Il Volume 3 di Heaven’s Door del cantautore è un distillato di 13 anni maturato in botti di Vino d’Arancia del sud della Spagna
Sono diverse le celebrità che negli ultimi anni hanno investito parte del loro denaro nella produzione di liquori. Tra loro, c’è chi ha puntato fin da subito a un ritorno economico, chi invece ha iniziato e prosegue ancora oggi per semplice passione. Rientra in questa categoria il cantante Bob Dylan, vero intenditore di whisky, con il marchio Heaven’s Door.
Sono tre le versioni di whisky realizzate dal marchio, il cui nome riprende una delle canzoni più celebri del cantautore statunitense.
Heaven’s Door, il whisky di Bob Dylan
La Bootleg Series, lanciata nel 2019, rappresenta ‘la creme de la creme’ del whisky Heaven’s Door di Bob Dylan. Il volume uno è un whisky di 26 anni di origine probabilmente canadese, finito in quercia giapponese mizunara. Il secondo un bourbon invecchiato 15 anni maturato in botti di rum giamaicano. Il terzo invece è un distillato di 13 anni con resistenza in botte (121.2 gradi), rifinito in botti di Vino d’Arancia del sud della Spagna.
Il colore dell’ultima versione di whisky si avvicina all’ambra scura, con una leggera tinta arancione. L’odore ha note di caramello ricco, vaniglia e mela al forno. Ma il palato è dove le cose cominciano davvero a illuminarsi: la sensazione in bocca è quasi viscosa, con note di marmellata di mirtilli, marzapane, sciroppo di ciliegia marroni e dolce di zucchero che coprono la lingua.
Un whisky intenso, sul punto di dominare il carattere intrinseco del bourbon, che verso la fine fa uscire quelle caratteristiche tipiche del whisky americano. Per le sue qualità, un drink perfetto da sorseggiare al termine di una cena.
La bottiglia è contenuta in un diario di cuoio con una serie di dettagli che ricordano l’architettura spagnola. Del whisky sono state prodotte 3.949 bottiglie a un costo unitario di circa 600 dollari. Ognuna è un decanter di ceramica fatto a mano e decorato con il dipinto del cantautore ‘Sunday Afternoon’. Un tocco artistico che non poteva certo mancare quando c’è di mezzo un mito come Bob Dylan.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Robb Report Iscriviti