Ha superato i limiti della ceramica, in passato vista come materiale per applicazioni povere, restituendole dignità creativa.
La sua visione si è rivelata fin da subito innovativa: da quando è diventata amministratore delegato di Iris Ceramica Group, Federica Minozzi si è fatta portavoce di una nuova poetica della ceramica, intesa come una ‘seconda pelle’ in grado di rivestire qualsiasi superficie, dall’architettura al design. Ma se l’amore per la ceramica risale a quando, ancora bambina, giocava con le cugine alla compravendita dei campioni di maioliche, è stato il padre Romano Minozzi, che nel 1961 ha fondato il gruppo modenese, a trasmetterle la passione per questo materiale tanto versatile e multifunzionale che lei ama paragonare a una “farfalla leggiadra con un’anima di titanio”.
Leader di un’azienda con 1.500 dipendenti e circa 500 milioni di fatturato, Federica Minozzi è inoltre un’anglofila appassionata, con un’ammirazione sconfinata per la regina Elisabetta. Nel suo ruolo di ceo, la manager si è schierata da subito a difesa della sostenibilità, tanto da aver dato vita al primo progetto per la decarbonizzazione dell’industria ceramica attraverso la costruzione di uno stabilimento produttivo in provincia di Reggio Emilia, che utilizzerà idrogeno verde.
Federica Minozzi si racconta
Quali aggettivi la definiscono meglio come leader? Partecipativa, visionaria, appassionata.
Le piace essere chiamata “regina della ceramica”? In realtà la definizione nasce dalla mia stima per la regina Elisabetta.
Qualcosa che avrebbe voluto fare e non ha fatto? Frequentare l’università all’estero, in particolare in Gran Bretagna.
Cosa stimola la sua creatività? Viaggiare e osservare quello che mi circonda.
Cosa la spegne, invece? Le attività ripetitive, le conversazioni banali.
Nel business fa la differenza l’istinto o la razionalità? Mi fido e parto dal mio istinto, ma poi finisco con l’applicare la razionalità.
Se avesse più tempo libero come lo userebbe? Farei il viaggio del mondo e mi laureerei in psicologia.
Preferisce dare o ricevere consigli? Riceverli. Mi piace molto interagire con le persone.
Qual è il suo piatto preferito? Quello che ha il sapore di casa: tortellini in brodo di cappone.
Che rapporto ha con la tecnologia? Molto aperto. Credo possa migliorare la qualità della vita, se usata correttamente.
La prima cosa che fa appena sveglia? Ascolto i podcast delle notizie quotidiane e bevo un caffè.
Cos’è per lei il lusso? Il tempo che posso dedicare a me stessa.
Come descriverebbe il suo stile? Curato ma semplice. Tendo a scegliere outfit pratici e scarpe basse, anche se adoro i tacchi vertiginosi.
Dove ama fare shopping? Quasi solo online. Faccio un’eccezione per i negozi di abbigliamento vintage a Londra.
Un oggetto esclusivo che vorrebbe acquistare? Sono affascinata dai libri antichi: mi piace fantasticare sulle vite di persone che hanno vissuto in epoche differenti.
Tre accessori must-have da portare in vacanza? Le scarpe da ginnastica, un paio di libri e il costume da bagno (adoro il mare).
Le sue 3 città del cuore? Londra, Chicago e Firenze.
Qual è la prima cosa che fa quando arriva in hotel? Mi tolgo le scarpe, mi sdraio sul letto chiudendo gli occhi e mi ambiento usando olfatto e udito.
L’esperienza di viaggio più incredibile fatta finora? In Messico, nel 2007. In particolare, l’escursione nella riserva naturale di Sian Ka’an, prossima al confine con il Belize.
Quella che sogna di fare? Vorrei visitare il Giappone, la Patagonia e fare il trail in Canada. E vedere l’aurora boreale.
In che modo stacca la spina? Nel silenzio di casa mia con la compagnia dei miei cani.
Cocktail creativo o un buon vino? Negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare un bicchiere di buon vino in compagnia.
Libro preferito? Il Signore degli Anelli, di Tolkien: un grande e meraviglioso viaggio epico.
Auto sportiva o modello vintage? Nessuna delle due: amo le auto sicure e pratiche. Se dovessi scegliere, opterei per un’auto sportiva vintage.
Come ascolta la musica? Mentre pratico sport o sdraiata ad occhi chiusi sul divano.
L’ultimo film che l’ha appassionata? “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi: un inno all’emancipazione della donna.
Le donne che ammira di più? Rita Levi Montalcini e Margherita Hack: due figure di indiscutibile valore.
Come affronta le sfide? Con una preparazione quasi paranoica. Non sopporto la superficialità, sono una perfezionista.
Il prossimo obiettivo? Reingegnerizzare la ceramica per renderla la materia per eccellenza.
Articolo tratto dal numero autunnale di Robb Report Italia
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