Il 1930 Cocktail Bar, speakeasy milanese al ventesimo posto nella classifica dei migliori cocktail bar del mondo, propone un viaggio liquido nel continente africano. Ogni sorso è una tappa tra aromi e sapori tipici, capace di evocarne storia, cultura e tradizioni enogastronomiche.
C’è qualcosa di magnetico al 1930 di Milano. Un fascino unico che si rivela nell’atmosfera elegante, nel servizio impeccabile e in una drink list in cui ogni miscela permette di viaggiare verso mete lontane.
Giunto alla sua quarta edizione, il concept alcolico dello speakeasy è infatti un tour intorno al mondo, partito dall’Asia, passato da Nord e Sud America, fino a prendere base in Africa. Lanterne rosse che decorano il bancone e piante di agave con impressi i nomi dei cocktail sono solo alcuni degli allestimenti che, periodicamente, cambiano il volto del miglior cocktail bar di Milano.
Stavolta sono le tipiche maschere africane ad aver preso posto tra le poltroncine, i tavoli vintage e gli elementi di arredo retrò. Simboli celebrativi, tribali e mistici, talvolta legati a riti sciamanici, sono presenti in diversi angoli del 1930 e portano impresso il menu di 15 signature cocktail dedicati al continente africano.
Una cocktail list ispirata all’Africa
Per scegliere il preferito è sufficiente leggere le frasi che racchiudono la storia di ognuno, oppure chiedere consiglio agli esperti bartender del 1930. Ogni drink, infatti, celebra una particolare storia legata all’Africa, oppure ne impiega ingredienti tradizionali, lavorati con tecniche di miscelazione contemporanee.
Incenso di Boswellia, banana, legno di sandalo e cenere fanno parte dell’itinerario liquido tracciato da Benjamin Cavagna, Bar Manager e socio del Gruppo Farmily, capace di creare un’esperienza che coinvolge ogni senso. Non appena ogni drink viene servito, si viene infatti ammaliati dal suo particolare contenitore, talvolta celato sotto una zucca stampata in 3D, altre ancora dalla forma di una zanna di elefante.
A chi alla degustazione vuole abbinare un piatto, il 1930 offre anche una nuova ricetta di panino al babaganoush, tipico “caviale di melanzane” africano.
I drink da assaggiare al 1930
Tra i cocktail con il servizio più scenografico c’è senza dubbio Annibale. Ispirato alla grande marcia del generale cartaginese, giunto fino a Roma con il suo esercito di soldati ed elefanti, la miscela attinge dai luoghi della sua spedizione, conservando alcuni interessanti ingredienti. C’è il frutto della marula di cui i pachidermi sono ghiotti, un idromele di sherry di ispirazione spagnola e un vermouth per rappresentare la Francia. L’arrivo in Italia è legato infine alle note marine e di macchia di Farmily Mediterraneo. Il tutto racchiuso in un contenitore che ricorda una zanna in avorio.
Voodoo è invece dedicato alla magia nera caraibica, che non tutti sanno essere nata in Congo e che oggi è riconosciuta ufficialmente come religione in Benin. L’omaggio liquido del 1930 è un Ti Punch in chiave africana, preparato con un distillato di foglie di lime Kaffir al posto del rum agricole e un cuore di gel al Bitter Fusetti che richiama i tipici rituali e spezza il sapore del drink.
Incontri di gusto
Antonio & Cleopatra si ispira a una delle più celebri tragedie d’amore della storia, unendo una tradizionale bevanda dell’impero romano a un mix di spezie tipico del Nord Africa. Il vino ippocratico, una sorta di antenato del vermouth, è preparato con erbe mediterranee e miscelato a un distillato di Dukkah e un cordiale al pepe. Racchiuso in un copri-bicchiere di pelle di serpente, il cocktail è completato da una polverina di assenzio e galanga, a ricordare il veleno della storia di Cleopatra.
Infine, per chi ama il gusto affumicato e vuole sperimentare con consistenze inusuali, c’è il drink Pokot che prende il nome da una tribù che vive principalmente di pastorizia, famosa per trasportare il latte di capra all’interno di zucche, la cui fermentazione viene interrotta con della cenere. Il cocktail del 1930 riprende lo stesso concetto e a uno yogurt di capra home-made unisce un liquore al fieno e della cenere. Completa il tutto la nota torbata del whisky. Un sorso audace e ricco delle tradizioni enogastronomiche più autentiche del continente africano.
Immagini courtesy 1930 Cocktail Bar
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