Con un motore da 1000 CV, JC7 è veloce come una hypercar ma può offrire grandi prestazioni anche in volo.
Una supercar volante potrebbe sembrare irrealizzabile se non fosse per il designer americano Greg Brown, che ha progettato il concept con motore a reazione Fusion JC7. L’uomo, che ha volato sugli F-18 per la Marina degli Stati Uniti e poi sui Boeing 777 per la United, ha lavorato al design del Fusion JC7 per quasi 20 anni.
Al momento, i rendering assomigliano a una Bugatti allungata, con una lunghezza di 24 piedi e 8 pollici, con l’aggiunta delle ali a scomparsa. Quando si parcheggia la jetcar, lo stabilizzatore posteriore si ripiega, riducendo la lunghezza totale a un metro e mezzo, ovvero a circa la lunghezza di un pick-up a pianale lungo.
JC7: alte prestazioni sia terra che in volo
Courtesy Greg Brown
La creazione di Brown non è semplicemente un eVtol. Il Fusion infatti è progettato per offrire grandi prestazioni sia in cielo che in terra. Con i quattro pneumatici sull’asfalto, diventa completamente elettrica, con due motori Tesla per un totale di 1.000 CV, uno anteriore e uno posteriore. Con una coppia di 920 libbre, il JC7 può andare da 0 a 100 km/h in meno di quattro secondi. Le batterie LG Chem nel pianale garantiscono inoltre un’autonomia di 240 km.
Con le ali aperte, il velivolo può generare una spinta di 2.000 libbre grazie ai due motori a reazione Williams FJ-33, che pesano solo 320 libbre. Per passare da 0 a 225 km/h impiega circa sei secondi, mentre la velocità di crociera in volo è di 836 km/h. A questo ritmo, l’auto volante può percorrere oltre 1200 km in aereo con un serbatoio pieno da 300 galloni.
JC7, in fase di sperimentazione
Il progetto è attualmente in fase di sperimentazione presso la Corvid Technologies, che sta eseguendo test di fluidodinamica computazionale (Cdf) per identificare i momenti di beccheggio e il coefficiente di resistenza aerodinamica. L’idea può sembrare stravagante, ma Brown è sicuro che funzionerà. “Ho presentato questo progetto ai dottorandi di Stanford del loro programma aerospaziale e a loro è piaciuto”, ha dichiarato a Robb Report. “I motori, le ali e gli altri componenti sono simili ai jet d’affari. Quindi non si tratta di capire se funzionerà, ma di massimizzare le prestazioni e trovare qualcuno che voglia svilupparlo”.
Un risparmio di tempo notevole
Courtesy Greg Brown
Al momento, Brown prevede un costo di circa 20 milioni di dollari per lo sviluppo del prototipo, mentre la jetcar costerà circa 2,5 milioni di dollari una volta entrata in produzione. Il Fusion, secondo Brown, ha uno scopo ben preciso: far risparmiare tempo. Il designer immagina uno scenario in cui un jet aziendale vola da Boston a Teterboro, consentendo poi al proprietario di raggiungere in auto una riunione a Manhattan.
Ma quando la riunione è finita e il traffico a Teterboro è fermo, il proprietario può prendere la corsia libera e volare a casa. Fusion mira a rendere il volo privato il più efficiente possibile. “Si può andare da New York a Washington e viceversa senza problemi”, dice Brown. “Il jetcar permette di raggiungere qualsiasi punto della città in soli 40 minuti. Nemmeno con un elicottero si può pensare a questo. Con il Fusion basta guidare fino all’aeroporto e volare”.
Un semplice atterraggio per il JC7
La tecnologia di atterraggio della jetcar, spiega Brown, la rende adatta a una vasta gamma di aeroporti. Grazie ai grandi freni in fibra di carbonio, il Fusion può fermarsi in soli 2.500 piedi. Le sospensioni hanno una corsa di 10 pollici, simile a quella dei camion Baja.
Brown afferma che il sistema di sospensioni è in grado di assorbire un’enorme quantità di forza e, se combinato con i freni automatici, è un aereo facile da far atterrare. “Non è necessario essere un buon pilota”, dice. “La macchina fa molto per voi”.
Articolo di robbreport.com
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