Sono 14 le aziende italiane presenti nella lista. In testa la Francia che copre i 2/3 del mercato
Il vino non è solo un prodotto da degustazione, può anche diventare un investimento finanziario. A conferma, i casi eclatanti e recenti della sei litri Romanée-Conti 1985 dell’omonimo Domaine venduta a 900mila euro, del Romanée-Conti Grand Cru del 1945 e Domaine Leroy Musigny Grand Cru 1990 acquistati per mezzo milione.
E’ questo l’iceberg di un fenomeno in crescendo e monitorato da una Borsa di settore istituita a Londra vent’anni fa da James Miles e Justin Gibbs. Si chiama Liv-Ex ed è l’acronimo di London International Vintners Exchange, riferimento mondiale per lo scambio e la quotazione dei vini da collezione, coinvolge oltre 530 membri con un’attività che vale il 95% del fatturato dei vini di lusso, i cosiddetti fine wine: l’1% degli ettolitri di vino prodotti nel mondo.
Liv-Ex 100 restituisce la fotografia dei cento vini più ricercati e dunque scambiati. Nella fortunata lista del 2021 sono presenti anche 14 aziende italiane capaci di farsi largo tra i francesi della Borgogna e dell’area di Bordeaux, gli storici dominatori. Nella top 10, c’è un Sassicaia in ottava posizione, quindi Gaja, n.19, Giacomo Conterno n.23, Masseto n.24 che con Sassicaia, Solaia, Gaja e Ornellaia è l’azienda sempre presente dal 2010. I piemontesi sono presenti con otto cantine, mentre sono sei le aziende toscane.
L’Italia cresce rispetto al passato, ma ancora subisce la concorrenza schiacciante della Francia che copre i 2/3 del mercato dei 100 super-vini. Quali sono i parametri per rientrare nell’ambita rosa dei fine wine? Il vino è materia viva, dunque la bottiglia deve essere ben conservata e provenire da cantine certificate o dal produttore stesso. Gioca un ruolo determinante l’annata, basti pensare a cosa fu il 2010 per il Brunello. Sono poi fondamentali il posizionamento del marchio e il terroir. I punteggi dei critici, invece, sono sempre meno influenti spiega Justin Gibbs di Liv-Ex: nessuno ha il peso che esercitò Robert Parker, l’americano che inventò la classifica dei vini su scala da 50 a 100 punti.
Il fatto che il vino possa anche essere un bene da rifugio ha avuto come conseguenza un fiorire di società di investimento e di commercio di fine wine. Il proliferare è tale che rende difficile orientarsi in questa selva. Robb Report Italia ha chiesto a Gibbs qualche consiglio su come orientarsi nella scelta.
“Come per tutti gli investimenti – spiega Gibbs – fate la vostra due diligence. Avete incontrato il manager dell’investimento e visitato gli uffici della società? Se non potete, il sito web ha nomi, e-mail di contatto e numeri. dunque parlate con i dirigenti coinvolti. Chiedete referenze. La cosa più importante è capire la loro metodologia di investimento, l’orizzonte temporale e la strategia di uscita. Quanto facilmente potete ritirare i vostri soldi e a quale costo? Come viene valutato il fondo? (usano il prezzo di mercato indipendente offerto da Liv-ex?) Come viene misurata e premiata la performance?”.
Liv-ex | The global marketplace for the fine wine trade
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