Nato a Napoli, cresciuto a Roma, il direttore del Watch Design Center di Bulgari è un uomo dai molti talenti.
Fabrizio Buonamassa Stigliani ha una sana ossessione per gli oggetti di lusso, per il loro aspetto e funzionamento. Spesso, mentre conversa amabilmente del suo lavoro e delle sue passioni, impugna una penna e compie ampi gesti sulla carta.
I suoi schizzi di orologi, gioielli, automobili e molto altro costellano il suo profilo Instagram (dove, prima di tutto, si definisce “industrial designer”) e sono una compagnia costante ovunque vada. Oggi poco più che cinquantenne, ha iniziato la carriera al Centro Stile Fiat di Torino ed è entrato in Bulgari nel 2001.
Uno dei suoi primi incarichi è stato disegnare il cinturino per gli orologi Gérald Genta Octo. Nello specifico l’ultimo, l’Octo Finissimo Skeleton 8 Days. Dal 2014, l’Octo Finissimo ha stabilito otto record mondiali, tra cui quello del modello Ultra, che al momento dell’uscita, nel marzo 2022, era l’orologio più sottile al mondo con i 1,8 mm di spessore (recentemente è stato battuto dall’RM UP-01 Ferrari Richard Mille, spesso 1,75 mm, che ha debuttato a luglio).
L’eleganza di Fabrizio Buonamassa Stigliani
A parte i record, Fabrizio Buonamassa Stigliani si fa apprezzare anche per la sua impeccabile eleganza sartoriale. A dimostrazione – se ce ne fosse ancora bisogno- del suo attentissimo occhio per il design.
Cosa colleziona e perché?
Ho una collezione di penne. In passato usavo molte stilografiche perché ero ossessionato dal colore dell’inchiostro. Quello Iroshizuku, prodotto da Pilot in Giappone, è straordinario per sfumature e tonalità.
Cosa ha fatto di recente per la prima volta?
Stavo volando in Giappone dall’Europa e, visto che non è possibile sorvolare la Russia, il mio aereo è stato costretto a passare sopra il Polo Nord. Il cielo era terso e si potevano vedere gli iceberg e l’infinita distesa di neve. Abbiamo passato due ore con la faccia rivolta al finestrino.
Quali sono le app che usa di più?
Outlook, Whatsapp e Instagram. Ricevo tantissimi messaggi su Instagram di questo tenore: “Adoro l’Octo (Finissimo)” o “Mi piacerebbe avere questo orologio, ma è in edizione limitata ed è completamente esaurito”. Onestamente, cerco di rispondere a tutti, ma…
Qual è il capo del suo guardaroba che indossa più spesso?
Il classico blazer blu che ogni gentiluomo possiede, spesso lo indosso con jeans e mocassini. La maggior parte delle mie giacche sono fatte dal mio sarto di fiducia, Giuseppe Carbone, a Roma. L’ultimo paio di mocassini che ho comprato erano di Barrett. Il denim è una piccola ossessione: mi sono fatto fare anche delle scarpe e tre abiti. Ho denim molto spessi e rigidi, provenienti da Giappone o dall’Europa. Indosso Lee, per esempio, e ho molti Levi’s.
Qual è il piatto che cucina meglio?
Cucino per lo più per i bambini, ma non sono affatto male con l’amatriciana e la calamarata. Mi piacerebbe fare bene la cacio e pepe, ci sto ancora lavorando.
Come riesce a trovare la calma?
Amo creare oggetti e immaginarli nella mia testa, quindi ho la fortuna che il mio lavoro sia la mia vera passione. Ma l’unico momento in cui i pensieri nella mia testa si fermano è quando vado in moto, perché devo concentrarmi completamente sulla strada.
Se potesse imparare una nuova abilità, quale sarebbe?
Mi sarebbe piaciuto imparare a suonare uno strumento musicale, il pianoforte o la chitarra. Adoro la musica, ma ho dedicato la mia vita a disegnare e a imparare come farlo e purtroppo non ho mai trovato il tempo per imparare a suonare davvero.
Che cosa rappresenta per lei il successo?
Non ci ho mai pensato, perché se si pensa ai propri successi, ci si concentra sul passato. Bisogna costruire sul successo.
Chi è il suo rivenditore di fiducia e di cosa si rifornisce?
Ho tante penne, ma la più recente quella a cui sono più affezionato, perché non si può comprare, me l’ha regalata un caro amico giornalista. È una penna a sfera prodotta da Dyson. È in alluminio e ha finiture e dettagli davvero notevoli.
Quanto si fida del suo istinto?
Fa parte del mio dna, del mio modo di pensare. Uno dei miei capi una volta mi ha detto: “Fabrizio, tu sei unico perché sei istintivo, ma riesci a gestire le cose con il cervello”. Dev’essere un buon mix altrimenti sarei un artista, non un industrial designer. Se invece si è pragmatici, senza alcuna emozione, si è più simili a un ingegnere. Il designer è una via di mezzo tra un artista e un ingegnere.
L’ultima volta che ha staccato completamente la spina?
Per una vacanza quest’estate in Sardegna e a Capri. Il 99% delle volte è quando sono nel Sud Italia.
Qual è l’auto a cui è più affezionato?
Sono più affezionato ai carrozzieri che ai marchi. Nel secondo dopoguerra i carrozzieri italiani hanno realizzato opere d’arte straordinarie. (Luigi) Gino Macaluso, ex proprietario di Girard-Perregaux, ha detto: “L’automobile è una delle più importanti espressioni d’arte del secolo scorso”. Sono assolutamente d’accordo con lui: Carrozzeria Touring, Pininfarina e persino Bertone e Italdesign fanno un lavoro straordinario. Sono anche molto legato alle auto di Franco Scaglione e Sergio Scaglietti.
Qual è stata la sua ultima abbuffata di streaming?
Adoro i film della Pixar. Mi piace l’attenzione per i dettagli, le texture e la luce. L’ultimo che ho visto è Lightyear. E ho guardato Rise su Netflix con mio figlio Julio che ama il basket.
Quale musica la rende felice?
Amo il jazz, la musica strumentale e le canzoni italiane degli anni ‘60, ‘70 e ‘80, come quelle interpretate da Mina. Ma soprattutto ascolto jazz e bossa nova, perché mio padre ne era innamorato.
Articolo tratto dal numero invernale di Robb Report
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