Appena fuori Khao Yai, primo parco nazionale della Thailandia, è “partito” un resort che sembra uscito da una fiaba.
Articolo di John O’Ceallaigh
L’ispirazione per il nuovo InterContinental Khao Yai è arrivata direttamente dall’Ottocento, quando il re thailandese Rama V fu tra i primi monarchi asiatici a visitare molte delle principali capitali europee, tra cui Parigi, Vienna e Londra. Il gran tour, condotto in gran parte in treno, fu una rivelazione per il re che, una volta tornato in patria (allora si chiamava Siam) decise di introdurre la ferrovia anche nel suo paese.
InterContinental Khao Yai, dal grand tour agli hotel di lusso
La storia del pionieristico viaggio europeo di Rama V ha sempre affascinato l’architetto e designer Bill Bensley (americano, vive e lavora a Bangkok) che una volta trascorreva le estati “accompagnando gruppi di anziane signore su un treno dall’Isola di Vancouver fino al Québec”, cosa che ancora oggi descrive come “un ottimo lavoro”.
Quando gli è stato chiesto di ideare un resort immerso nella zona rurale di Khao Yai, ha scoperto che l’area si trovava nelle immediate vicinanze di vecchi binari ferroviari che un tempo collegavano il nordest della Thailandia al resto del sudest asiatico. Tutte queste suggestioni hanno preso forma nella figura di Somsak, il capostazione immaginario della stazione di Khao Yai (anch’essa inventata), la cui estetica ha ispirato la stravagante proprietà.
L’ospitalità di Bangkok
All’arrivo, gli ospiti effettuano il check-in nella biglietteria di Somsak, ricolma dei suoi ricordi “personali”, oggetti d’antiquariato e cimeli, collocati in tutta la proprietà. Il tema continua nel radioso blu cobalto del Somying’s Kitchen, decorato con manifesti ferroviari d’epoca. Chiamato così in onore della madre di Somsak, questo ristorante informale ha l’aria di un diner americano incrociato con una stazione ferroviaria di provincia e serve un menu di cucina thailandese e internazionale.
Allo stesso modo, nelle 45 “camere ferroviarie” standard dell’hotel (a partire da 180 euro a notte) si trovano vecchie guide di viaggio esposte accanto al letto, televisori nascosti dietro le insegne delle stazioni e murales di scene pastorali incorniciati sotto pannelli di vetro, come se fossero visti attraverso il finestrino di un treno.
Le suite nelle carrozze all’InterContinental Khao Yai
Ma sono le suite e le ville del resort che si stanno affermando come le sistemazioni più particolari della Thailandia. Hanno iniziato a prendere forma quando Bensley ha notato uno scalo ferroviario di Bangkok pieno di vecchie carrozze arrugginite, una delle quali impigliata tra alberi di ficus proprio come le rovine di Angkor Wat. “Ho pensato: quanto sarebbe bello riciclarle?”, ricorda. Assicurarsene un numero sufficiente si è rivelato non solo inaspettatamente difficile, ma anche eccessivamente costoso. “Ci sono molte persone che amano collezionare queste cose”, dice Bensley a proposito delle automotrici storiche. “Ottenere le poche unità che siamo riusciti ad accaparrarci è stato uno sforzo titanico”.
Ma lo sforzo è stato ripagato, con 19 carrozze ora elegantemente riconfigurate come alloggi unici e straordinariamente eleganti (a partire da circa 300 euro a notte). Larghe poco più di due metri e mezzo, le carrozze sono strette ma lunghe, fino a raggiungere 20 lussuosi metri, con finiture colorate e ampi spazi esterni, tra cui un bagno e una grande terrazza; cinque unità includono anche una piscina privata.
L’Heritage Railcar
Bensley promette che l’Heritage Railcar, composta da due vetture a grandezza naturale che viaggiano insieme, “sarà la suite dalle proporzioni più strane al mondo”. Strana, sì, ma nel senso che incanta, non confonde. Che si tratti di prenotare un trattamento presso la spa Back on Track, di vestirsi per un drink al bar Papillon o per una cena alla Poirot Brasserie in stile francese o di osservare i cigni neri che nuotano mentre si gustano scone e macaron al Tea Carriage, la creazione di Bensley è piena di divertimento e di immaginazione giocosa.
La meraviglia non è una sensazione che ci si aspetta da un moderno resort di lusso, ma una volta provata è facile chiedersi perché non si possa averne di più al mondo.
Articolo tratto dal numero estivo di Robb Report
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