Fedele a una tradizione secolare, e grazie ai migliori artisti e designer, da più di un secolo Venini plasma perfezione e magia nell’arte del vetro soffiato e lavorato a mano.
Si ispira alle sfumature artiche la nuova Capsule Collection Iceberg della maison, che ha da poco celebrato il traguardo del 100° anniversario. I vasi illuminati con la traslucenza dei paesaggi invernali sono veri capolavori, nati da una maestria frutto di una tradizione secolare che ha portato alla realizzazione di queste opere d’arte dalla bellezza glaciale.
Venini firma Iceberg
La palette della straordinaria azienda, unica nel panorama muranese con i suoi 125 colori, si traduce in tonalità in continua evoluzione. Maestra di stile, artigianalità e ambizione artistica, Venini è considerata l’haute couture della produzione vetraria mondiale.
Una lavorazione ineguagliabile, che a fine 2023 le è valsa il premio “Leonardo Qualità”, riconoscimento al Made in Italy e al ruolo delle nostre eccellenze come ambasciatrici dell’immagine italiana nel mondo. A porre la prima pietra della fornace a Venezia, nel 1921, furono Paolo Venini, avvocato milanese, e Giacomo Cappellin, antiquario veneziano.
I designer di Venini
Da allora hanno preso vita, grazie alle abilità artigianali trasmesse di generazione in generazione, i più sofisticati vetri soffiati. Opere in continua evoluzione grazie alla lungimiranza di un’azienda che da sempre affida ad artisti e designer l’interpretazione del vetro. Nomi del calibro di Gio’ Ponti, Tapia Wirkkala, Ettore Sottsass, Michele De Lucchi, Carlo Scarpa e celebri archistar, a cui si deve la realizzazione di pezzi unici, contesi da collezionisti e amanti del bello.
Collaborazioni alchemiche generano oggetti d’arte dalla fusione di un elemento naturale come la sabbia di quarzo che, a temperature vicine a quelle di un’eruzione vulcanica, crea una massa incandescente e malleabile, plasmata poi nelle fornaci. Un fascino magnetico che ha conquistato persino i produttori di James Bond; lo scontro finale di “Moonraker” è ambientato nel flagship store di Piazzetta dei Leoncini, con la frantumazione del più grande numero di vetri mai registrato nella storia del cinema (in realtà erano fatti di zucchero).
Il museo dell’azienda
Testimonianza di questo percorso culturale è il Museo Venini aperto nel 2009 a Murano, isola dove la Serenissima nel 1291 fece trasferire tutte le vetrerie per scongiurare incendi a Venezia. Con decine di migliaia di disegni d’artista, foto d’epoca e 5mila opere, inclusi prototipi mai messi in produzione e prove d’autore, questo archivio di inestimabile valore esprime la passione per il connubio tra vetro, tradizione e arte.
I raffinati vetri firmati Venini trovano spazio al Metropolitan Museum di New York, alla Fondazione Cartier di Parigi, al Victoria and Albert Museum di Londra e in tutte le principali collezioni museali. Recente l’ingresso permanente dell’installazione Venini Universe nelle sale di Villa Reale a Monza.
Con l’opera disegnata da Marco Piva, uno chandelier di quattro metri e mezzo e una cascata di quasi 600 Balloton Venini illumina e impreziosisce il suntuoso Guardaroba della Regina, nell’ambito del progetto Reggia Contemporanea.
Articolo tratto dal numero di primavera di Robb Report Italia
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