Dall’Hôtel de Paris all’Hermitage (dove è appena sbarcato lo chef multi-stellato Yannick Alléno), passando dal nuovo quartiere One Monte-Carlo. Il Principato è una destinazione sempre più golosa
articolo tratto dal numero di marzo di Robb Report Italia
Incastonato in un’architettura in stile Belle Époque, accanto al celebre casinò, l’Hôtel de Paris è uno dei custodi più illustri della storia di Monte Carlo. A idearlo nel 1864, il miliardario François Blanc, imprenditore visionario che volle creare, tra gli alberi di limoni e i ficus secolari, affacciato sul mare, un hotel senza precedenti, un tempio del lusso che ha anticipato il concetto di resort.
L’omaggio alla tradizione locale dello chef Cerutti
Dalle suite continuano a passare grandi personalità della storia e del presente. “Winston Churchill veniva qui a fumare il sigaro, e proprio a quel tavolo hanno cenato Barack e Michelle Obama, Nelson Mandela, Bono Vox”, spiegano sulla terrazza del ristorante stellato Le Grill, all’ottavo piano. Sotto una cascata di luci che sembrano rotolare dalla collina fino al mare, si scorge la Rocca di Monaco. “C’è una piccola luce verde, vedete? Significa che il principe Alberto è qui, a casa”.
All’interno del ristorante, sotto una cupola che nelle giornate estive si apre al cielo stellato, ci attende la cucina di Franck Cerutti, executive chef dell’Hôtel de Paris, che reinterpreta la sua visione del grill rendendo omaggio alla tradizione locale. Il galletto ai profumi provenzali, l’amuse-bouche con royale di broccoli e crema leggera di limoni di Mentone guarnita con caviale e foglie d’oro, fino ai celebri soufflé, rivisitati dallo chef pasticcere Olivier Berger, sono tra i piatti più richiesti della carta. Perfetti da gustare dopo uno dei signature cocktail del Bar Americain (consigliatissimo il La Roseraie, preparato con l’essenza delle rose del roseto Princess Grace Kelly, voluto dal principe Ranieri III in ricordo della moglie).
Una cantina da scoprire
Sempre nello stesso palazzo c’è poi il ristorante Le Louis XV dello chef Alain Ducasse, che ha permesso all’Hôtel de Paris di diventare, nel 1990, il primo palazzo al mondo a ottenere 3 stelle nella guida Michelin. La cantina è un tesoro che custodisce 350.000 bottiglie distese su più di 1,5 chilometri di scaffali. Il paradiso degli enoappassionati. Del resto, “qui il nostro compito è trasmettere un sogno”, diceva François Blanc, il “mago di Monte Carlo”, come venne soprannominato.
Fu proprio lui, con la realizzazione del casinò nel 1863 e poi dell’Hôtel de Paris, a lanciare il Principato come destinazione del lusso, della gastronomia, del gioco e del divertimento, fondando la Monte-Carlo Société des Bains de Mer, che oggi racchiude, oltre all’Hôtel de Paris, anche l’Hôtel Hermitage, il Monte-Bay Hotel and Resort, il Monte-Carlo Beach e la Villa La Vigie, insieme con 33 ristoranti (5 dei quali collezionano da soli un totale di 7 stelle Michelin), due casinò, le Thermes Marins Monte-Carlo, diversi bar, boutique e club sportivi.
Un quartiere esclusivo
Un’offerta a 360 gradi che si è arricchita, nel 2019, del nuovo quartiere One Monte-Carlo, un’isola pedonale contornata da vegetazione esotica, che raccoglie residenze di lusso, 50 negozi delle più prestigiose maison, lo “snacking chic” Mada One dello chef stellato Marcel Ravin e un centro congressi. A delimitare il quartiere, a nord, è l’Hôtel Hermitage, che oltre a ospitare uno dei gioielli più preziosi di Monte Carlo, la cupola del Jardin d’Hiver, progettata dai discepoli di Gustave Eiffel, accoglie una grande novità della ristorazione monegasca, inaugurata nell’aprile del 2021: il nuovo indirizzo dello chef multi-stellato Yannick Alléno, detto “le Roi”, il “Re della cucina francese”.
Su una terrazza a picco sul mare trasformata in un giardino mediterraneo, dove i profumi di gelsomino, agrumi ed erbe aromatiche si confondono, viene servita quella danza di sapori, l’astice blu con erbe all’anice, il foie gras d’anatra alla “Ballotine”, le capesante al vapore al curry di Madras, la pera“Plombières”, che è tipica della proposta gastronomica dello chef. Una continua sperimentazione dove fermentazioni ed estrazioni sono le protagoniste, dove “la salsa è il verbo della cucina”. Un insediamento, quello di Yannick Alléno a Monte Carlo, che consolida il Principato come meta gourmet: a pochi chilometri dal confine italiano, una destinazione immancabile per immergersi nellahaute cuisine francese.
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