avviene per molte denominazioni europee, i vini della Valle del Rodano sono identificati in base all’appellazione piuttosto che al vitigno, per cui è più probabile trovarli in etichetta con nomi come Côtes du Rhône, Châteauneuf-du-Pape, Hermitage o Condrieu piuttosto che con quello dell’uva utilizzata. La buona notizia, per gli intenditori più attenti, è che mentre Pinot Nero e Cabernet Sauvignon raggiungono cifre esorbitanti sia nei ristoranti che sugli scaffali, le varietà di questa valle, ancora considerate un segreto da iniziati, risultano spesso molto più accessibili.
Storia della Valle del Rodano
Coltivata con uve da vino fin dai tempi dei Greci e dei Romani, la Valle del Rodano era un centro per la produzione di anfore destinate allo stoccaggio e al trasporto del vino già nel I secolo d.C., periodo in cui vennero costruiti anche muri di contenimento in pietra e terrazze vitate. Il crollo dell’Impero Romano segnò la fine dell’importanza della regione nel contesto del bacino mediterraneo. Sebbene la viticoltura continuasse lungo il fiume, fu lo spostamento della sede della Chiesa cattolica da Roma ad Avignone, all’inizio del XIV secolo, a stimolare una vasta piantagione di viti nella parte meridionale della valle e nelle sue vicinanze.
Alla fine del XVII secolo, il porto di Roquemaure, situato a circa tredici chilometri a nord di Avignone, divenne un importante snodo per il commercio fluviale. L’area era ormai ben conosciuta per i suoi vini, e i barili spediti per via d’acqua recavano sulla sommità le iniziali CDR per “côte du Rhône”, primo segno della loro provenienza. Alcune delle prime norme che sarebbero poi confluite nell’attuale sistema AOC francese nacquero proprio qui; nel 1936, Châteauneuf-du-Pape fu designata come la prima AOC del Paese, e l’anno successivo anche la Côtes du Rhône ricevette ufficialmente lo stesso riconoscimento.
Clima e geografia
Estendendosi per 150 miglia da nord a sud lungo ripidi argini fluviali, la questa valle ospita poco meno di 160.000 acri di vigneti distribuiti in 148 comuni. Lo straordinario paesaggio della valle è il risultato di fenomeni geologici epici avvenuti circa 300 milioni di anni fa. Le eruzioni vulcaniche nel Massiccio Centrale diedero origine alle rocce granitiche del Rodano settentrionale, mentre strati sovrapposti di depositi marini calcarei formarono le formazioni di arenaria caratteristiche del sud. Tra 24 e 7 milioni di anni fa, lo spostamento delle placche tettoniche provocò l’innalzamento delle Alpi e il cedimento del fondo della valle, permettendo l’ingresso dell’acqua del Mediterraneo. Quando queste acque si ritirarono, lasciarono come sedimento uno strato di base composto da calcare, argilla, sabbia e granito che persiste ancora oggi.
La parte settentrionale della valle presenta un clima continentale con inverni freddi e ventosi ed estati calde di tipo mediterraneo, mentre il sud gode di un clima mediterraneo più moderato durante tutto l’anno. Pur essendo registrati ben 32 venti diversi, ognuno con un proprio nome, il più noto è il Mistral. Talvolta così potente da abbattere alberi secolari, questo vento spazza via umidità e nubi, contribuendo a giornate calde e soleggiate e notti fresche, mitigate dalla presenza di rocce e suoli sassosi che trattengono il calore.
Le aree del Rodano
La valle è suddivisa in due aree distinte, Rodano Settentrionale e Rodano Meridionale, a loro volta articolate in appellazioni comunali con regolamenti di produzione specifici. Il livello qualitativo base è rappresentato dalla Côtes du Rhône, che da sola costituisce il 60% della produzione dell’intera regione. I vini più celebri del nord, tutti a prevalenza Syrah, sono Hermitage, Crozes-Hermitage, Cornas, Côte-Rôtie e Saint-Joseph.
Le denominazioni più rinomate del Rodano meridionale, che producono blend dominati dal Grenache, sono Châteauneuf-du-Pape e Gigondas. Sebbene i vini bianchi rappresentino solo circa il 12% della produzione totale, esiste una vasta offerta di Côtes du Rhône bianchi sul mercato, così come etichette bianche provenienti dalle denominazioni Condrieu, Hermitage, Crozes-Hermitage, Saint-Péray e Saint-Joseph nel nord, e Côtes du Rhône Villages, Châteauneuf-du-Pape, Lirac e Vacqueyras nel sud. Vi è anche un’AOC per vino dolce, il Muscat de Beaumes de Venise, spesso abbinato in ristorazione alla crème brûlée o al foie gras.
