Si chiama “Baby 3.0” ed è un simbolo di rinascita. Un tributo verso il mistero della vita che accomuna ogni essere umano e dà speranza per il futuro.
La nuova creazione monumentale di Lorenzo Quinn – figlio di Anthony, scultore ed ex attore nato a Roma nel 1966 – sarà esposta a Venezia, a cura di Amira Gad, dal 15 luglio al 31 ottobre. L’opera sarà collocata nel giardino di Palazzo Corner della Ca’ Granda a San Marco. Splendido e imponente edificio affacciato sul Canal Grande progettato da Jacopo Sansovino, sede storica della Città metropolitana di Venezia che ha concesso il patrocinio alla mostra. Baby 3.0 avrà un segno imponente e si staglierà sul Canal Grande, intessendo magici riflessi con le sue acque.
L’arte di Lorenzo Quinn
Artista figurativo di fama internazionale formatosi all’American Academy of Fine Arts di New York, Lorenzo Quinn avvia una nuova fase del suo percorso. Senza però abbandonare le tematiche e le istanze che gli sono più care, compresi la salvaguardia e il destino della città lagunare, a cui è da sempre molto legato.
La potenza comunicativa e l’immediatezza del messaggio sono del resto gli elementi che connotano le sue sculture. Soprattutto le monumentali opere di arte pubblica che Quinn ha esposto in tanti contesti internazionali affascinando il pubblico mondiale, spesso con finalità benefiche e filantropiche. A Park Lane, Barkely Square e nei Cadogan Gardens a Londra, nel cortile del Museo Ermitage a San Pietroburgo, al Windsor Castle nel Berkshire.
E poi presso la Casina Valadier a Roma. Nel Giardino dei Boboli parte delle Gallerie degli Uffizi a Firenze, a Palazzo Sagredo sul Canal Grande a Venezia. E ancora davanti alla Chiesa di San Martino a Birmingham, dinnanzi alla Cattedrale di Palermo, al grattacielo del Paramount Group in Avenue of Americas a New York e al Museo d’Arte Moderna di Palma di Maiorca. Sul lungomare di Doha in Qatar, sul tetto del Museo di Arte Moderna di Shanghai con vista sul fiume Huangpu e, ultima realizzazione, ai piedi delle Piramidi di Giza.
Immagini courtesy Lorenzo Quinn
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