“Agli scettici dico di pensare al successo di fenomeni quali metaverso e Second Life: la realtà virtuale sarà presto più vera del reale”. Non ha dubbi Roberto Indiano, fondatore e presidente della torinese Next Exhibition, società di produzione di mostre esperienziali. Oltre cento progetti all’attivo dal 2015, esportati in 12 paesi nel mondo per il diletto di oltre tre milioni e mezzo di spettatori.
Kolossal immersivi nella vita di Frida Kahlo o dentro quei capolavori di passione e colore che hanno reso universale la pittura di Claude Monet e Vincent Van Gogh. Rassegna, quest’ultima, “che in sei mesi nella sola Londra ha totalizzato 400mila visitatori”, dice il manager. A conferma di un mercato in cambiamento e progressiva evoluzione. “La pandemia ha accelerato quel processo di innovazione che stava già cambiando il mondo delle mostre, dei musei, delle esposizioni e della cultura in generale”.
Next Exhibition, arte digitale
L’obiettivo di Next Exhibition? “Creare e trasmettere emozioni con il supporto delle più coinvolgenti soluzioni tecnologiche e digitali”. A metà strada tra spettacolo e divulgazione, questa nuova forma di intrattenimento può, secondo Indiano, offrire anche nuovi stimoli alla conoscenza ed essere di servizio all’arte stessa.
“Molti si sono innamorati degli impressionisti o di Van Gogh proprio grazie alla suggestione delle nostre produzioni, punto di partenza per approfondimenti individuali, che hanno portato chi non lo aveva mai fatto prima a visitare musei e mostre tradizionali”.
Pompei a Washington
Adesso Next Exhibition – che si avvale di un comitato scientifico cui appartengono anche storici dell’arte – ha fatto un passo ancora più avanti, passando dal multimediale alla prima produzione mondiale interamente multisensoriale: Pompei, a Washington fino al luglio 2023.
Un viaggio a ritroso di duemila anni nella vita quotidiana della città romana, per l’illusione di vivere in presa diretta il disastro più celebre della storia e provare il brivido dell’eruzione del Vesuvio come se avvenisse lì, in quel momento. Sentire l’odore di zolfo, avvertire la terra che trema sotto i piedi, vedere il fiume di lava che, progressivo, inesorabile, sommerge strade, case, templi. Tutto grazie al video mapping e ad avanzatissimi effetti speciali.
“Sfruttando la potenza tecnologico-digitale arriviamo a essere sempre più in sintonia con il linguaggio emozionale della contemporaneità, dato che il nostro target è costituito al 45% da giovani al di sotto dei 25 anni”, dice Indiano. Che sogna una mega struttura nel cuore di Londra, magari a Piccadilly, per un percorso immersivo ad altissimo tasso spettacolare, con un’ultima stanza in cui esporre un nucleo di opere autentiche. Un gioco di specchi in cui la realtà virtuale diventa, a sorpresa, reale.
Immagini courtesy Next Exhibition
Articolo tratto dal numero invernale di Robb Report
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