Alla prova la sportiva americana che per la prima volta propone il poderoso V8 da 482 Cv in posizione centrale
Non tutte le sportive americane sono adatte per la guida europea, spesso a causa delle dimensioni eccessive e dell’elevata cubatura dei motori. Ma la Corvette C8 Stingray è una delle prime supercar effettivamente europea, anche per quanto riguarda le dimensioni. Robb Report l’ha messa alla prova in un test drive, per cogliere le sensazioni di guida e scoprirne le prestazioni. Ecco com’è andata.
Corvette C8 Stingray Convertible, americana di carattere
Le forme spigolose della carrozzeria della Corvette C8 Stingray, liberamente ispirate agli aerei militari F22 e F35, non passano di certo inosservate. Meno accademica di una Porsche, per nulla teutonica, appare in tutta la sua essenza: semplicemente una Corvette. Le forme sono decise, mature, perfette per una supercar. La versione Convertible sottolinea ancora di più le affilate forme della carrozzeria, magari accompagnata da un colore deciso, assicurando poi il piacere della guida a “cielo aperto”.
Il posto di guida avanza di 42 cm rispetto alla precedente C7, senza compromettere troppo l’abitabilità. Non manca lo spazio per i bagagliai, che sono addirittura due, uno nella parte frontale e uno in quella posteriore, caratteristiche che fanno della C8 Stingray un’auto sfruttabile anche per una gita fuoriporta.
Il rombo del V8
E poi il V8 collocato in posizione centrale posteriore. Si tratta dello Small Block V-8 LT2 di 6,2 litri chiaramente aspirato, che eroga 482 CV di potenza e 613 Nm di coppia, abbinato a un cambio automatico doppia frizione a otto rapporti. Le prestazioni sono da sportiva di razza, con uno 0-100 in 3,5 secondi e una velocità massima che sfiora i 300 km/h.
In un mondo dell’auto che sta andando verso l’assordante silenzio dell’auto elettrica, ascoltare il rombo di un V8 aspirato con il tettuccio aperto, è una di quelle sensazioni che difficilmente si dimenticano. Un poderoso motore americano che potrà anche essere un retaggio del passato, ma indubbiamente riesce a restituire delle sensazioni “vere” a tutti coloro che decideranno di possedere la Corvette C8 Stingray.
Questa Chevrolet è una sportiva che può contare su un buon livello di comfort, merito soprattutto degli ammortizzatori coil-over governati dal Magnetic Ride Control 4.0. Sfruttando gli accelerometri montati sulle sospensioni, è infatti in grado di “leggere” la strada adattando l’assetto della vettura. Chi si trova alla guida ha la facoltà di scegliere tra sei diverse modalità drive, che vanno da quella più docile, fino a quella adatta per la pista.
Tutto sotto controllo
Anche la strumentazione, digitale (è visibile su uno schermo da 12”) e rastremata, ricorda quella degli aerei militari. Tutto è sotto controllo e di facile lettura. La sensazione quando si sale all’interno dell’auto è quella di essere al cospetto di un’autovettura con un’attenzione ai dettagli europea. Non mancano infatti finiture di qualità, con pelle e Alcantara che avvolgono interamente l’abitacolo.
La seduta di guida è bassa ma non così estrema da mettere in difficoltà il guidatore. A differenza di altre supercar, l’americana dimostra così una tempra da vettura cittadina che la rende perfettamente sfruttabile anche nel quotidiano.
Test drive Corvette C8 Stingray, le conclusioni
La Corvette C8 Stingray è una di quelle supercar da guidare almeno una volta nella vita perché è diversa da tutte. Bassa, affilata come una lama e con quel V8 che in un attimo fa dimenticare tutti i problemi. Ma è tutt’altro che estrema.
Ufficialmente commercializzata Gruppo Cavauto, concessionario specializzato in auto americane, la Corvette C8 Stingray segna un grande balzo in avanti rispetto ai precedenti modelli, poiché è la prima con motore posteriore centrale. Proposta sia in versione Coupé che Convertible, i prezzi si aggirano rispettivamente sui 93.000 e 99.000 che salgono con la scelta degli optional.
In conclusione, la C8 Stingray è il regalo giusto per tutti gli amanti delle sportive, che non rimarranno affatto delusi da quella che, di fatto, è la supercar più polare sul mercato (nel senso buono del termine).
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Immagini courtesy Cheverolet
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