I vitigni principali
Tra le 37 varietà di uva coltivate in questa regione, l’88% è rappresentato da uve a bacca rossa e il 12% da bacca bianca; una parte delle uve rosse è destinata alla produzione di rosé, che costituiscono circa il 14% della produzione complessiva. I due principali vitigni a bacca rossa sono Syrah e Grenache, con la prima dominante al nord e il secondo prevalente al sud, dove è spesso assemblato con altre varietà quali Mourvèdre, Carignan e Cinsault. Sebbene la maggior parte di questi vitigni siano presenti nella regione e nella vicina Spagna da secoli, un’aggiunta più recente è rappresentata dal Marselan, incrocio tra Grenache e Cabernet Sauvignon, selezionato per la prima volta nel 1961.
Le varietà bianche principali nel Rodano Settentrionale sono Marsanne e Viognier; il Rodano Meridionale presenta una maggiore varietà, che include anche Grenache Blanc, Clairette e Roussanne, oltre alle prime due. Le 13 varietà tradizionalmente ammesse nella denominazione Châteauneuf-du-Pape sono Grenache, Mourvèdre, Syrah, Counoise, Terret Noir, Vaccarèse, Muscardin, Clairette, Picpoul, Picardin, Bourboulenc, Roussanne e Cinsault. Gli studiosi del vino riconosceranno in questo elenco un insieme di uve sia a bacca rossa che bianca, con le seconde utilizzate solo in piccolissime quantità.
I migliori produttori della Valle del Rodano
Con oltre 6.000 vigneti che coltivano uva per circa 1.800 aziende vinicole private e 103 cooperative, l’offerta di produttori è estremamente ampia. Considerato tra i migliori Syrah al mondo, il Domaine de la Chapelle La Chapelle Hermitage proviene da un ripido pendio coltivato con questo vitigno da 800 anni. Da sedici generazioni, la famiglia Chave produce vino nel Rodano settentrionale, e Jean-Louis Chave, subentrato nel 1993, continua a realizzare bottiglie molto apprezzate dagli enofili. I suoli granitici e disseminati di ciottoli su cui si trova il Domaine Les Alexandrins Saint Joseph Les Ponts rappresentano un altro sito ambito per la coltivazione ideale del Syrah.
Al margine settentrionale dell’appellazione, Château de Beaucastel coltiva in regime biologico tutte e 13 le varietà ammesse per il suo Châteauneuf-du-Pape di riferimento sin dagli anni Sessanta. Il Domaine du Colombier Cuvée Gaby Crozes-Hermitage, altro Syrah d’eccezione, prende il nome dal padre dei proprietari David e Florent Viale; le uve provengono da una parcella piantata dal loro nonno oltre cinquant’anni fa. Prodotto al 100% con Clairette, il Chateau de Saint Cosme Le Poste Gigondas Blanc testimonia la competenza della famiglia Barruol in tutta l’appellazione. Château La Nerthe Clos de Beauvenir Châteauneuf-du-Pape Blanc, una cuvée da singolo vigneto di Roussanne e Grenache Blanc, rappresenta un esempio eccellente dei vini bianchi di una AOC ben più nota per i suoi rossi.
Annate migliori della Valle del Rodano
Nonostante una stagione di crescita irregolare, caratterizzata da una primavera fresca, grandinate estive a tratti e temperature torride in agosto, il 2023 si è rivelato un’ottima annata per i rossi e eccellente per i bianchi. Il 2022, al contrario, ha visto un’estate estremamente calda e secca, in parte salvata da piogge a metà agosto, che ha dato risultati migliori per i rossi rispetto ai bianchi, anche se vale la pena affidarsi ai migliori produttori in entrambi i casi.
L’annata 2020, pur avendo avuto un’estate relativamente calda e asciutta e una vendemmia anticipata, si distingue per freschezza e acidità grazie a notti più fresche della media e all’assenza di picchi di calore prolungati. L’annata 2019 è lodata per l’elevata qualità sia dei bianchi che dei rossi, apprezzati per complessità e acidità. Chi è alla ricerca di bianchi maturi pronti da bere e di rossi già godibili ma ancora adatti all’invecchiamento dovrebbe orientarsi verso le bottiglie del 2015, considerata all’epoca la migliore annata del secolo.
Articolo di Robbreport.com
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