Roma celebra il talento di uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea attraverso una serie di scatti che hanno rivoluzionato il costume e la moda.
Trasgressivo, provocatorio e irriverente. A Helmut Newton (al secolo Helmut Neustädter), uno dei più richiesti e controversi fotografi di moda di tutti i tempi, noto per aver elevato il corpo nudo della donna a espressione artistica di emancipazione sociale, è dedicata la mostra “Helmut Newton. Legacy”, all’Ara Pacis di Roma (fino al 3 marzo). Una retrospettiva che celebra il fotografo tedesco attraverso 250 opere (tra immagini iconiche e scatti inediti, riviste e documenti), suddivise in sezioni cronologiche, che ripercorrono la vita e la carriera del maestro.
La passione di Helmut Newton
Nato a Berlino nel 1920 da una ricca famiglia ebrea, a soli 12 anni Helmut diventa assistente fotografo. Costretto a lasciare la Germania a causa delle leggi razziali, negli anni ‘40 si stabilisce in Australia, dove inizia a collaborare come fotografo freelance per Playboy. Nel 1948 sposa l’attrice australiana June Browne, anche lei fotografa (nota con lo pseudonimo di Alice Springs), un sodalizio sentimentale e artistico che durerà tutta la vita. Negli anni ‘60 la coppia si trasferisce a Parigi. Newton inizia a lavorare per Vogue come fotografo di moda.
È in questi anni che sviluppa il suo stile unico e rivoluzionario, caratterizzato da un erotismo patinato e mai volgare, sempre elegante e glamour. Negli anni ‘70 comincia a ritrarre le modelle in modo più spinto, fino a introdurre il nudo integrale, che avrà la sua consacrazione negli anni ‘80 con i “Big nudes” a grandezza naturale e i dittici in due versioni: “dressed” (vestita) e “Newton”, con le modelle ritratte nella stessa posa ma completamente nude. Il corpo diventa il nuovo “abito” da indossare.
Un talento rivoluzionario
Il suo talento viene ricercato dai più importanti stilisti, Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Thierry Mugler, Chanel, e dai vip internazionali, Andy Warhol, David Bowie, Catherine Deneuve e molti altri, che con i suoi scatti sono sulle copertine delle principali riviste glamour. La sua arte fotografica ha rivoluzionato anche le ambientazioni, passando dallo studio, dove ha introdotto specchi per allungare o raddoppiare le figure, ai set all’aperto: strade parigine, ville e location di lusso.
Nei suoi scatti, realtà e finzione si mescolano raccontando “storie”, film noir dai contorni surreali e onirici. Cinema, arte e letteratura sono le fonti di ispirazione, dai thriller di Hitchcock ai dipinti surrealisti, mescolando mistero, moda, voyerismo e feticismo (tacchi alti e lingerie) in una eclettica commistione di difficile definizione, capace di elevare la fotografia di moda a forma d’arte. L’indiscusso talento di Newton primeggia nell’intensità dei ritratti dei volti in bianco e nero dove tutto è calibrato: la padronanza tecnica, l’uso sapiente delle luci, il gioco di ombre e contrasti. Gli sguardi – intensi, magnetici, drammatici – bucano l’obbiettivo e raccontano un profondo vissuto psicologico.
Il rapporto di Helmut Newton con il corpo
La controversa poetica di Newton è stata criticata dal movimento femminista, che lo ha accusato di essere un misogino ossessionato dal sesso e reo di aver mercificato il corpo femminile. Accuse che Helmut si divertiva ad alimentare definendosi un “voyeurista professionista” e sostenendo che “bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione”. Le sue provocazioni erotiche oggi sono viste invece come una celebrazione della femminilità, dove le donne non appaiono mai deboli o sottomesse ma splendide e altere dominatrici dal corpo statuario, con gambe lunghe e seni nudi puntati come revolver.
Donne ricche, forti, emancipate che emanano potere (“cosa c’è di più sexy del potere?”. “Le donne sono molto più forti degli uomini. Le ammiro profondamente”). Iconiche femmes fatales che affascinano e annichiliscono il maschio con look androgini ma sensuali (emblematico lo scatto della modella in smoking Yves Saint Laurent). Un “gelida e imperturbabile” seduzione priva di emotività: “Nelle mie foto non c’è emozione. È tutto molto freddo, volutamente freddo”.
L’artista ha anticipato la rivoluzione sessuale liberando le donne dell’epoca dai finti perbenismi della società ipocrita e sessista. I leggendari scatti di Helmut Newton hanno lasciato un segno indelebile anche dopo la sua morte (avvenuta nel 2004 per un incidente d’auto): ogni ritrattista contemporaneo si è ispirato a lui. “Il fotografo deve sedurre”, soleva dire il maestro. E le sue audaci ed eccentriche visioni, nel bene e nel male, hanno sedotto tutti.
Immagini courtesy Helmut Newton Foundation
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