Legato a doppio filo all’identità del Belpaese, il bar è da sempre la vera casa degli Italiani. Se in ogni regione al bancone si consuma tutti i giorni il rito sociale collettivo della “pausa caffè”, esistono locali che hanno fatto letteralmente la storia.
A partire dal primo bar della penisola di cui si abbia notizia: il Caffè del Tasso a Bergamo Alta, istituito nel 1476. Fu lì che nel 1859 si arruolarono i garibaldini bergamaschi per l’impresa dei Mille, una decisione forse presa sorseggiando un buon caffè.
Più in generale, il rapporto tra il bar e l’Italia ha origini antiche: come spesso accade, tutto nacque e si sviluppò a stretto contatto con il mondo della guerra, dei conflitti e delle rivoluzioni. Ecco quindi i dieci caffè storici italiani, da un capo all’altro della penisola, da conoscere e visitare.
Caffè Florian, Venezia
Dopo la sconfitta dei turchi a Vienna, nel 1683 gli ottomani lasciarono centinaia di sacchi di caffè. Alcuni prigionieri insegnarono poi agli austriaci la tecnica della caffetteria. L’esempio del polacco Koltschitzsky – il primo ad aprire un bar a Vienna – fu seguito dal veneziano Floriano Francesconi. Fu lui, nel 1720, a fondare a Venezia il Caffè Florian in piazza San Marco, con un suggestivo pavimento di mosaico e le pareti arricchite da affreschi e specchi. Qui hanno degustato caffè personalità del calibro di Goldoni, Casanova o Canaletto. Nella Serenissima seguirono l’Aurora (1723) e il Quadri (1775).
Caffè Pedrocchi, Padova
Restando in Veneto, impossibile non menzionare il Pedrocchi di Padova (inaugurato nel 1831 ma già attivo come “bottega del caffè” dal 1772). Qui si è verificato l’episodio che ha causato i primi moti risorgimentali: un colpo di fucile sparato da un militare dell’Impero austriaco, il cui foro è visibile ancora oggi nella sala bianca. Il bar, uno dei simboli stessi della città, è stato definito “senza porte” perché rimase aperto giorno e notte dall’inaugurazione fino al 1916.
Caffè storici italiani, Tommaseo, Trieste
Esistono città che con i caffè storici hanno un feeling particolare: pensiamo a Trieste, con il Caffè Tommaseo inaugurato nel 1830 vicino a Piazza Unità d’Italia: all’interno dei suoi eleganti spazi con grandi specchiere, si sono sedute personalità di spicco come Italo Svevo, Umberto Saba o James Joyce. A poca distanza si trovano il Caffè degli Specchi (1839) e il Caffè San Marco (1914), distrutto durante la prima guerra mondiale in quanto luogo d’incontro di irredentisti.
Cova, Milano
Inaugurato nel 1817 come caffè letterario al lato del Teatro alla Scala, Cova a Milano divenne presto un punto di ritrovo dei patrioti del Risorgimento, ospitando personaggi come Giuseppe Mazzini, Tito Speri, Arrigo Boito, Giuseppe Verdi o Giovanni Verga e fu protagonista durante le Cinque Giornate di Milano nel 1848. Colpito pesantemente dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, dal 1950 si trasferì definitivamente in via Montenapoleone.
Caffè storici italiani: Bicerin, Torino
Aperto dal 1793 e specializzato sia nel caffè che nella confetteria, il Bicerin era il locale prediletto da personaggi come Camillo Benso Conte di Cavour o Alexander Dumas. Ancora oggi la sua specialità è il “bicerin”, tipica bevanda calda torinese a base di caffè, cioccolata e crema di latte, di cui il locale custodisce gelosamente la ricetta originale. Sempre a Torino, meritano una sosta l’ottocentesco Caffè Mulassano, dove nel 1926 nacque il tramezzino, e il Caffè Fiorio, inaugurato nel 1780.
Caffè Gilli e Paszkowski, Firenze
Altra città di caffè storici è Firenze, dove sullo stesso lato di piazza della Repubblica coesistono il Caffè Gilli (1733) e il più giovane Caffè Concerto Paszkowski (1903), oggi di proprietà del gruppo Valenza. Entrambi sono caratterizzati da un’eleganza maestosa, impreziositi – nel caso di Gilli – da cornici in stile liberty, archi, affreschi e boiserie. Mentre Paszkowski, dal 1991 monumento nazionale, fu punto d’incontro dei maggiori intellettuali di caratura internazionale del XX secolo.
Caffè Giubbe Rosse, Firenze
In diversi casi i bar presero la forma di caffè letterari, dove si incontravano personaggi eccentrici, talentuosi, creativi o rivoluzionari per scambiarsi idee e notizie, giocando un ruolo importante nella nascita di tendenze artistiche e letterarie. Basti pensare alle Giubbe Rosse a Firenze, ai cui tavoli a inizio Novecento – in piena Belle Époque – fiorì il movimento futurista grazie a Filippo Tommaso Marinetti o Umberto Boccioni. Chiuso da qualche anno, dovrebbe riaprire nei prossimi mesi con una nuova proprietà.
Caffè storici italiani, Greco, Roma
Quasi una galleria d’arte, più che un bar. L’Antico Caffè Greco di Roma coniuga storia, arte e poesia. Fondato nel 1760 in via Condotto, possiede un patrimonio di circa 300 opere d’arte esposte, che lo rende la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico al mondo. Tra i personaggi che si sono seduti ai suoi tavoli ricordiamo Giacomo Leopardi, Johannes Wolfgang Goethe, Nikolaj Gogol, Giacomo Casanova, Antonio Canova, Gioacchino Rossini, Franz Liszt e via così, fino a James Joyce e Orson Welles.
Caffè Gambrinus, Napoli
A Napoli, il luogo imprescindibile dove consumare la classica “tazzulella” dal 1860 è il Gran Caffè Gambrinus in piazza Plebiscito. I suoi marmi, stucchi, bassorilievi e affreschi hanno incantato personaggi storici come Ernest Hemingway, Oscar Wilde e l’imperatrice Elisabetta d’Austria.
Caffè Renzelli, Cosenza
Chiudiamo la carrellata dei caffè storici italiani con il Gran Caffè Renzelli situato nella zona più storica di Cosenza. Aperto nel 1803, tra le sue mura nel 1844 nacquero i moti cosentini contro i Borboni. Ed è sempre lì che furono portati i fratelli Bandiera per concedere loro un po’ di ristoro (e probabilmente un ultimo caffè).
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