È l’anno delle birre artigianali, sempre più apprezzate. Perfette con le versioni creative della pizza, sono diventate cult. Quasi da collezione.
Piace ai Millennials e anche alle famiglie, tanto da essersi conquistata una giornata tutta per sé, il 23 giugno. L’Accademia della Crusca ha perfino dovuto riconoscere, tra l’elenco dei neologismi, la parola “brassare”, che significa produrre birra in modo artigianale.
La bevanda di luppolo è diventata un vanto italiano da quando, oltre 25 anni fa, si è iniziato a parlare in maniera più diffusa dei birrifici indipendenti che nascevano da nord a sud. Da quel momento, la celebrità della birra artigianale è cresciuta costantemente, tanto da posizionare l’Italia al terzo posto in Europa per qualità percepita (preceduta solamente da Polonia e Romania).
A dirlo sono i dati di Unionbirrai, che ci annoverano al 4° posto tra gli stati dell’Unione europea per numero di birrifici artigianali presenti sul territorio.
Birre artigianali, quali scegliere
Nei migliori ristoranti e nelle pizzerie contemporanee ormai è facile trovare etichette particolari e prodotti territoriali. Come la Birra di Parma di Ceci 1938, cantina nel cuore dell’Emilia-Romagna nota per la produzione di Lambrusco, che ha lanciato un’elegante collezione di birre artigianali con etichette satinate in oro, argento e bronzo, ispirate alle nuance tipiche delle non filtrate.
La connessione con il territorio è forte, grazie ad acqua e orzo provenienti dalla provincia di Parma che danno origine al “pils”, in tutte e tre le varianti: Blond Ale, Imperial Pils e American Pale Ale. Quest’ultima, la “Bdpr Bronze”, è una birra ad alta fermentazione, non filtrata né pastorizzata. Il colore ambrato anticipa il ricco bouquet aromatico, dal sentore tostato e di caramello. Il sorso è amaricante e agrumato grazie alla luppolatura intensa e ben si abbina a salumi, carni rosse e zuppe di pesce dolci.
Da Forte dei Marmi a Busto Arsizio
La “Cento volte Forte” è invece una dedica liquida ai cento anni del Comune di Forte dei Marmi lanciata nel 2014 e diventata un must del Birrificio del Forte. Prodotta con varietà antiche di frumento, è una Wit (o Bière Blanche) dal colore paglierino e profumi di scorze di bergamotto, arancia amara e coriandolo. Estremamene rinfrescante, alla beva sorprende con sentori di grano ed è ideale da degustare con crudités di pesce e crostacei, fritture di mare e carni bianche.
Dal birrificio L’Orso Verde (Ov) di Busto Arsizio, in provincia di Varese, arriva invece la “Gos’è”, altra chicca artigianale che sull’etichetta riporta l’illustrazione di una ragazza in costume da bagno che osserva il mare. Il nome è un gioco di parole che richiama la varietà: una Gose, antica birra bionda di Lipsia dai sentori speziati e salati.
La versione di Ov è definita Gently Gose e viene prodotta con sale marino, coriandolo e ibisco, che le conferiscono il peculiare colore rosa antico. Il naso è catturato da aromi di fragolina di bosco, mentre al palato la mineralità e la leggera acidità terminano con un finale sapido.
Birre artigianali, dalle storie a lieto fine alle ricette “crazy”
La Birra Messina Cristalli di Sale è invece figlia di una storia a lieto fine. Nel 2013, infatti, 15 dipendenti investirono il loro tfr per salvare il Birrificio Messina, in seguito acquisito da Heineken. Nella città siciliana oggi vengono prodotte la Birra dello Stretto e la Birra Doc 15, oltre alla Birra Messina Cristalli di Sale, con la sua caratteristica etichetta blu. Una Lager non filtrata dal colore dorato, con aromi fruttati e floreali, dal gusto morbido e perfettamente equilibrato.
Infine, anche l’imprenditore Flavio Briatore ha lanciato la sua linea di birre da abbinare ai lievitati del brand Crazy Pizza. Si chiamano Crazy Beer e sono prodotte in collaborazione con il birrificio piacentino La Buttiga. La Regina Bionda è una German Ale leggera con sentori speziati e floreali, la Regina Bianca profuma di petali di rosa e agrumi, mentre la Regina Rossa ha note intense di malto, caramello e sentori erbacei. D’altronde, che siano bionde, rosse, rosa o bianche, le birre artigianali parlano italiano e conquistano sempre più consensi.
Articolo tratto dal numero primaverile di Robb Report
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